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"Riaprire anche in zona rossa", la protesta di acconciatori e centri estetici a Bari: "Basta con la giostra dei colori"

Saracinesche alzate, pur senza accogliere i clienti: anche in città la manifestazione 'bianca' contro le restrizioni Covid imposte alla categoria: "Il nostro lavoro non è un gioco, rispettiamo protocolli rigidissimi. Chiediamo di restare aperti sempre"

Hanno alzato le saracinesche, aprendo le proprie attività per un giorno, pur senza accogliere i clienti. Una protesta 'bianca', una manifestazione simbolica che ha visto protagonisti questa mattina parrucchieri, barbieri, titolari di centri estetici. "Il nostro lavoro non è un gioco", lo slogan scelto per l'iniziativa lanciata a livello regionale da Confartigianato, per manifestare il dissenso verso le restrizioni Covid imposte alle imprese della bellezza. Solo nella città di Bari, sono 2931, tra centri estetici e acconciatori, le attività costrette a fare i conti con i pesanti contraccolpi economici delle chiusure.

Tre i punti essenziali della protesta, come spiega a Baritoday Silvia Palattella, presidente degli acconciatori di Confartigianato Puglia. "Innanzitutto diciamo basta a questa giostra altalenante dei colori, con le relative chiusure: noi vogliamo restare aperti anche in zona rossa. Il nostro lavoro non è un gioco, eppure qualcuno lo sta considerando tale. Per riaprire le nostre attività ci siamo dati protocolli di sicurezza rigidissimi, dal triage telefonico alle norme di igienizzazione e sanificazione, al contigentamento delle presenze dei saloni. Regole che abbiamo sempre applicato e rispettato, siamo dei professionisti seri e lo abbiamo dimostrato, e non possono farsi beffe di noi pensando di farci chiudere e aprire quando vogliono".

Poi c'è la questione ristori: "Protestiamo - prosegue Palattella - perché ci sia data la possibilità di avere dei ristori congrui, perché le misure economiche previste per la nostra categoria sono veramente ridicole, e tanti di noi non potranno neppure accedervi perché non raggiungono la percentuale del 30% di perdita indicata dal decreto. Oltre al danno non dimentichiamo la beffa che abbiamo subito quando ci hanno tenuti aperti bloccando gli spostamenti tra i Comuni. Insieme ad aver subito un calo naturale dovuto alla pandemia, abbiamo subito perdite legate ai clienti che non hanno potuto spostarsi per raggiungersi".

A ciò, sottolinea Palattella, si aggiunge il danno provocato alle categorie di acconciatori ed estetisti dall'abusivismo, "una problematica già radicata nel nostro settore da anni - spiega la presidente di Confartigianato Puglia - che però in questo periodo è diventata dilagante, toccando punte del 30%: per ogni parrucchiere e centro estetico che chiude, c'è un abusivo alla porta del cliente pronto a intervenire. Per questo ci deve essere data la possibilità di lavorare, perché noi abbiamo i mezzi per farlo, mentre queste persone vanno in giro casa per casa per effettuare un servizio a domicilio che non solo danneggia le attività ma rappresenta un pericolo per la salute, può contribuire a diffondere i contagi. E' evidente che qualcosa non sta funzionando, e dobbiamo farci sentire". Allo stesso modo, Palattella stigmatizza anche il comportamento di chi, a fronte di un'attività chiusa, potrebbe aver scelto la 'strada' del domicilio per continuare a lavorare: "Non ci risulta, ma anche laddove, preso dalla disperazione del momento, qualcuno può agire in maniera impulsiva, ci dissociamo da questo tipo di comportamento, non si deve cadere nell'illegalità che invece è ciò che noi combattiamo".

Intanto, in relazione alle riaperture, si aspetta di vedere cosa accadrà domani, con il nuovo monitoraggio Iss. Non è detto che la Puglia passi nella zona arancione, con meno restrizioni, ma se anche così fosse - ribadisce Palattella - il senso della protesta resta: "A prescindere dal possibile cambio di colore, abbiamo voluto dimostrare che il nostro lavoro non è un gioco. Del resto, nessuno ci assicura che, se i numeri dei contagi dovessero risalire, non si torni a chiudere nuovamente. E invece è proprio questo sistema dei colori che noi vogliamo contrastare".

(In foto: Silvia Palattella davanti al suo salone in via Salapia)

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