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Economia

Sanità, migliaia di posti di lavoro a rischio e pioggia di ricorsi in arrivo

I sindacati di categoria denunciano il mancato rinnovo di 2.500 contratti, mentre la giunta regionale ha approvato la delibera che recepisce la bocciatura da parte della Consulta della legge sulle stabilizzazioni

Gli effetti della decisione della Corte costituzionale, che lo scorso febbraio ha bocciato la legge regionale 4/2010 sulle stabilizzazioni nella sanità, cominceranno a farsi sentire presto. Ieri infatti la giunta regionale ha preso atto della sentenza della Consulta, approvando la delibera che obbliga i direttori delle Asl a comunicare entro 15 giorni la cessazione del contratto di lavoro agli ex-precari assunti a tempo indeterminato.

Una decisione grave ma inevitabile, che lascia preagire una pioggia di ricorsi contro le comunicazioni dei dirigenti delle Asl. Grande preoccupazione per le conseguenze della libera approvata, è stata espressa oggi  dal consigliere regionale in quota UDC Giannicola De Leonardis:  “Parliamo di persone che, in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, possono aver contratto dei mutui, avere gettato le basi per un futuro che adesso diventa improvvisamente nebuloso [...] E parliamo di sanità pubblica, che non può e non deve precipitare nel caos, mettendo a rischio la salute di migliaia e migliaia di cittadini".

Alle preocupazioni espresse dal mondo politico si associa il grido d'allarme lanciato stamattina dall'Usspi, il sindacato autonomo del pubblico e privato impiego che difende gli interessi dei lavoratori precari delle Asl, della case di cura e case protette per anziani: "Il processo di selezione “contabile” per il personale della sanità pugliese è cominciato - si legge in un comunicato diffuso dal sindacato - Dai 500 ai tremila precari non avranno più i rinnovi contrattuali. E non è nemmeno un problema di esuberi dovuti alle nuove piante organiche, ma di tagli veri e propri perchè la legge 122 voluta da Tremonti impone di tagliare il 50 per cento dei precari in servizio e la legge Brunetta vieta di prorogare i contratti a chi è precario da più di tre anni".
 

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