rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Cultura

Fiera del Libro a Bari, sì o no. Palmisano: "Città vecchia luogo ideale tra dibattiti e cultura"

Prosegue il confronto tra proposte, idee e suggestioni. Il sociologo barese: "Serve un percorso di lungo respiro coinvolgendo università, scuole, autori ed editori. Il Castello? Sede giusta"

Festa del libro, della lettura oppure meglio di no perchè da noi si legge ancora troppo poco.  Prosegue il dibattito a Bari  sull'idea di organizzare, nel capoluogo pugliese, una kermesse dell'editoria e dei libri che manca a una città con infrastrutture fieristiche e contenitori importanti, incapace, in tutti questi anni, di organizzare stabilmente un evento simile. Nei giorni scorsi abbiamo ascoltato alcuni editori baresi tra favorevoli e contrari. Sono tante le voci che contribuiscono a ravvivare il confronto. Tra queste c'è anche quella di Leo Palmisano, sociologo e presidente della cooperativa editoriale Radici Future: "In Puglia - spiega - si legge poco anche rispetto al panorama italiano dove le percentuali di lettori sono già basse. Un evento di questo genere, a Bari, dovrebbe essere accompagnato dalla costruzione di percorsi che stimolino lettori e autori. Non ha senso una grande fiera se non ci si dà almeno un anno di preparazione con scuole, università ed editori".

"Percorso lungo per consolidare l'appuntamento"

Palmisano lancia alcune proposte su come potrebbe essere il futuro salone: "Dovrebbe - sostiene - coinvolgere luoghi come la città vecchia, il Castello, la Muraglia e il Lungomare. D'altra parte, dopo il G7, il numero dei turisti in città è aumentato. In questo modo ridaremmo un senso a un rapporto non consumistico con il borgo antico ma di rilievo culturale. Proprio il Castello, appena rinnovato, potrebbe essere al centro dell'evento, ospitando spazi espositivi ma anche dibattiti su cultura e turismo". Per Palmisano serve un lavoro di lungo respiro: "Il rischio - aggiunge - è creare una cosa che muoia lì. Da noi, ad esempio, ci sono i presìdi del libro che fanno un lavoro egregio ma piccolo rispetto a quello da svolgere. Ci vorrebbero 3, 4, 5 anni per consolidare l'appuntamento fisso, senza entrare in competizione con altri eventi, alzando il livello in quantità e qualità. Bisogna portare le persone a toccare i libri e non semplicemente a comprarli. I lettori vogliono sincerità ed editori che consentano loro di maturare informazioni più lunghe nel tempo rispetto a quelle che può trovare su internet, in tv o giornali. Penserei a creare anche un rapporto social tra i gruppi di appassionati di libri e, soprattutto a tematizzare la fiera. Un argomento diverso ogni anno da far scegliere a studenti o a un comitato popolare di lettori, in modo da differenziarci rispetto agli altri appuntamenti in Italia".

"Nel 2018 una 3 giorni nazionale con LegaCoop"

A tal proposito Palmisano, componente della presidenza di CulTurMedia di Legacoop, annuncia qualche novità: "L'anno prossimo, a Bari, intendiamo costruire, per ottobre-novembre, una 2-3 giorni nazionale con interventi importanti, intorno al futuro economico di cultura e turismo, aperta a tutti, dalla cittadinanza alla politica, agli editori. Sarebbe bello organizzare un appuntamento simile al Festival dell'Economia di Trento. Non una vetrina per turisti, ma luogo di dibattiti e confronto".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fiera del Libro a Bari, sì o no. Palmisano: "Città vecchia luogo ideale tra dibattiti e cultura"

BariToday è in caricamento