La macìara. Si possono guarire le mani? Al cineteatro ex-caserma Rossani liberata
Il 30 aprile, alle h. 20:00, la compagnia Notterrante inaugura il teatro dell'ex-Caserma Rossani liberata con l'anteprima nazionale del nuovo reading polifonico alterato "La macìara. Si possono guarire le mani?". A seguire proiezioni di film e altre attività all'interno degli spazi liberati.
Un tempo, neanche troppo lontano, in Basilicata, le donne si mettevano sull'uscio di casa e raccontavano storie ai bambini, alle altre donne e ai contadini che tornavano dai campi. Storie divertenti o macabre, che importava. Alla gente piaceva ascoltare. Oggi si è persa quest'abitudine. Le parole sono diventate suoni distratti che ci attraversano per caso, senza più il peso dell'emozione.
La compagnia Notterrante con "La macìara. Si possono guarire le mani?" propone un racconto dalle atmosfere arcaiche, sull'ambigua figura della macìara. La storia, scritta da Mariella Soldo, vuole andare al di là della tradizione e del cliché, cercando di recuperare il lato umano di questo personaggio popolare. Il racconto è ambientato in un villaggio immaginario della bassa Lucania, a ridosso della seconda guerra mondiale.
Maria non è una donna come le altre. Sul suo viso mai un tratto di esasperata femminilità. Il suo corpo ha l'odore delle terre arse e delle campagne desolate del sud. Un giorno sposa Rocco il pastore, nascono due figli: Lucietta e Franceschino.
Il testo scava nei sentimenti contraddittori di questi personaggi, cercando di sradicarli dalla propria terra e di andare nel profondo, senza l'ombra del giudizio o dell'analisi antropologica. Si scava anche nell'animo femminile e nella sua complessità, nei dolori soffocati di madri che non possono parlare, di figlie che non sanno ascoltare, ma anche di uomini che affogano nella terra e di bambini che subiscono violenze.
Un racconto di dolcezza e di violenza fisica, di amore coniugale e incestuoso, di vendetta, di odio, di invidia, ma anche di bellezza.
L'attrice Barbara De Palma dà vita, attraverso letture drammatizzate, monologhi e canti popolari, a tutti i personaggi di questa storia, grazie anche a un intrigante gioco di luci e di suoni a cura della regista Mariella Soldo.
"Stringo le mani. Le mie mani hanno bisogno di cura. Guarite le mie mani. Vi pago, un soldo a dito. Tremano e non sanno vivere le mie mani.
Ogni vena un dolore, ogni riga una storia. Dicono in giro che io prendo le vite. Dicono in giro che io sono una macìara, una di quelle femmine che deve morire. Ma quando scendo dal letto e mi strappo dai sogni divento terra. Terra come tutti. Come voi. Incrostata, divento una donna. Donna".