"Io mai niente con nessuno avevo fatto" al Teatro Van Westerhout di Mola
TEATRO VAN WESTERHOUT MOLA DI BARI STAGIONE 2013/2014
SABATO 29 MARZO 2014 ORE 21
IO MAI NIENTE CON NESSUNO AVEVO FATTO
scritto e diretto da Joele Anastasi
con Joele Anastasi, Enrico Sortino, Federica Carruba Toscano
produzione Vucciria Teatro - Centro Diaghilev
"Lo abbraccio e gli dico che gli devo dire delle cose molto importanti. Gli dico che io per lui, pure la femmina avrei fatto e che in ospedale mi hanno detto che ho l'Aids".
Sicilia. "Io, mai niente con nessuno avevo fatto" è la storia di Giovanni, incarnazione dell'ingenuità e della passione allo stato puro, dell'innocenza che supera tutte le barriere della conoscenza e dell'ignoranza: un pezzo unico di anima che dice tutto quello che pensa, che crede a tutto quello che gli viene detto. Giovanni è la forza e il coraggio di chi non riesce a vedere il mondo se non come uno spartito di note da danzare. L'istinto alla vita, alla sopravvivenza. Al di là della malattia. Al di là del male.
L'universo in cui gravitano i tre personaggi di questa pièce è un universo popolare. Uno scenario pieno di brutalità e d'istinto. Dove nulla è comandato dalla mente, ma solo dall'impulso del corpo. Uomini che sono bestie, che sono angeli, che sono demoni. La violenza si scontra con l'ingenuità, in un mare di brutalità, dove Rosaria, cugina di Giovanni, è tutto per lui. Sorella, fidanzata, madre e figlia. C'è spazio per l'amore, c'è spazio per la rivalsa. Ma tutto ha un prezzo. Giovanni lo sconterà attraverso gli occhi ambigui e violenti e il corpo pulsante e focoso di Giuseppe, insegnante di danza, unico amore-amante di Giovanni. "Mi ha detto che ero un frocio di merda, che dovevo morire presto e che a ballare facevo schifo". E se è vero che tutto il peso ricade proprio su Giovanni, ingenuo e puro, lui sarà l'unico capace di sopportare questo peso e di non sentirne addosso la minima pressione, riscattandosi proprio attraverso i corpi e le anime dilaniate di Rosaria e Giuseppe. Ma saranno tre corpi, quelli dei protagonisti, che non si incontreranno mai. Vivranno uniti solo nel ricordo, nella maledizione, nel tentativo ora di ricordare e ora di dimenticare.
Lo spettacolo nasce con l'intento di indagare su tematiche profondamente attuali, come la violenza, l'omofobia, la malattia, l'essere "differente" da ciò che è universalmente accettato e sicuro, evitando la retorica in cui spesso si rischia di cadere quando si affrontano questi argomenti.
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