Roberto Latini torna al Kismet con ‘In Exitu’
L’uscita di scena di un tossico in una cupa città del nord Italia negli anni ’80 al centro del nuovo appuntamento della Stagione 2021.22 del Teatro Kismet. Un ritorno all’Opificio delle Arti di Bari per Roberto Latini, in scena sabato 11 dicembre alle ore 21 e domenica 12 dicembre alle ore 18 con In Exitu (produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi), adattamento dell’omonimo romanzo di Giovanni Testori.
Tre anni dopo aver portato al Kismet il classico pirandelliano ‘Sei personaggi in cerca d’autore’, Latini continua l’incontro e lo scambio artistico di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi con Roberto Latini, per un testo in cui il linguaggio diventa oggetto di studio. La narrazione cede infatti il passo alla forma e si sostanzia su un piano raffinatamente linguistico. Testori come fosse il pusher di una lingua teatrale che si fa linguaggio. Drogato è il testo e le parole sfidano il pensiero e la sintassi, come l’Ulisse di Joyce, il Lucky di Beckett, come agli orli della vita, direbbe Pirandello.
Biglietti a partire da 12 euro, disponibili al botteghino del Teatro Kismet (Strada San Giorgio martire 22F) e sul circuito Vivaticket. Per info 335 805 22 11 – 080 579 76 67. Botteghino del teatro (strada San Giorgio martire 22 F, Bari) attivo dal martedì al venerdì ore 10:30-12:30/16:30-19:00 e due ore prima dello spettacolo.
SCHEDA SPETTACOLO
Compagnia Lombardi-Tiezzi
IN EXITU
dall’omonimo romanzo di Giovanni Testorinell’adattamento, interpretazione e regia di Roberto Latini
musiche e suono Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
collaborazione tecnica Riccardo Gargiulo, Marco Mencacci, Gianluca Tomasella
produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi
con la collaborazione di Armunia Festival Costa degli Etruschi, Associazione Giovanni Testori, Napoli Teatro Festival Italia
con il contributo di Regione Toscana e MiBAC
Continua l’incontro e lo scambio artistico di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi con Roberto Latini, che da qualche anno collaborano nella realizzazione di spettacoli e progetti come il Teatro Laboratorio della Toscana. Prosegue la storia della Compagnia con Giovanni
Testori e il lavoro di ricerca sulle lingue segrete del teatro. Marcel Proust sostiene che i bei libri sono scritti come in una lingua straniera cosicché, secondo lo scrittore francese, ogni lettore, sotto ogni parola, può mettere il proprio senso o almeno la propria immagine, che spesso è un ‘contro senso’. Anche per l’attore ogni testo è come se fosse scritto in una lingua straniera e il suo compito è tradurre da questa lingua nella propria. Adesso sarà Roberto Latini ad affrontare la furente inventività linguistica di In exitu, 1988, e a dare vita alla parola testoriana.
L’uscita di scena di un tossico degli anni ’80 in una città qualsiasi tra le Milano di un nord qualsiasi è dolore e solitudine straziante di una vita consumata in evasione, in eversione. La narrazione cede il passo alla forma e si sostanzia su un piano raffinatamente linguistico.
Testori come fosse il pusher di una lingua teatrale che si fa linguaggio. Drogato è il testo e le parole sfidano il pensiero e la sintassi, come l’Ulisse di Joyce, il Lucky di Beckett, come agli orli della vita, direbbe Pirandello. Tutto sembra svilupparsi nella sensazione del fondamentale e iniziatico “Quem quaeritis” del Teatro Sacro Medievale. In mezzo, c’è una nebbia incapace di fermare il tempo e la consolazione.
In Exitu è come una Pietà. La parabola parabolica di vita vissuta da Riboldi Gino è quella di un povero Cristo tenuto in braccio da Madonne immaginate, respirate, disarticolate, nella fonetica di una dizione sollecitata fino all’imbarazzo tra suono e senso, come fossero le parole ad essere infine deposte dalla croce sulle quali Testori le ha inchiodate.
“Chi cercate?”
“Non è qui!”,
risponderebbe l’angelo.