Vertenza Ciccolella: cancellato l’art. 18
Primi effetti nefasti della famigerata riforma Fornero (legge 92/2012) che ha cancellato, di fatto, l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori rendendo più agevole - per le aziende "corsare" - i licenziamenti collettivi.
17 mensilità: questo è il "valore" - stabilito dal Giudice del Lavoro di Foggia - di un licenziamento illegittimo riguardante ben 35 lavoratori del sito di Candela perché "non conforme alle procedure" della legge 223/91 (quella sulla mobilità).
Visto il precedente è lecito aspettarsi un esito analogo per la vertenza (partita con molto ritardo e dopo una esplicita denuncia dell'USI-AIT Puglia che aveva offerto il patrocinio legale gratuito) che coinvolge i lavoratori di Terlizzi e Molfetta. Il tutto mentre - come avevamo abbondantemente previsto - sulla vicenda Ciccolella è calato un silenzio tombale e dall'agenzia Reuters apprendiamo che Il Cda di Ciccolella ha approvato un'operazione di riassetto societario che riguarda l'affitto di ramo d'azienda della partecipata G.C. Partecipazioni relativo ai siti di Molfetta, Terlizzi e Melfi, a una società semplice correlata denominata Floricoltura Ciccolella.
Il progetto si inserisce nell'ambito di un più ampio disegno che mira a semplificare la struttura delle controllate italiane con l'obiettivo di focalizzare il business sul sito di Candela opportunamente "potato" di personale in esubero per farne un'area a maggiore ritorno economico finalizzata all'ottenimento di una riduzione dei costi e di una maggiore snellezza gestionale.
Con lessico comprensibile questo significa che i siti produttivi di Molfetta, Terlizzi e Melfi sono dismessi in quanto considerati "rami secchi" non più funzionali all'accumulazione capitalistica dei Ciccolella e soci.
A questo punto vien da chiedersi: è opportuno giocarsi tutte le chance per ottenere una vittoria di Pirro (in tribunale)? Non sarebbe più logico (e vincente) mobilitarsi per cancellare la "porcata" Fornero?
UNIONE SINDACALE ITALIANA Puglia