Festival Ritratti: Umberto Clerici protagonista al Chiostro di Palazzo San Martino
Consacrato al «Rostropovich» di Parigi, e unico italiano con Mario Brunello ad aver vinto un premio al celebre Concorso «Ciajkovskij» di Mosca, il violoncellista Umberto Clerici è il prossimo ospite del Festival Ritratti diretto da Massimo Felici e Antonia Valente nella rete Orfeo Futuro sostenuta da Puglia Sounds.Martedì 25 agosto, alle ore 21, nel chiostro di Palazzo San Martino di Monopoli, il musicista torinese proporrà, in sintonia con la linea artistica del festival, un progetto sperimentale dal titolo Suite al Cubo, nel quale metterà a confronto una celebre pagina di Johann Sebastian Bach, la Suite n. 3 BWV 1009, con unasuite inedita - «al cubo», per l’appunto - ma strutturata coerentemente mettendo insieme composizioni diautori diversi del passato e del presente, dallo stesso Bach a Gaspar Cassadò, passando per Paul Hindemith, Gyorgy Ligeti e Giovanni Sollima (biglietti euro 10, ridotti euro 5 - info 3393770307 ewww.ritrattifestival.it).
Il termine «Suite» significa successione. E, infatti, nelle Suite per violoncello solo Bach stilizzò forme di danza eterogenee nate e sviluppatesi nel corso di molti anni e in aree geografiche molto diverse, accostandole, appunto, in successione. Da questo concetto di eterogeneità germina la Suite al Cuboconfezionata da Clerici, in cui l’idea stessa di una successione di brani diversi viene moltiplicata per se stessa, e la diversità fra i brani di cui è composta viene estremizzata: ne deriva un corpo musicale organicoche ruota attorno a un centro tonale comune, caratterizzato da una grande varietà di generi e stili, ma che mantiene la stessa struttura drammaturgica delle suite di Bach, per le caratteristiche e il ruolo che le singole danze hanno al suo interno.
Il Preludio è quello della Suite n. 6 di Bach, mentre la successiva danza, l’Allemanda, è costituita daMäßig Schnell, il secondo movimento dalla Sonata op. 25 per violoncello solo di Hindemith. Quindi, laSuite al Cubo prosegue con il Capriccio dalla Sonata di Ligeti in veste di Corrente, mentre la Sarabanda è la stessa della Suite n. 2 di Bach. Per le due successive Gavotte, Clerici prende a prestito Alone di Sollima e per la Giga conclusiva si affida all’Intermezzo e danza finale dalla Suite Spagnola dedicata da Cassadò al grande Pablo Casals.