Al Teatro Piccinni “Altri Mondi”, tre prime nazionali, una prima assoluta di danza e 9 esclusive regionali su 18 spettacoli
Un teatro Piccinni che si specchia e si tinge di nuovi colori fluo. È questa l’immagine della nuova stagione teatrale del Comune di Bari, realizzata in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. Un teatro che si apre a nuovi percorsi e ad “Altri mondi” e ci accompagna verso l’esplorazione di nuovi linguaggi e nuove visioni. Un viaggio di sola andata verso la società e verso se stessi, verso quei mondi così vicini eppure così difficili da raggiungere. Ed ecco che ci vengono in aiuto gli uomini e le donne del teatro con una programmazione che quasi li sfida al confronto tra loro stessi e sugli stessi autori per farceli conoscere da diverse angolazioni.
“Altri Mondi” si presenta con 3 prime nazionali, una prima assoluta di danza e 9 esclusive regionali su 18 spettacoli in programma.
Tra gli spettacoli in prima nazionale il primo è “Danzando con il mostro”, tre degli artisti più premiati e apprezzati della scena contemporanea, Serena Balivo, Mariano Dammacco, Roberto Latini, s’incontrano per la prima volta sul palcoscenico per dare appuntamento al “mostro” e invitarlo a danzare insieme a loro, insieme agli spettatori (3-6 novembre). Mariano Dammacco e Serena Balivo saranno sul palco del Piccinni anche con “Spezzato è il cuore della bellezza”, lo spettacolo grazie al quale Dammacco si è aggiudicato il Premio Ubu 2020-2021 nella categoria Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica (29-30 ottobre). Un lavoro di creazione partito da alcune domande sull’amore e su come questo sentimento, fondamentale nella vita umana, possa trasformarsi, degenerare, tradire i desideri e le aspettative di chi lo vive.
“Il giuocatore” di Carlo Goldoni, portato in scena dalla Compagnia del Sole, per la regia di Marinella Anaclerio, altra prima nazionale, esplora il gioco come vertigine, come vero sistema di vita, mettendo a nudo tutti i meccanismi mentali e la possibile dipendenza pericolosa che crea (1-4 dicembre). La scrittura di Goldoni ritorna per indagare questa volta i temi dell’identità, della famiglia e dell’amore in esclusiva regionale con “I due gemelli veneziani” per la regia di Valter Malosti, con, tra gli altri, Marco Foschi, Danilo Nigrelli e Marco Manchisi (17-20 novembre). Un intreccio trascinante fatto di duelli, amori e disamori, fughe, prigioni, ritrovamenti, in cui svetta la magnifica invenzione dei gemelli identici ma totalmente opposti di carattere, uno sciocco l’altro scaltro.
Terzo debutto nazionale “Morte a Venezia” di Thomas Mann, adattamento, regia e interpretazione di Paolo Panaro (compagnia Diaghilev), un affresco della fine di un mondo, quello dell’Europa alla fine della Prima Guerra Mondiale (10-11 dicembre). Va in scena in stagione anche la nuova regia di Carlo Bruni dedicata alla figura di Lucrezia Borgia: “Insight Lucrezia” con Nunzia Antonino, da una riscrittura di Antonella Cilento (11 e 12 febbraio).
Lo sguardo contemporaneo di Daniele Finzi Pasca lo incontriamo due volte: prima in “Nuda”, uno spettacolo in cui la potenza teatrale si sposa con una narrazione poetica dal sapore onirico, in assoluta armonia con il teatro fisico e la danza aerea (dal 20 al 23 ottobre), e poi in “Azul. Gioia, furia, fede y eterno amor”, in programma al Piccinni con Stefano Accorsi, Luciano Scarpa, Sasà Piede Palumbo, Luigi Sigillo (dal 12 al 15 gennaio in esclusiva regionale). Arturo Cirillo, già due volte premio Ubu come miglior regia e come attore non protagonista, torna in esclusiva regionale a Bari con il suo ultimo lavoro: “Cyrano de Bergerac”, tratto dalla celebre commedia di Edmond Rostand (19-22 gennaio).
“Altri Mondi” esplora anche la poetica pirandelliana attraverso lo sguardo di due grandi registi: Gabriele Lavia per “Il berretto a sonagli” (dal 15 al 18 dicembre in esclusiva regionale) e Luca De Fusco per “Enrico IV” con Eros Pagni (9-12 marzo).
L’esplorazione continua nella drammaturgia americana del Novecento: Vinicio Marchioni lo incontriamo in scena con Sonia Bergamasco in “Chi ha paura di Virginia Woolf?” di Edward Albee, per la regia di Antonio Latella (dal 23 al 26 febbraio in esclusiva regionale), tra i lavori più rappresentati al mondo dello scrittore e drammaturgo statunitense (portato in scena per la prima volta in Italia da Zeffirelli), a cui viene riconosciuto il merito di aver grandemente contribuito ad introdurre negli Stati Uniti le nuove tendenze drammatiche europee e in particolare le concezioni del teatro dell'assurdo. E infine, in esclusiva regionale, Massimo Popolizio ci porta nel mondo di Arthur Miller con “Uno sguardo dal ponte”. Il destino ineluttabile, da cui si può essere vinti e annientati, guida la trama di questo capolavoro della letteratura americana. Il dramma di Miller, scritto nel 1955 a partire da un brutale fatto di cronaca, narra le disavventure di un immigrato italiano a New York, dilaniato da una morbosa passione. Popolizio ne fa un grande racconto teatrale con la potenza espressiva di un film (13 - 16 aprile).
DANZA A BARI
La sezione danza si inaugura con una prima assoluta: “Intima-mente” in cui per la prima volta danza a Bari Antonella Albano, barese di nascita, prima ballerina del teatro alla Scala di Milano, che assieme a Nicola Valenzano ha creato specificatamente per la sua città di origine uno spettacolo che unisce danza, musica e teatro. Albano danzerà le coreografie di Bigonzetti, De Candia, Di Stefano, Lukàcs, Moret Gonzales e Ventriglia sulle musiche dal vivo di Piero Salvatori (15 ottobre). DAB23 continua poi con tre esclusive regionali: arriva per la prima volta in Puglia lo spettacolo “Spellbound 25” della Spellbound Contemporary Dance Ballet, uno spettacolo che nasce dal talento creativo di tre grandi coreografi internazionali, tra gli autori contemporanei maggiormente rappresentativi, Mauro Astolfi, Marco Goecke (vincitore del Benois de la danse) e Marcos Morau, (12 novembre). Segue “Ballade” della MM Contemporary Dance Company, composto da due inedite coreografie firmate da Mauro Bigonzetti ed Enrico Morelli: un viaggio tra generazioni diverse dagli anni Ottanta a oggi (18 febbraio). Non si può perdere “Rifare Bach” in cui Roberto Zappalà fonde magistralmente la naturale bellezza del corpo dei danzatori e la musica di Bach (4 marzo).
Per i più piccoli, infine, c’è Dab kids con Factory Compagnia Transadriatica che porta in scena “Peter Pan” di Tonio De Nitto, collaborazione drammaturgica Riccardo Spagnulo (23 aprile).
PROGRAMMA
NUOVE ROTTE
Dal 20 al 23 ottobre 2022
Compagnia Finzi Pasca
NUDA
Con Melissa Vettore, Beatriz Sayad, Jess Gardolin, Micol Veglia, Francesco Lanciotti
Musiche Maria Bonzanigo
Scenografia e accessoriHugo Gargiulo
Costumi Giovanna Buzzi
Video Designer Roberto Vitalini per Bashiba.com
Direttore di produzione, co-designer luci Marzio Picchetti
Scenografo associato Matteo Verlicchi
Autore, regista, designer luci DANIELE FINZI PASCA
In co-produzione con Gli Ipocriti Melina Balsamo, Fondazione Teatro della Toscana, LAC Lugano Arte e Cultura, Chekhov International Theatre Festival, TKM Théâtre Kléber-Méleau, Festival InternacionalCervantino
Ispirata all’omonimo romanzo di Daniele Finzi Pasca, Nuda, la nuova creazione della Compagnia è uno spettacolo denso di mistero e stupore, dove profondità e abissi sono in continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso, fatto di piani che si sovrappongono e giocano tra loro.
Cinque straordinari artisti interpretano uno spettacolo in cui la potenza teatrale si sposa con una narrazione poetica dal sapore onirico, in assoluta armonia con il teatro fisico e la danza aerea.
Due gemelle, cresciute insieme in una famiglia “eccentrica”, eppure così simile a quella di tutti, si toccano, si sfiorano, a volte si calpestano, per poi riscoprirsi in un abbraccio pieno di gioia e libertà ritrovate.
Un gioco acrobatico e teatrale reso possibile da un sistema di volo innovativo, insieme a un’installazione di luci interattiva intrecciati alla narrazione e un potente universo sonoro, compongono insieme questo spettacolo magico e surreale.
NUOVE ROTTE
Dal 3 al 6 novembre 2022 – PRIMA NAZIONALE
Infinito/ ERT, Teatro Nazionale / Compagnia Lombardi-Tiezzi
Serena Balivo, Mariano Dammacco, Roberto Latini
DANZANDO CON IL MOSTRO
Uno spettacolo di e con Serena Balivo, Mariano Dammacco, Roberto Latini
Drammaturgia Mariano Dammacco
Musiche Gianluca Misiti
Scene e costumi Francesca Tunno
Disegno luci e direzione tecnica Max Mugnai
Mostro. Creatura leggendaria o soprannaturale. La parola proviene dal termine latino monstrum che indica essenzialmente l’apparire, il manifestarsi, il mostrarsi improvviso di qualcosa di straordinario, un segno, un prodigio; e deriva dal tema di monere: avvisare. Il mostro è un ammonimento, un avvertimento per l’uomo.
In presenza del mostro si avverte il pericolo, si tende a fuggire, a correre via a perdifiato.
Non ci si volta neanche a guardarlo perché è così spaventoso che non lo si vuole vedere, non resistiamo alla tentazione di chiudere gli occhi e sperare che forse, il mostro, ce lo siamo soltanto immaginato. Poi apriamo gli occhi e il mostro è ancora lì, ci ha seguiti, ci sta guardando.
Allora ci fermiamo, proviamo a ricambiare lo sguardo, lo osserviamo e ci pare di riconoscerne alcuni tratti, ci appare familiare. Forse è il tuo mostro, fa parte di te, forse il mostro sei tu.
Così, lo spavento diventa più grande e si tenta di nuovo la fuga, ma fuggire da sé è molto difficile, allora provi ad avvicinarlo, a parlargli, a chiedergli chi è e cosa vuole da te. Il mostro forse non parla la tua lingua e tu non parli la sua. La situazione allora diventa penosa.
Io sono il mostro e questa è la mia storia.
TERRAFERMA
Dal 17 al 20 novembre 2022 – ESCLUSIVA REGIONALE
ERT Teatro Nazionale / TPE - Teatro Piemonte Europa/ Teatro Stabile del Veneto / Teatro Metastasio di Prato
Marco Foschi, Danilo Nigrelli, Marco Manchisi
I DUE GEMELLI VENEZIANI
Di Carlo Goldoni
adattamento Angela Demattè, Valter Malosti
con Marco Foschi, Danilo Nigrelli, Marco Manchisi, Irene Petris, Alessandro Bressanello, Anna Gamba, Valerio Mazzucato, Camilla Nigro, Vittorio Camarota, Andrea Bellacicco
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Gianluca Sbicca
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
cura del movimento Marco Angelilli
assistente alla regia Jacopo Squizzato
regia VALTER MALOSTI
si ringrazia il maestro mascheraio Stefano Perrocco di Meduna per la maschera di Pulcinella indossata da Marco Manchisi
I due gemelli veneziani è una gran macchina di divertimento con un intreccio trascinante fatto di duelli, amori e disamori, fughe, prigioni, ritrovamenti, in cui svetta la magnifica invenzione dei gemelli identici ma totalmente opposti di carattere, uno sciocco l’altro scaltro. Ma lo stesso testo è anche una farsa nera, eversiva, inquietante, sulla famiglia l’identità, l’amore (anche brutale, violentemente erotico, incestuoso) e la morte. Il regista ha compiuto con Angela Demattè un affascinante viaggio nel laboratorio linguistico goldoniano utilizzando soprattutto il corpo dei suoi lavori per musica e gli Intermezzi in modo da regalare ai personaggi un italiano (ed anche un veneziano) più sporco, meno edulcorato, più ruvido più birichino.
Lo spazio scenico parte dalla casa e si sfalda in un labirinto di vicoli e prospettive misteriose. La strada è molto presente nel testo, una strada a volte pericolosa come quella appena fuori Verona dove si consuma il prologo dell’assassinio della madre dei gemelli e della ritrovata sorella, raccolta, proprio come la Marianna di Marivaux, da una pozza di sangue e quasi schiacciata, ma cosi salvata, dal corpo della madre.
TERRAFERMA
Dal 1 al 4 dicembre 2022 – PRIMA NAZIONALE
Compagnia del Sole
IL GIUOCATORE
di Carlo Goldoni
Con Flavio Albanese, Stella Addario, Antonella Carone, Patrizia Labianca, Loris Leoci, Tony Marzolla, Luigi Moretti, Dino Parrotta, Domenico Piscopo.
Disegno luci Cristian Allegrini
Regia MARINELLA ANACLERIO
«Questa Commedia ha caratteri tanto universali, che in ogni luogo ove fu ella rappresentata, credevasi fatta sul conio degli originali riconosciuti». C. Goldoni - Prologo “Il Giocatore”. Così sottolinea Goldoni a proposito della sua commedia, scritta nel 1750, anno della scommessa con il suo pubblico di scrivere 16 commedie nuove, ed andata in scena nel 1751. Scommessa appunto, ovvero un lanciarsi oltre l’ostacolo del logico per fare qualcosa di mai tentato prima, qualcosa di memorabile e speciale. Il gioco come vertigine, dunque, per lui non era soltanto legato al danaro ma un vero sistema di vita. In ogni caso i tavoli del gioco d’azzardo li conosceva molto bene, come conosceva molto bene tutti i retrobottega e casinò ufficiali dove si facevano e disfacevano fortune. Con questa pièce, Goldoni, mette a nudo con destrezza i meccanismi mentali del giocatore, svelandone tutti i processi e le trappole in cui egli cade trascinando spesso con sé quanti lo circondano. Si ride, ma si comprende anche quanto il gioco d’azzardo sia una dipendenza non meno pericolosa di un qualsiasi stupefacente. Mai come oggi portare in scena Il Giuocatore ci consente di proporre al pubblico un’analisi tragica e comica della ludopatia come fenomeno sociale.
TERRAFERMA
Dal 15 al 18 dicembre 2022 – ESCLUSIVA REGIONALE
Effimera/Diana OR.I.S.
Gabriele Lavia, Federica Di Martino
IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello
con Gabriele Lavia, Federica Di Martino, Francesco Bonomo, Matilde Piana, Maribella Piana, Mario Pietramala, Giovanna Guida, Beatrice Ceccherini
scene Alessandro Camera
costumi ideati dagli allievi del Terzo anno dell’Accademia Costume & Moda Matilde Annis, Carlotta Bufalini, Flavia Garbini, Ludovica Ottaviani, Valentina Poli, Stefano Ritrovato, Nora Sala - Coordinatore Andrea Viotti
musiche Antonio Di Pofi
regia GABRIELE LAVIA
Per Luigi Pirandello la vita è una “soglia” troppo affollata del “nulla”. E tutta la sua opera ruota attorno a questo “nulla” affollato di “apparenze”, di ombre che si agitano nel dolore e nella pazzia. Solo “i personaggi” sono “veri” e “vivi”. Il Berretto a Sonagli è una tragedia della mente. Ma porta in faccia la maschera della “farsa”. Pirandello mette sulla scena un “uomo vecchio” uno di quegli uomini “invisibili”, senza importanza, schiacciato nella “morsa” della vita e, poiché? è un “niente di uomo” è trattato come se fosse niente: Oh che ero niente io? Questa “domanda disperata” nasconde la concezione di se stesso, torturata e orgogliosa, di un uomo dissolto nel “nulla” del mondo, un nulla affollato da fantocci, da pupi. Da fantasmi umani. Che spiano e che parlano. Parlano parole già? “parlate”, consumate. E sul nostro palcoscenico, “come trovati per caso”: un vecchio fondale “come fosse abbandonato” e pochi elementi, “come relitti” di un salottino borghese, e “per bene”, dove viene rappresentato un banale “pezzetto” di vita di una “famiglia perbene” o di una “famigliaccia per bene” che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere “per gli altri”, di fronte agli altri. Come se la propria vita fosse, per statuto, una recita per “gli altri” che sono gli spettatori ingiusti e feroci, della propria vita. Del proprio “teatro”. Gabriele Lavia
NUOVE ROTTE
Dal 12 al 15 gennaio 2023 – ESCLUSIVA REGIONALE
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
Stefano Accorsi
AZUL
Gioia, Furia, Fede y Eterno Amor
E con Luciano Scarpa, Sasà Piedepalumbo, Luigi Sigillo
scritto e diretto da DANIELE FINZI PASCA
designer luci Daniele Finzi Pasca,
scene Luigi Ferrigno
costumi Giovanna Buzzi
video designer Roberto Vitalini
musiche originali Sasà Piedepalumbo
un ringraziamento speciale a Rodrigo D’Erasmo per l’orchestrazione del brano finale “Coro Azul”
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana /Teatros del Canal, Madrid
In una città dove il gioco del pallone è febbre, amore e passione quattro amici fanno i conti con le loro rispettive vite e facendo affiorare ricordi, provano a ricostruire una serenità andata a pezzi. Nella loro semplicità, hanno qualcosa di molto singolare e unico che li accomuna; la passione folle per la squadra del cuore e infanzie originali, quasi fiabesche. Sono fatti di materia semplice come il pane, ma la domenica, allo stadio si fanno travolgere da una furia che ogni volta li spazza e li sconquassa. C’è gioia, amarezza, ironia e tanta voglia di sorridere mentre evocano le vittorie, i momenti di estasi, le sconfitte e le tragedie che hanno condiviso negli anni.
Una storia di gente semplice, unita da un’amicizia inossidabile che li aiuta ad affrontare la vita stringendosi in un abbraccio delirante e commovente.
TERRAFERMA
Dal 19 al 22 gennaio 2023 – ESCLUSIVA REGIONALE
MARCHE TEATRO | Teatro di Napoli – Teatro Nazionale | Teatro Nazionale di Genova | ERT / Teatro Nazionale
Arturo Cirillo
CYRANO DE BERGERAC
di Edmond Rostand
con Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Valentina Picello, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Paolo Manti
musica originale e rielaborazioni Federico Odling
costumista collaboratrice Nika Campisi
assistente alla regia Mario Scandale
assistente alle scene Eleonora Ticca
adattamento e regia ARTURO CIRILLO
Andare con il ricordo ad un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama, è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo. Il musical in questione era il “Cyrano” tratto dalla celeberrima commedia di Rostand, a sua volta ispirata ad un personaggio storicamente vissuto, coetaneo del mio amato Molière. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena. Lo spettacolo che almeno trentacinque anni dopo porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical (con le musiche di Domenico Modugno) ma una continua contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. Un teatro canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale, che è nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato. Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato. Arturo Cirillo
NUOVE ROTTE
Dal 23 al 26 febbraio 2023 – ESCLUSIVA REGIONALE
Teatro Stabile dell'Umbria
Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni
CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?
di Edward Albee
traduzione Monica Capuani
con Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni, Paola Giannini
dramaturg Linda Dalisi
scene Annelisa Zaccheria
costumi Graziella Pepe
musiche e suono Franco Visioli
luci Simone De Angelis
assistente al progetto artistico Brunella Giolivo
assistente volontaria alla regia Giulia Odetto
documentazione video Lucio Fiorentino
regia ANTONIO LATELLA
Chi ha paura di Virginia Woolf? - nella nuova traduzione di Monica Capuani - racconta la storia di due coniugi di mezza eta?, Martha e George, che hanno invitato a casa Nick, giovane collega di lui, e la moglie Honey. Mentre il tasso alcolico della serata sale sempre piu?, Martha e George si abbandonano a un crescente gioco al massacro, fino a far fuggire i loro ospiti. «Non posso non partire dal titolo per affrontare questo testo che ancora una volta mi riporta all’America e alla drammaturgia americana – spiega Latella –. Una canzoncina che la nostra protagonista dissemina per tutto il testo, che riprende la melo- dia per bambini, e non solo, “Who’s Afraid of the big bad Wolf?” ovvero: “Chi ha paura del lupo cattivo?”. La paura del lupo, quel lupo che fin da piccoli e? fuori dalla porta pronto a sbranarci, pronto a punirci nel momento in cui non stiamo nelle regole che la società ci impone. Eppure, non posso credere che questa scelta, in un autore attento come Edward Albee, sia solo un vezzo intellettualistico. (...) Virginia Woolf e? un’autrice che crea un nuovo modo di narrare, un nuovo linguaggio. Una vera visionaria, una combattente instancabile per l’emancipazione femminile.
TERRAFERMA
dal 9 al 12 marzo 2023
La Pirandelliana / Il Rossetti - Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia
Eros Pagni
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
con Anita Bartolucci, Paolo Serra, Valerio Santoro Matteo Micheli, Alessandra Pacifico Griffini, Alessandro Balletta e un attore in fase di definizione
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
musiche a cura di Gianni Garrera
aiuto regia Lucia Rocco
foto di scena Tommaso Le Pera
adattamento e regia LUCA DE FUSCO
Enrico IV è uno dei personaggi che aspetta la maturità di un grande attore. Mastroianni, Randone, Albertazzi, Benassi, Ruggeri hanno dato ognuno una propria versione di questo grande personaggio. Il testo non è forse perfetto come altri capolavori di Pirandello ma il personaggio è entrato subito nella storia del teatro. Un uomo che è caduto da cavallo durante una festa in maschera e si è risvegliato convinto di essere Enrico IV, il personaggio storico che stava interpretando, è una grande metafora. Con la sua figura ci fa riflettere sul grande tema della follia ma anche sulla finzione e sul teatro stesso, visto che l’uomo, di cui non conosciamo neppure il vero nome, si è talmente radicato nel suo personaggio da non volerne uscire neppure quando rinsavisce di colpo. L’arrivo dei suoi vecchi compagni di quella fatale mascherata fa esplodere tutte le contraddizioni di questa incredibile figura che vive da anni chiuso in un castello fuori dal tempo.
Eros Pagni è giudicato da molti uno dei massimi attori italiani. Nel corso della sua formidabile carriera ci ha dato dei personaggi indimenticabili.
NUOVE ROTTE
Dal 13 al 16 aprile 2023 – ESCLUSIVA REGIONALE
Compagnia Umberto Orsini / Teatro Di Roma - Teatro Nazionale / Emilia Romagna Teatro Fondazione
Massimo Popolizio
UNO SGUARDO DAL PONTE
Di Arthur Miller
con Valentina Sperlì, Raffaele Esposito, Michele Nani, Gaja Masciale,
e altri 4 attori in via di definizione
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi
regia di MASSIMO POPOLIZIO
Scrive Miller: “L’azione della pièce consiste nell’orrore di una passione che nonostante sia contraria all’interesse dell’individuo che ne è dominato, nonostante ogni genere di avvertimento ch’egli riceve e nonostante ch’essa distrugga i suoi principi morali, continua ad ammantare il suo potere su di lui fino a distruggerlo”. Ecco questo concetto di ineluttabilità del destino e di passioni dalle quali si può essere vinti e annientati è una “spinta” o “necessità” che penso possa avere ancora oggi un forte impatto teatrale.
Tutta l’azione è un lungo flash-back, Eddie Carbone, il protagonista, entra in scena quando tutto il pubblico già sa che è morto. Per me è una magnifica occasione per mettere in scena un testo che chiaramente assomiglia molto ad una sceneggiatura cinematografica, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi. Alla luce di tutto il materiale che questo testo ha potuto generare dal 1955 (data della sua prima rappresentazione) ad oggi, cioè film, fotografie, serie televisive credo possa essere interessante e “divertente” una versione teatrale che tenga presente tutti questi “figli”. Una grande storia… raccontata come un film… ma a teatro. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi di una serie e con le musiche di un film. Massimo Popolizio
QUI E ORA
29 e 30 ottobre 2022
Piccola Compagnia Dammacco/ Infinito / Operaestate Festival Veneto
Serena Balivo
SPEZZATO È IL CUORE DELLA BELLEZZA
e con Erica Galante
Disegno luci Stella Monesi
Ideazione, drammaturgia e regia MARIANO DAMMACCO
Premio Ubu 2020-2021 nella categoria Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica
Lo spettacolo Spezzato è il cuore della bellezza racconta la storia di un cosiddetto triangolo amoroso, lui, lei, l’altra e, tramite i frammenti e le immagini di questa storia, offre allo spettatore uno sguardo sull’Amore nelle sue pieghe dolorose e tormentate, attraverso la convivenza di tragedia e umorismo. In scena, Serena Balivo dà corpo e voce alle due donne protagoniste della storia e accanto a lei appare, agita da Erica Galante, la figura muta dell’uomo al centro del triangolo amoroso in uno scenario onirico. Il lavoro di creazione della compagnia è partito da alcune domande sull’amore e su come questo sentimento, fondamentale nella vita umana, possa trasformarsi, degenerare, tradire i desideri e le aspettative di chi lo vive.
10 e 11 dicembre 2022 – PRIMA NAZIONALE
Compagnia Diaghilev
Paolo Panaro
MORTE A VENEZIA
di Thomas Mann
pianoforte Alexander Romanovsky
adattamento, regia e interpretazione PAOLO PANARO
Morte a Venezia è uno spettacolo-concerto dove il racconto di un grande autore e alcune fra le più belle pagine della letteratura pianistica si intrecciano per dare vita ad una narrazione esemplare e di grande impatto emotivo. Scritto da Thomas Mann nel 1912, Morte a Venezia è l’affresco della fine di un mondo, quello dell’Europa alle soglie della Prima Guerra Mondiale. Le magnificenze architettoniche della città lagunare e l’odore putrido del mare, la vivacità del variopinto popolo veneziano e l’insopportabile afa del mortifero scirocco, fanno da sfondo al più classico dei conflitti: l’antitesi fra il passato e il nuovo, tra vecchiaia e gioventù, tra esperienza e innocenza. Siamo nel 1911. Lo scrittore tedesco Gustav von Aschenbach, stanco dell’austerità della sua esistenza e del rigore con cui, per anni, ha affrontato il suo impegno artistico, decide di passare qualche settimana al mare. Si trasferisce al Lido di Venezia, nell’elegante Hotel des Bains, frequentato da viaggiatori provenienti da ogni parte d’Europa. Fra gli ospiti incontra Tadzio, un ragazzo polacco in vacanza con la famiglia. Lo scrittore ne rimane affascinato e cade in preda a una passione che presto si trasforma in ossessione. Si mette a pedinarlo; lo sogna. Un giorno, per caso, scopre che il colera è arrivato in città e che le autorità lagunari stanno facendo di tutto per tenere nascosta la notizia. Venezia sprofonda nel contagio.
11 e 12 febbraio 2023
Linea D’Onda
Nunzia Antonino
INSIGHT LUCREZIA
da una scrittura originale di ANTONELLA CILENTO
con Luciana Elizando , Giovanni Rota, Pino Petrella, Gioacchino De Padova, Gianvincenzo Crest, Carlotta Pistillo
assistente alla regia Antonella Ruggiero
spazio scenico Bruno Soriato
costumi Luigi Spezzacatene
regia CARLO BRUNI
La scena fantasmatica evoca la festa di nozze di Lucrezia Borgia con Alfonso D’Este a Ferrara.
La preparazione, il rituale, i rapporti con gli invitati favoriscono una ricognizione della sua vita. L’ambiente è caratterizzato dalla presenza di un trono che suggerisce anche la funzione di confessionale, ma davanti una ribalta evoca evidentemente il Teatro, con orchestra di musici annessa per completare la rappresentazione del già avvenuto. La musica non “accompagna”, interagisce e talvolta interferisce: si manifesta nella presenza in “buca” dei musici, eppure anch’essa abita Lucrezia, le sta dentro.
Lucrezia, condannata a recitare una parte, è pegno di guerra ma anche inarrestabile soldato in politica: tutta la sua vita di donna, di figlia, moglie, amante e madre “fattrice”, la schiaccia in un destino femminile che le sta stretto ma cui non può sfuggire.
Ricordi e relazioni scorrono nel suo discorrere con i fantasmi della serata.
Dentro Lucrezia si agitano voci, presagi, immagini di eventi futuri: l’incontro con la competitiva cognata Isabella, marchesa di Mantova, i precedenti mariti: Giovanni da Pesaro e Alonso di Bisceglie, la presenza ingombrante del padre, papa Alessandro VI, e del Valentino, suo fratello Cesare Borgia.
La festa si svolge fra infinite portate e rappresentazioni teatrali.
DAB23
Danza a Bari al Piccinni
15 ottobre 2022 – PRIMA ASSOLUTA
Badatea
Antonella Albano
INTIMA-MENTE
Da un’idea di Antonella Albano e Nicola Valenzano
con Antonella Albano, Gioacchino Starace, Nicola Valenzano
coreografie di: M. BIGONZETTI, M. DE CANDIA, A. DI STEFANO, A. LUKÀCS, A. MORET GONZALES, F. VENTRIGLIA
musiche dal vivo di Piero Salvatori
regia NICOLA VALENZANO
“Intima-mente” è l’unione di tre forme artistiche: danza, musica e teatro.
L’idea nasce dall’incontro tra Antonella Albano, originaria barese, prima ballerina del teatro alla Scala di Milano, e Nicola Valenzano, attore e regista.
12 novembre 2022 – ESCLUSIVA REGIONALE
Spellbound Contemporary Dance Ballet
SPELLBOUND 25
coreografie di MAURO ASTOLFI, MARCO GOECKE, MARCOS MORAU
Direzione Artistica Mauro Astolfi – Direzione Generale Valentina Marini
ÄFFI
Coreografie, set e costumi Marco Goecke
Interprete Mario La Terza
UNKNOWN WOMAN
Coreografia Mauro Astolfi
Interprete Maria Cossu
THE REAL YOU
Coreografia Mauro Astolfi
Interpreti Anita Bonavida, Lorenzo Capozzi, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Alessandro Piergentili, Miriam Raffone , Martina Staltari
MARTE
Coreografia Marcos Morau in collaborazione con I danzatori
Assistente alla Coreografia Lorena Nogal Navarro
Interpreti Lorenzo Capozzi, Riccardo Ciarpella, Linda Cordero, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Caterina Politi, Aurora Stretti
“Spellbound 25” è il progetto produttivo che celebra il 25° anniversario di SpellboundContemporary Ballet: una produzione Spellbound realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo e Regione Lazio/Dipartimento Cultura, Politiche Giovanili e Lazio creativo in collaborazione con Ambasciata di Spagna a Roma e coproduzione con il MilanoOltre e la tedesca Cult!ur Partner.Venticinque anni densi di progetti, produzioni e soprattutto tour internazionali hanno rafforzato la posizione della Compagnia sulla scena europea e non solo, aprendo nel tempo numerose collaborazioni anche con artisti di provenienza differente. Da qui, nell’anno del 25esimo compleanno la scelta produttiva di abbracciare una progettualità su larga scala costruendo un programma a tre autori che ponga l’accento su un più ampio futuro progettuale.Tre autori diversi Mauro Astolfi, Marco Goecke e Marcos Morau, ma accomunati da una danza densa e precisa, riconoscibile e spesso straordinaria, firmano le quattro creazioni che compongono questo programma: due progetti corali, l’onirico “Marte” di Morau e l’immaginifico “Wonder Bazaar “ di Astolfi costruiti sull’interno organico di nove performer, e due progetto a solo, l’acclamato “Affi” di Goecke affidato alla tecnica di Mario Laterza e il nuovo “Unknown Woman” di Astolfi dedicato ad una straordinaria interprete, Maria Cossu, che nell’anno del venticinquennale festeggia venti stagioni con Spellbound.
18 febbraio 2022 - ESCLUSIVA REGIONALE
MM Contemporary Dance Company
BALLADE
ELEGIA
Coreografia: Enrico MORELLI
Musiche: Frédéric Chopin, Giuseppe Villarosa
Danzatori: Emiliana Campo, Lorenzo Fiorito, Mauro Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa
BALLADE
Coreografia: Mauro BIGONZETTI
Musiche: CCCP - Fedeli alla linea, Leonard Cohen, Prince, Frank Zappa
Light designer: Carlo Cerri
Costumi: Silvia Califano
Interpreti: Emiliana Campo, Lorenzo Fiorito, Mauro Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa
Sotto il titolo BALLADE la MM Contemporary Dance Company presenta un nuovo spettacolo composto da due inedite coreografie firmate da due autori italiani, Mauro BIGONZETTI ed Enrico MORELLI. I brani, interpretati dai danzatori della MMCDC, accompagneranno il pubblico in un viaggio tra generazioni diverse: BALLADE di Bigonzetti è un ritratto a tutto tondo degli anni Ottanta, decennio che ha ormai perso i suoi confini temporali per diventare simbolo di un’epoca, mentre ELEGIA di Morelli è ambientato e racconta la nostra epoca attuale, periodo che mai come ora porta vertigine e smarrimento, ma anche la rinnovata speranza di un nuovo inizio.
4 marzo 2023 – ESCLUSIVA REGIONALE
Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza
RIFARE BACH (la natural bellezza del creato)
coreografia e regia ROBERTO ZAPPALÀ
musica Johann Sebastian Bach
un progetto di Roberto Zappalà e Nello Calabrò
danzatoriCorinne Cilia, Filippo Domini, Anna Forzutti, Gaia Occhipinti,
Delphina Parenti, Silvia Rossi, Joel Walsham, Valeria Zampardi, Erik Zarcone
luci e scene: Roberto Zappalà | costumi: Veronica Cornacchini e Roberto Zappalà |
realizzazione scene e costumi: Theama for Dance
assistente alle coreografie: Fernando Roldan Ferrer
coproduzione con Belgrade Dance Festival (Belgrado), Fondazione Teatro Comunale di Modena e MilanOltre Festival (Milano) | coproduzione e residenza Centre Chorégraphique National de Rillieux-la-Pape | in collaborazione con M1 Contact Contemporary Dance Festival (Singapore), Hong Kong International Choreography Festival (Hong Kong), Teatro Massimo Bellini (Catania)
Con questa creazione Roberto Zappalà cura in profondità l’estetica e il linguaggio del corpo, e lo fa dedicando un’intera serata a Johann Sebastian Bach, che con la sua musica cristallina e preziosa incarna per il coreografo l’ideale di un’arte pura e “onesta”.
Al centro della creazione un universo coreografico che mette il corpo, con la sua naturale bellezza e tutta la sua fragilità, quale elemento fondante e transito ineludibile.
La naturale bellezza del corpo dei danzatori e della musica di Bach ha nella creazione un corollario di suoni della natura e del mondo animale, come delle mini ouverture che introducono le note bachiane. Immagini bucoliche si susseguono, una natura quasi da alba dell’umanità dove i suoni dell’oggi, della sua violenza e tragedia sono ancora assenti, un grido d’allarme “futurista” che crea spazi su cui riflettere e sul sentire comune a volte assopito. Ascoltare la natura e i suoi “silenzi”, per un ritorno a un mondo dove sia ancora possibile intendere la “straziante e meravigliosa bellezza del creato“.
23 aprile 2023 - DAB KIDS - fuori abbonamento
Factory Compagnia Transadriatica
PETER PAN
di Tonio De Nitto
collaborazione drammaturgica Riccardo Spagnulo
con Benedetta Pati, Francesca De Pasquale, Luca Pastore, Fabio Tinella
coreografie Barbara Toma
musiche Paolo Coletta
regia TONIO DE NITTO
Peter Pan è la storia di un’assenza, di un vuoto che spesso rimane incolmabile, quello di un bambino che non c’è più. È l’inseguimento di un tempo che sfugge al nostro richiamo e che a volte si ferma, la ricerca delle esperienze che ci fanno diventare grandi senza volerlo e troppo presto. L’ispirazione viene dalle avventure di Peter e Wendy e dall’atmosfera un po’ misteriosa del primo romanzo di James Matthew Barrie, Peter Pan nei Giardini di Kensington dove il sentimento autobiografico di una mancanza incolmabile spinge l’autore a creare un mondo parallelo, un giardino prima, un’isola poi, dove i bambini caduti dalle carrozzine e dimenticati dai propri genitori si ritrovano in uno spazio senza confini fisici e temporali. E l’isola del mai più, Neverland, è forse dentro la testa di ogni bambino, un posto dove vanno a finire le cose dimenticate dai grandi, per cui non c'è spazio nella vita reale.