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Economia

I giovani pugliesi sono i "nuovi poveri": report della Cgil, redditi sempre più bassi e contratti precari

Il report del sindacato presentato a Bari. Gesmundo: ""Dobbiamo scongiurare che con gli investimenti del Pnrr si verifichi quanto sta già avvenendo, e cioè una crescita senza buona occupazione o addirittura perdita di posti di lavoro"

Giovani come nuovi poveri, alto tasso di disoccupazione per le donne e crisi aziendali sempre più presenti: è la mappa dela precarietà lavorativa in Puglia tracciata in un dossier della Cgil regionale presentato questa mattina in conferenza stampa a Bari.

In base agli indicatori presi in esame, sul mercato del lavoro risaltano le difficoltà che vivono le donne a entrare nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione del 32,5% e un tasso di inattività del 60,6%. Sono solo 140mila gli under 29 che lavorano in Puglia, tra cui un quarto lavora nel commercio  e un 20% tra agricoltura e servizi

In generale, Bari è la provincia con un tasso di occupazione più alto nella regione, ovvero il 53,5%, a fronte di una disoccupazione all'11%, un tasso di inattività del 39,7% e una presenza di giovani Neet, ovvero che non studiano, né lavorano, né sono in formazione del 23,3%

I rapporti di lavoro attivati in Puglia nel primo semestre 2021 sono stati 538mila e di questi 446mila a tempo determinato mentre i rapporti cessati sono stati 391mila. Di questi oltre 236mila hanno avuto durata di un solo mese, 106mila da 1 a 3 mesi. 

Sul fronte dell'istruzione qualificata, in Puglia su dieci dipendenti solo due sono laureati. L’indagine AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati ci dice che a 3 anni dal titolo, gli studenti del Politecnico di Bari – preso come campione di esempio - trovano lavoro nella misura dell’87,8%, ma il 41% è in altre regioni o all’estero. Le proiezioni demografiche dell’Istat ci dicono che nel 2030 la Puglia vedrà ridursi la popolazione con età 15-24 anni di oltre 100mila unità. Tra il 2002 e il 2020 hanno cancellato la propria residenza trasferendola all’estero quasi 90mila persone. Quelli che invece si sono trasferiti nello stesso periodo in un’altra regione italiana sono oltre 470mila. 

Infine, precarietà e bassi salari determinano povertà lavorativa: gli individui poveri occupati solo quasi 60mila, poveri nonostante lavorino. Gli individui poveri per classi d’età vedono il 30,9% concentrarsi nella fascia 15-34 anni, cui si somma un altro 14% per gli under 14.

"Dobbiamo scongiurare - spiega Pino Gesmundo, segretario generale Cgil Puglia - che con gli investimenti del Pnrr si verifichi quanto sta già avvenendo, e cioè una crescita senza buona occupazione o addirittura perdita di posti di lavoro. In Puglia vi sono tantissime crisi aziendali, si vive una condizione di precarietà che trascina con sé povertà salariale e desertificazione demografica a causa dell’emigrazione. La politica la smetta con i teatrini e si confronti sulle cose da fare: diciamo alla Regione Puglia che serve un’idea di sviluppo, una visione strategica, e soprattutto una regia e una coerenza d’insieme degli interventi, partendo dalla centralità del lavoro. Per questo rilanciamo la proposta di un Patto per il lavoro come luogo di confronto e assieme strumento operativo, una cornice dentro la quale definire gli obiettivi verso cui orientare le progettualità e le risorse del Pnrr e dei Fondi Strutturali per sostenere la creazione di buona occupazione. Chiediamo alla Regione di farsene promotrice”.

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