Saldi estivi, vendite in ripresa ma la data di avvio non convince i negozianti: "Più 20% rispetto al 2021, ma partenza va posticipata"
L'indagine condotta dalla Confesercenti Bari a circa un mese dall'inizio degli sconti, partiti il 2 luglio: trend in crescita rispetto allo scorso anno, ma i commercianti chiedono di posticipare la data di partenza
Vendite in aumento rispetto allo scorso anno, budget di spesa della clientela sostanzialmente 'stabile', tra i 150 e i 200 euro, ma anche una data di partenza, quella del 2 luglio, ritenuta inadeguata dai commercianti. A tracciare un primo bilancio intermedio dell'andamento dei saldi estivi nel Barese è la Confesercenti Bari.
L'associazione di categoria ha infatti condotto uno studio su un campione di 100 associati dislocati in provincia di Bari, tra attività di abbigliamento uomo-donna-bambino, negozi di biancheria, borse e accessori, boutique e settore calzaturiero, escludendo catene e negozi della grande distribuzione.
A illustrare i risultati dello studio è la presidente di Confesercenti Terra di Bari, Raffaella Altamura: "Rispetto allo scorso anno, quando ancora c’erano gli strascichi della pandemia e venivamo da periodi di apertura e chiusura a singhiozzo, le vendite sono andate meglio. Il trend è intorno al 20% in più rispetto al 2021- spiega- e molti hanno giustificato l’aumento delle vendite in virtù delle presenze turistiche nelle nostre città, soprattutto di stranieri". Dati dunque decisamente confortanti, evidenzia l'associazione.
Un’altra domanda rivolta ai commercianti riguarda il budget di spesa pro-capite: «Siamo su una media di 150-200 euro a testa, più o meno in linea rispetto ai numero pre-pandemia».
La partenza dei saldi ad inizio luglio, però, secondo i commercianti è decisamente da rivedere: «Quasi tutti hanno risposto che il 2 luglio è una data inappropriata, perché non può essere considerato un “fine-stagione” se pensiamo che, per una regione come la Puglia, con le sue condizioni climatiche e con l’arrivo dei turisti, l’estate termina praticamente a fine settembre. L’idea dei nostri associati è quella di differire di almeno una quindicina giorno l’inizio dei saldi».
Un altro interessante aspetto emerso dalle interviste ai commercianti è quello che i saldi non sono più segnati con il cerchietto rosso sul calendario da parte dei clienti: «La data di inizio dei saldi non è più attesa come una volta. Per intenderci, la clientela dei negozi di prossimità è abituata ad avere un “riguardo”, un piccolo sconto, durante tutto l’arco dell’anno: nel momento in cui acquista, lo fa per necessità, non perché ci siano i saldi, che rimangono soltanto per gli avventori casuali».
Quanto influisce l’aumento dei costi per i commercianti? Raffaella Altamura spiega che «gli esercenti avvertono un aumento dei costi di gestione per le rispettive attività di circa il 20-30%. L’aumento delle vendite, in sostanza, viene assorbito ed annullato, dal punto di vista dei guadagni, dai rincari».
Ultimo aspetto da sottolineare è che «nessun negozio, in questo mese, ha mai superato il 50% di sconto. Su questo influisce molto la presenza di tanti turisti, che possono avere un maggiore potere di acquisto», spiega Raffaella Altamura. Nonostante i dati confortanti, però, serve una revisione del sistema saldi: «Da tempo, nei tavoli di concertazione nazionali e regionali, la Confesercenti sottolinea alle autorità competenti la necessità di rivedere l’inizio dei saldi. Gli operatori, che sono i destinatari dei provvedimenti, da questo punto di vista sono totalmente insoddisfatti. Una revisione di tutto il sistema saldi è necessaria: nei tavoli di concertazione le tematiche sono numerose, ma l’aspetto imprescindibile, dal quale bisogna partire, è lo slittamento dei saldi di almeno una quindicina di giorni», conclude la presidente di Confesercenti Bari.