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Economia

Puglia nella zona arancione, "con stop a bar, ristoranti e agriturismi perdita di fatturato mensile da 400 milioni"

Le stime di Coldiretti sull'impatto economico del nuovo Dpcm: "Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti - si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini di prodotti agroalimentari"

Circa 20mila tra bar, ristoranti, pizzerie e 875 agriturismi - secondo quanto stimato da Coldiretti - che da oggi in Puglia, regione rientrata nella zona arancione, dovranno chiudere (consentiti solo asporto e domicilio), "con una perdita di fatturato mensile di oltre 400 milioni di euro ed un drammatico effetto a valanga sull’intera filiera per il mancato acquisto di alimenti e vino". I dati emergono da un'analisi condotta dall'associazione sulle conseguenze dell’entrata in vigore del nuovo DPCM con la serrata imposta dalle misure anti contagio in una regione dove molto diffuso è il consumo alimentare fuori casa.

Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – sottolinea la Coldiretti - si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

“Per effetto della chiusura della ristorazione è a rischio un sistema agroalimentare che in Puglia è assicurato grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che nel 2020 a causa dell’emergenza Covid è sostenuta dalle consegne a domicilio e dall’asporto”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione e l’agriturismo – precisa la Coldiretti – rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti - devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy.

“Alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti i sostegni economici agli agriturismi e a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare – sollecita il presidente dell’associazione agrituristica di Coldiretti Terranostra Puglia, Filippo De Miccolis - per dare liquidità ad aziende che devo sopravvivere all’emergenza Covid, come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti”.

Servono dunque ristori immediati e un piano nazionale – conclude Coldiretti Puglia - che metta in campo tutte le azioni necessarie per non far chiudere per sempre attività come gli agriturismi che rappresentano un modello di turismo sostenibile grazie ai primati nazionali sul piano ambientale ed enogastronomico.

(foto di repertorio)

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