Lettura tra 50 presìdi del libro italian, confronto su “Intervista alla sposa” di Silvio Danese
Giovedì 27 maggio alle ore 19.00 sulla pagina Facebook dei Presìdi del Libro, 50 gruppi di lettura dei Presìdi, di 8 regioni diverse (Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Toscana e Umbria) incontrano Silvio Danese, autore del libro Intervista alla sposa pubblicato da “La Nave di Teseo” a ottobre 2020. Ad intervistare l’autore sarà Oscar Iarussi, giornalista, scrittore, critico cinematografico e letterario. Per la prima volta, i presìdi del libro di tutt’Italia condividono l’esperienza di lettura che abitualmente discutono nei singoli circoli confrontandosi in diretta sulle forti tematiche del libro ed interagendo con l’autore. È una modalità che certamente non sostituisce le attività dal vivo ma che, consolidata nei mesi della pandemia, consente ad un’associazione radicata su tutto il territorio nazionale di abbattere le distanze rafforzando senso di comunità e appartenenza.
Silvio Danese è nato a Pavia, vive e lavora a Milano. Tra i libri di narrativa, Anni fuggenti (2003), Il suono della neve (2009). Giornalista e critico, si è occupato di cinema, musica e teatro.
Intervista alla sposa
La storia di Stefania incomincia quando in realtà tutto finisce per sempre, una notte sconvolgente dopo vent’anni di matrimonio. Aggredita, intrappolata, reagisce alla brutalità e inverte con equivalente potenza una sorte certa. Viva. Ma poi? Mentre sconta la sua pena, Stefania accetta di raccontare emozioni e fatti, anche nei dettagli meno riferibili, a uno scrittore, forse disposto a riscattarne il destino, forse pronto a manipolare e sfruttare ancora una volta un “racconto”. Ricostruendo il lungo ménage borghese con Dino, un legame idealizzato, protetto e insieme ritualmente violento, Stefania interroga in realtà l’intera vita di moglie e madre e, non riconciliata, a tratti rabbiosa, a tratti rassegnata, la offre a domande inesorabili sull’amore, il sacrificio, l’identità, l’abuso e l’omertà, mentre la relazione con il suo interlocutore evolve ambigua, squilibrata, toccando una questione cruciale: come si racconta una storia come questa? Dove ci porta se la percorriamo fino in fondo e con coraggio? Sempre più lucida, man mano che si rende conto di diventare protagonista di un libro, Stefania sembra impugnare la sua vicenda e imporre allo scrittore un confronto inevitabile con le radici e le forme del dominio, ma anche con l’oscurità e le contraddizioni della famiglia, “la sede perpetua della libera prigionia”, fino a un colpo di scena in modo diverso liberatorio per entrambi.