"Il malato immaginario ovvero le Molière imaginaire" in scena ad Alberobello
Con il classico “Il malato immaginario ovvero le Molière imaginaire” diretto da Teresa Ludovico, i Teatri di Bari tornano ad Alberobello nell'ambito del progetto "Puglia che spettacolo!": l'appuntamento al Cine Teatro dei Trulli è venerdì 11 febbraio alle 21.00 (info 3296658408).
Riscrittura originale, con le scene e le luci curate dal Premio UBU Vincent Longuemare, i costumi realizzati dall’Artelier di Luigi Spezzacatene e con la consulenza musicale dei maestri Nicola Scardicchio e Leonardo Smaldone, Il malato immaginario vede protagonisti in scena Augusto Masiello, Marco Manchisi, Sara Bevilacqua, Ilaria Cangialosi, Vittorio Continelli, Paolo Summaria e Christian Di Filippo.
Componente importante nell’allestimento, la musica è quella di Nino Rota autore tra il ’76 e il ’78 per il coreografo Maurice Béjart della suite Le Molière imaginaire, che torna quindi nello spettacolo del Kismet dando vita a un dialogo “immaginario” proprio fra Rota e Molière.
Tra fedeltà al testo originale, invenzioni registiche, ironia e sarcasmo, lo spettacolo sposta l’ambientazione dalla Francia del ‘600 a una casa del Sud Italia, in un bianco e nero da pellicola neorealista, disegnando un Argante (il protagonista, qui interpretato da Augusto Masiello) che “ha molto in comune con lo stesso Molière” spiega la regista. “Molière e Argante hanno un punto in comune: l’immaginazione. Entrambi possono vivere solo a condizione di immaginare. Argante ha bisogno di immaginare la malattia
per sfuggire alla vita, sollevandosi da una quotidianità che pullula intorno. E’ vittima e carnefice di sé, del suo male di vivere, dei medici e così sacrifica il bene di sua figlia al suo interesse. Non è un brav’uomo. Si occupa di sé, esclusivamente della sua malattia, lo fa per non vivere e in questa sua distorsione si presenta come personaggio molto attuale” specifica la Ludovico.
Col suo personaggio, a smorzarlo, Tonietta la serva e una maschera di Pulcinella (entrambi i ruoli sono affidati a Marco Manchisi), incarnazione entrambe di quell’anima popolare, beffarda, liquida, che pervade tutta l’opera di Molière.
Spettacolo fortemente “corale”, Il malato immaginario ovvero Le Molière imaginaire vuol essere un omaggio al “popolo del teatro” e vuol proporsi nella misura di un “lavoro collettivo” .