Settore moda in ginocchio dopo la pandemia, l'allarme dei negozianti: "Serve un piano di aiuti. Schiacciati da online e grandi marchi"
A richiederlo è Confesercenti Terra di Bari e Fismo (Federazione Italiana Settore Moda) Bari. "Il settore non si salva con la concessione di rimanere aperti come dispone l’ultimo decreto del governo perché il comparto funziona se è tutto l’indotto a camminare"
Un piano di aiuti per aiutare il settore della moda, con interventi concreti e immediati "che fronteggino le tante difficoltà del comparto è di vitale importanza, pena la morte di migliaia di attività commerciali". A lanciare l'allarme è Confesercenti Terra di Bari e Fismo (Federazione Italiana Settore Moda) Bari, che vogliono così fronteggiare il calo degli acquisti, giudicato "drammatico", come spiega Raffaella Altamura, presidente Confesercenti Terra di Bari, aggiungendo che il settore "non si salva con la concessione di rimanere aperti come dispone l’ultimo decreto del governo perché il comparto funziona se è tutto l’indotto a camminare: la ristorazione, gli eventi, le feste, le cerimonie, gli spostamenti senza limitazioni tra Comuni e Regioni. Concedere ‘a metà’ significa raccogliere frutti ‘a metà’".
Le richieste al Governo
Un piano di aiuti che passa attraverso 9 punti: finanziamenti a fondo perduto per il settore della distribuzione settore moda; finanziamenti a fondo perduto per i giovani imprenditori fino a 40 anni che investono aprendo nuove attività su marchi del made in Italy e su prodotti di selezione e di qualità provenienti dal resto del mondo; defiscalizzazione e sgravi contributivi per i dipendenti settore moda; formazione professionale, digitalizzazione ed ammodernato dell'intera filiera; abolizione imposte dirette ed indirette e tasse comunali relativamente ai mesi del lockdown; credito di imposta sul magazzino primavera/estate 2019. Tracciare un percorso di programmazione politico-sindacale della categoria; blocco dei titoli di credito; no ai protesti fino alla fine dell'emergenza e proroga degli sgravi fiscali sulle locazioni.
"I negozi di vicinato - spiega Raffaella Altamura - in difficoltà per la concorrenza della vendita online e della grande distribuzione, sin da marzo stanno subendo ulteriori limitazioni senza, tuttavia, ricevere le giuste attenzioni, se non le primissime misure erogate dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate. Le altre agevolazioni, come l’accesso ai fondi di garanzia o ai finanziamenti regionali, costituiscono un ulteriore indebitamento. Questi interventi si sono dimostrati insufficienti e non hanno risolto i problemi degli imprenditori che, mentre devono continuare a pagare i canoni di locazione, si trovano nella condizione di dover effettuare gli ordini per la collezione autunno/inverno 2021, nell’incertezza di poter vendere la merce già in magazzino. Ecco perché, unendoci alla voce di FISMO Confesercenti, chiediamo al governo che gli aiuti vengano estesi anche a questa categoria fortemente penalizzata dal calo dei consumi e del fatturato".
"Occorre intervenire, prima che sia troppo tardi, a supporto di tutte quelle attività in affanno e che rischiano di non riuscire a superare una seconda ondata di crollo dei consumi" conclude la presidente di Confesercenti Terra di Bari.