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"Trasferimenti nel presidio Covid in Fiera, contratti non rinnovati e mensa chiusa": il personale sanitario del Policlinico incrocia le braccia

L'allarme dei sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl relativamente all'organizzazione del lavoro nell'ospedale barese, tra turni stressanti e contratti non rinnovati al personale a tempo indeterminato. Problemi che tornati al centro della cronaca dopo il decesso per infarto di un chirurgo nel giorno di riposo. La replica dell'azienda ospedaliera: "Ultimo tavolo con i sindacati il 22 dicembre"

"Ci chiediamo che fine hanno fatto gli angeli bianchi, gli eroi di qualche mese fa?" La domanda arriva, congiunta, dai responsabili dei sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, al termine di una lunga lista di problematiche che stanno interessando il personale sanitario del Policlinico di Bari. Tra questi, i turni sfiancanti a cui l'emergenza Covid ha costretto medici e infermieri, balzato agli onori della cronaca dopo l'infarto che ha ucciso nel giorno di riposo il chirurgo dell'ospedale barese Raffaele Sebastiani. Ed è proprio con un suo ricordo che si apre la lettera che i tre sindacati indirizzano - tra gli altri - al governatore Emiliano, al direttore del Dipartimento regionale della Salute Vito Montanaro e al direttore generale del Policlinico, Giovanni Migliore: "Le scriventi OO.SS. esprimono solidalmente profonda commozione e gratitudine nei confronti del collega dirigente medico che recentemente è venuto a mancare, onorando fino in fondo il suo compito di medico e di lavoratore al servizio dei pazienti. Una perdita che ci deve far riflettere e non aggiungiamo altro, proprio per evitare strumentalizzazioni e ipocrisie".

Trasferimenti di personale e mensa chiusa

Quello che segnalano i sindacati è una mancanza di organizzazione del lavoro all'interno dell'ospedale,che impedisce al personale di operare in salute e sicurezza, ma anche 'stravolgimenti' nell'assetto organizzativo dei presidi. "Sono tanti gli operatori sanitari che ci segnalano di avere ricevuto una telefonata con la quale si dispone la loro assegnazione in Fiera dall’oggi al domani - ricordano - senza nessuna attenzione verso operatori sanitari, socio sanitari, che sono in quarantena o in malattia, sguarnendo da un giorno all’altro le UOC–Servizi dove sono attualmente collocati, con la evidente riduzione di tutte le prestazioni, visite ambulatoriali, esami emato chimici e strumentali, ricoveri, che da tempo i cittadini attendono di poter effettuare dopo i già lunghissimi tempi di attesa nel Policlinico. E tutto questo accade senza conoscere i criteri con cui si procede a tali assegnazioni, senza aprire un confronto con le OO.SS., evidentemente senza sentire i direttori delle Unità Operative, senza verificare forme di reperimento di altro personale (a partire dalla conferma dei rapporti di lavoro a tempo determinato), visto che i casi di contagio non mancano tra il personale sanitario". E puntano il dito contro il dg del Policlinico Giovanni Migliore, accusato di precedere "ad assumere unilateralmente iniziative anche su materie che sono oggetto di confronto e comunque di interesse per il personale dipendente", al contempo assumendo decisioni "senza coinvolgere le rappresentanze dei lavoratori, dalla RSU alle OO.SS., sino a giungere agli RLS, in un frangente, quale è quello attuale, che dovrebbe invece vederci tutti assieme, uniti per cercare di adottare decisioni condivise nell’interesse degli assistiti e degli operatori sanitari". 

Dal Policlinico, contattato sulla vicenda, ricordano però che le assunzioni degli operatori sanitari con contratto a tempo determinato - poi non rinnovato - era legato esclusivamente al periodo emergenziale della pandemia. "C’è una fase di emergenza, il presidio per le maxi emergenze in fiera del levante è l’unico in provincia di Bari in cui vengono ricoverati pazienti Covid - spiegano fonti interne all'azienda ospedaliera - Sono stati assunti negli ultimi 12 mesi, fuori pianta organica del Policlinico, proprio per rispondere all'emergenza Covid, oltre 400 infermieri, medici e tecnici di laboratorio che in questa fase sono stati parzialmente richiamati al lavoro nell'ospedale in fiera,  visto l’aumento del numero dei ricoveri".    

C'è poi la questione mensa, chiusa dal 2020 a causa delle normative Covid, che non è stata in alcun modo sostituita per il personale, costretto quindi a portarsi un pasto da casa o acquistarlo a proprie spese: "Eppure in Prefettura erano stati assunti impegni ben precisi, ad oggi disattesi, visto che non si è proceduto all'attribuzione dei buoni pasto sostitutivi del servizio mensa" ricordano i sindacalisti. Anche su questo tema l'azienda ospedaliera ha replicato a BariToday, ricordando che la legge regionale 1/2008 prevede che le aziende che presentano un disavanzo di bilancio, come il Policlinico, non possano erogare buoni pasto. Ad agosto scorso il Policlinico si è impegnato davanti al prefetto a chiedere alla Regione un tavolo tecnico per risolvere la problematica, cosa che la direzione ha ulteriormente sollecitato e di cui si attende la convocazione.  

Lo sciopero degli operatori sanitari

Una situazione difficile, che ha portato i sindacati a indire un sit-in di protesta. Nello specifico i lavoratori incroceranno le braccia giovedì 13 gennaio, incontrandosi nella mattinata davanti al portone centrale di accesso alla 'cittadella del Policlinico'. Una mobilitazione che segue quella del 30 marzo scorso, quando i sindacati riportarono le stesse problematiche organizzative e il governatore Emiliano si assunse personalmente l'impegno di affrontare la questione. 10 mesi dopo, poco o nulla è cambiato e i sindacati si preparano a portare la questione anche nelle aule giudiziarie. "Una volta informati i lavoratori e acquisito il loro mandato procederemo ad attivare con sollecitudine tutte le iniziative di lotta a sostegno di una vertenza - conclude la lettera - che deve mettere al centro dell’attenzione i diritti dei lavoratori e gli standard di sicurezza e di appropriatezza della cura per gli assistiti, perché ci troviamo dinanzi ad una Azienda che nella sua mission ha il compito di produrre salute e non contenziosi o situazioni di rischio, nella convinzione che ormai si è raggiunto un limite oltre il quale non si può andare e a nulla può valere il richiamo alla responsabilità e alla compostezza in un momento critico come quello che stiamo vivendo, perché proprio il senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori e degli assistiti ci induce ad avviare questa campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione, prima che nefaste conseguenze possano abbattersi sull’azienda e sul personale dipendente". 

Dal Policlinico invece si è pronti a seguire la via del dialogo: "Con i sindacati del comparto è stato già chiuso e sottoscritto dagli stessi rappresentanti sindacali durante l’ultima delegazione trattante del 22 dicembre - assicurano dall'ente ospedaliero - un accordo preciso a seguito di un tavolo tecnico che ha visto la partecipazione di Direzione Sanitaria e Ufficio personale".

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