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Martedì, 16 Aprile 2024
Cultura

'Ragazzo di Puglia, fortuna e tragedia di Federico II di Svevia'

Fortuna e Tragedia di Federico II di Svevia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

“Ragazzo di Puglia -fortuna e tragedia di Federico II di Svevia- è un romanzo dello scrittore barese Michele Diomede, pubblicato per i tipi della Flamingo, piccola quanto raffinata e dinamica casa editrice del Canton Ticino, molto attiva in questi anni nel panorama editoriale elvetico. Non nuovo a prove narrative inerenti il genere storico, Diomede si è superato tratteggiando una figura storica tra le più complesse e affascinanti della storia. L’Imperatore “Stupor Mundi” non smette a distanza di oltre otto secoli dalla sua morte di affascinarci, interrogarci, di farci insomma discutere con viva curiosità e interesse in merito al suo operato come statista e legislatore all’avanguardia sui tempi, ineguagliabile cultore di armi dotato di un interesse appassionato per tutti i rami dello scibile. Federico Hohenstaufen, nipote del mitico Barbarossa, altro gigante della storia medievale, si presta peraltro bene al genere romanzo, tanto è stata varia, imprevedibile, ricca di colpi di scena la sua vita. E ciò a partire dalla nascita, avvenuta all’interno di una tenda montata in una piazza per ferma volontà di sua madre, la normanna Costanza d’Altavilla. Alimentata di continuo da adulatori e nemici, un’aura di meraviglia e magnificenza, ma anche di sospetto di connivenza col demoniaco ha avvolto l’intera esistenza di “Stupor Mundi”, ineguagliabile re di Sicilia e imperatore di Germania. La sua avventura umana si svolge in un Medio Evo ancora lungi dal tramontare, ma che già soggiace alle inquietudini del dinamismo comunale, al sapere laico delle università europee. al potere dissacratore del denaro. Indagatore delle dottrine occulte, amante delle belle lettere, ma soprattutto appassionato cultore delle scienze naturali, Federico ha travalicato di gran lunga il suo tempo, tanto che Nietzsche lo definì: "il primo europeo di mio gusto".

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