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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Tra costi e coperti ridotti, la riapertura preoccupa i ristoratori: quasi la metà teme di non farcela

E' quanto emerge da un sondaggio condotto dal consorzio 'La Puglia è servita' su 70 associati: il 48,5% degli imprenditori preferirebbe una riapertura rinviata al prossimo anno, "con finanziamenti pubblici di sostegno". Il 41,7% non sa se riuscirà a restare aperto

In ordine di tempo (stando almeno a quanto finora stabilito dal governo) saranno gli ultimi a riaprire al pubblico, dopo il lockdown imposto per l'emergenza Covid: i ristoranti, come i bar e gli altri locali, si preparano a ripartire il 1° giugno, ma la ripresa delle attività preoccupa e divide i ristoratori.

E' quanto emerge da un sondaggio condotto dal Consorzio “La Puglia è Servita” (a chiu aderiscono ristoratori e imprenditori del turismo, masserie e operatori dell’ospitalità legati alla terra e alle sue materie prime), sui suoi 70 associati. “In Puglia è emerso un mondo della ristorazione spaccato in due sull’apertura, ma tutti sono d’accordo su un punto: subiranno molti danni per il taglio dei posti a sedere. I ristoratori del nostro Consorzio - fa notare il direttore Vittoria Cisonno - basano la loro attività sul convivio, sulla condivisione a tavola di una esperienza, che va ben oltre del semplice cibo. Non solo nutrimento, ma piacevolezza”.

Riaprire il 1° giugno è giusto? Per il 45,8% servirebbe un piano di riapertura con data fissata al prossimo anno, con finanziamenti pubblici di sostegno”. C’è invece un 41, 7% più ottimista che ha voglia di verificare se vi sono condizioni effettive per ripartire.

Quale sarà la situazione economica della sua impresa? Dall’1 giugno, chi aprirà non sa se riuscirà a restare aperto (41,7%). Mentre il (29,2%) ipotizza di ridurre costi e quindi anche il personale, c’è invece chi pur nella grande difficoltà prevede che non ridurrà il personale e i costi (12,5%). Infine, c’è chi punta alla diversificazione come elemento di compensazione (16,7%).

Cosa farà perdere più reddito? Per l’83% non ci saranno clienti a sufficienza per reggere i costi.

L’azienda può attuare il distanziamento? Anche qui due blocchi quasi contrapposti. Il 29,2 % ha già procurato i DIP e sta formando lo staff. Un su 8 subirà un danno sostenibile dovuto alla riduzione dei posti a sedere (12,5%). Un 37,5% teme soprattutto le disposizioni “sottintese” quindi non espressamente indicate nei provvedimenti legislativi. Molto delicata la situazione di chi (1 su 5) dichiara che il protocollo di distanziamento non è sostenibile con il tipo di ristorazione offerta.

Quanti posti a sedere andranno persi? Alcune strutture (12%) raggiungono una riduzione di oltre il 70% dei coperti mentre solo l’8% dichiara una riduzione dei coperti inferiore al 50%.

Che misure chiedete al governo? “Al primo posto (37,5%) dal sondaggio è emersa la richiesta di accesso rapido a strumenti di liquidità finanziaria garantiti dallo stato con interessi bassi o a tasso zero, con lenta restituzione - risponde Beppe Schino, presidente de “La Puglia è Servita” - . Il 29,2% chiede la cancellazione di imposte e tasse per tutto il 2020 perché chi non incassa non può pagare le tasse. Come andare avanti? Il 20,8% indica, come unico modo, la cassa integrazione fino a fine anno”. C’è una bella differenza con quanto, in queste ore, secondo le prime indiscrezioni il Governo vorrebbe fare: cassa integrazione solo fino ad ottobre. Ma con una magra stagione estiva, come potranno sopravvivere le aziende della ristorazione e del turismo enogastronomico?

Altro capitolo delicatissimo, prosegue il presidente Beppe Schino, è quello del credito d’imposta: il 12,5% degli operatori chiede che il 60% dell’ammontare venga riconosciuto al proprietario fino al 31.12.2020 con un 40% dell’imposta a carico del locatario”. I risultati del sondaggio condotto dal Consorzio ​La Puglia è Servita danno una fotografia puntuale sulla situazione attuale della ristorazione e, il documento finale, è stato condiviso e sottoscritto da BuonaPuglia e Agritourist Puglia. Le stesse esigenze, e preoccupazioni, vengono dall’indotto e cioè da AIS Puglia, FIS Puglia, Buonaterra - Movimento Turismo dell’olio Puglia, Movimento Turismo del Vino Puglia.

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