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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Fiori a San Valentino per quasi un pugliese su due, ma il caro energia mette in ginocchio il settore: "Vivai costretti a produrre in perdita"

A evidenziare la situazione è la Coldiretti Puglia: se l'omaggio floreale resta il dono più ricorrente, i produttori devono fronteggiare gli effetti pesantissimi dei rincari energetici: "I costi di produzione superano di gran lunga quelli di vendita"

Il regalo di San Valentino? Per quasi un pugliese su due (tra coloro che faranno doni) la scelta cadrà su un mazzo di fiori o su una pianta: è quanto emerge da un'indagine on line condotta dal sito https://puglia.coldiretti.it/ sui doni preferiti per la festa degli innamorati. 

Secondo il sondaggio di Coldiretti Puglia, i doni floreali vengono anche quest’anno largamente preferiti (con una percentuale di circa il 45%) rispetto a cioccolatini (25%), capi di abbigliamento (11%) e gioielli (10%). 

Ma se la festa di San Valentino, con la discesa dei contagi Covid e lo stop alle mascherine rappresenta, sottolinea Coldiretti, "il simbolo di un primo ritorno alla normalità ma anche l’occasione per far ripartire gli acquisti di piante e fiori in Italia", restano "le gravissime difficoltà legate all’aumento dei costi energetici che stanno mettendo in ginocchio le serre". Difficoltà che, nel Barese, coinvolgono tutto il settore florovivaistico tra Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo.

"Quest’anno - evidenzia l'associazione degli agricoltori - produrre fiori costa agli agricoltori il 30% in più a causa dell’impennata dei costi energetici, con i vivai che sono oggi costretti a produrre praticamente in perdita, perché l’emergenza energetica si riversa – sottolinea Coldiretti regionale – non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni. Nelle serre si spende dal 50% in più per il gasolio e l’elettricità al 400% in più per concimi e metano, mentre i prezzi degli imballaggi in plastica sono triplicati. Il risultato è, ad esempio, che per una serra di mille metri dove si coltiva un fiore del periodo come la viola a ciocche la perdita netta per i vivaisti  è di 1250 euro, con i costi di produzione che superano di gran lunga quelli di vendita". 
 

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