Mostra a cielo aperto di street art per LibertArt, al Quartiere Libertà
Riqualificare uno dei quartieri storici della città di Bari, per riscoprirne la bellezza dei dettagli, il cuore di chi lo abita e lo stupore di chi lo attraversa. È il principio cardine che anima il progetto LibertArt, ideato dalla cooperativa sociale Al.i.c.e. Onlus AreArtiEspressive (con la curatela artistica di Tita Tummillo De Palo), e dall’associazione Etnie Onlus, finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito dell’avviso pubblico «Bellezza e Legalità per una Puglia libera dalle mafie» (POR Puglia FESR-FSE 2014-2020), in collaborazione con Archimake, Spazio 13, Veloservice, Armata Brancaleone, M e Dintorni Tou.Play, con il patrocinio degli assessorati alla Cultura, all’Istruzione e al Welfare del Comune di Bari. Al centro del progetto, il quartiere «Libertà» di Bari, un teatro naturale nel quale vivere e riscoprire il calore performante delle arti, omaggiando uno dei luoghi più caratteristici del capoluogo pugliese, costruito agli inizi del '900 per far fronte all’enorme crescita demografica. Se l’arte, nella sua più alta espressione, abbatte barriere, esclude l’emarginazione e allontana le disuguaglianze, i processi di integrazione diventano indispensabili per l’inclusione culturale. Ecco perché LibertArt si sta strutturando in quattro laboratori partecipati (partiti ad ottobre 2021), nel quale sono coinvolti circa 30 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni provenienti da diversi quartieri della città. Coniugando il tema della legalità con la riqualificazione emotiva ed estetica degli spazi.
Dopo le restituzioni dei primi due progetti portati a termine (fondati sull’illustrazione, a cura di Valerio Pastore, e sulla fotografia, con un professionista come Alessandro Cirillo), è giunto adesso il momento della street art, il cui laboratorio è stato tenuto nelle scorse settimane da Miki Gorizia. L’artista visivo ha proposto ai ragazzi partecipanti la sperimentazione di diverse tecniche, dal disegno a mano libera alla pittura, dallo stencil all’affissione. E seguendo le linee guida del concept di LibertArt, è stato scelto un tema capitale come la tutela degli animali nel patrimonio ambientale: i ragazzi e le ragazze si sono così cimentati nel disegno di vari animali, del proprio vissuto e dell’immaginario coltivato dalla loro fervida fantasia. Lo scopo finale sarà adesso quello di porre in esposizione questi disegni, dipinti o incollati, sui muri o in spazi appositamente preposti del quartiere Libertà.
L’appuntamento clou, che segnerà la preziosa restituzione del laboratorio, si svolgerà mercoledì 11 maggio, alle 18,30: sarà lo stesso Gorizia, insieme ai giovanissimi partecipanti al laboratorio, a guidare i visitatori di una speciale mostra di street art a cielo aperto. Partendo da Spazio 13 (in via de Cristoforis 8) si effettuerà un tour nel cuore del Libertà, passando per l’agenzia regionale per la casa e l’abitare «Arca Puglia Centrale» (via Francesco Crispi 85/a), per la Scuola elementare Garibaldi (Piazza Risorgimento 1), l’Oratorio Don Bosco (via Martiri d’Otranto 65) e arrivando infine all’Hotel Imago Plus (via Altamura 26) di Antonio Ottomanelli, una delle migliori strutture ricettive della città, che si apre spesso ad eventi culturali, oltre alla disponibilità per ospitare residenze d’artista. L’esposizione sarà visitabile fino al 21 maggio.
Le opere in visione sono state create da Alessio Laudizio, Mariangela Catalano, Maria Teresa Polieri, Elisa Udda, Valentina Abbinante, Giuseppe Gatti, Francesco Pastore, Francesca Ventrella, Andrea Anaclerio, Antonio Martielli, Alessia Costanzo, David Tieco Lupis, Princess Eke, Giulia Gambacorta, Alessandro Tanzella.
I laboratori partecipati del progetto LibertArt, tenuti da rinomati artisti, costituiscono dunque delle linee di congiunzione, per creare nuove forme immaginarie e delineare mappe fisiche e di significato. In modo da permettere ai più giovani di sentirsi liberi di esprimere il proprio pensiero e diventare i punti focali della narrazione del quartiere. L’intento è quello di usare lo strumento e il linguaggio artistico per restituire appartenenza, creando codici nuovi, all’interno di un luogo “altro”. L’arte come una sorta di richiesta di libertà e di riconoscimento, che dona voce a coloro che non sempre sono ascoltati, riconnettendoli al territorio.
Il prossimo 9 giugno si terrà l’ultimo atto del progetto, con una speciale conclusione performativa finale e la restituzione del progetto dell’artista Marco Malasomma, autore di un laboratorio di sound design e creazione di partiture sonore.