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Museo Archeologico Santa Scolastica

Largo Monsignor Tommaso M. Ruffo, 73 - Bari

Istituito dalla Deputazione Provinciale nel 1875, il Museo Archeologico nacque con un piccolo nucleo di reperti raccolti dal prof. Nitto De Rossi nell’Istituto Tecnico di Bari. Il Museo fu aperto al pubblico nel 1890 nella sede del palazzo Ateneo dove è rimasto sino all’anno 2000, qui la Commissione di Archeologia e Storia Patria si adoperò ad accrescere il patrimonio attraverso lasciti, donazioni e acquisti. Si devono a Maximilian Mayer, direttore del Museo dal 1894 e a Michele Gervasio direttore dal 1909, i meriti della compilazione dell’inventario, di studi specialistici e della realizzazione di importanti campagne di scavo. Nei primi anni del ‘900 il patrimonio archeologico fu incrementato da cospicui acquisti quali, citandone solo alcuni tra i più importanti, i reperti canosini della tomba Varrese, la collezione Polese comprendente oltre 2000 oggetti, il monetiere Maselli. Nel 1957 l’Amministrazione Provinciale affidava all’Amministrazione dello Stato la gestione del Museo, dove la Soprintendenza delle Antichità della Puglia e del Materano, avrebbe dovuto raccogliere tutti i reperti provenienti dagli scavi effettuati in provincia di Bari. Risalgono al 1957 e al 1958 le importanti campagne di scavo a Monte Sannace e a Conversano. Tra la fine degli anni ’70 e la fine degli anni ’80 il Museo si arricchisce di nuovi importanti reperti con  gli scavi a Monte Sannace, Acquaviva delle Fonti, Canosa, Rutigliano, Conversano, Turi.

La collezione archeologica, ampia e diversificata, consta delle seguenti sezioni per un totale complessivo di oltre 30.000 reperti:

-       materiale preistorico comprendente strumenti litici, ceramica impressa;

-       ceramica indigena geometrica dauna, peuceta e messapica;

-       ceramica apula di derivazione greca a vernice nera, sovradipinta, a figure rosse e dello stile di Gnathia;

-       ceramica greca, corinzia e attica;

-       terrecotte figurate e architettoniche;

-       sculture in pietra;

-       bronzi comprendenti vasi, armi, armature, utensili;

-       oreficerie;

-       epigrafi greche e latine;

-       monete greche, romane, bizantine, medievali e moderne;

-       gemme incise;

-       oggetti di osso e di avorio;

-       vetri e ambre.

Dal 1994 al 2000 la sede storica del Museo chiude al pubblico per lavori di adeguamento. Nel 2001 la Provincia chiude la convenzione del 1957, riassume direttamente la gestione del Museo Archeologico Provinciale e trasferisce le raccolte nel complesso di Santa Scolastica, nel cuore della città vecchia. Il concorso internazionale di progettazione bandito nel 2007, ha prodotto il progetto di restauro e di rifunzionalizzazione del complesso architettonico in chiave museale.

Oggi il Museo dispone di depositi riordinati nei quali è stata operata la ricomposizione dei nuclei originari dei reperti. E’ disponibile un database elettronico per la consultazione delle schede inventariali comprensive di testi e immagini per ogni oggetto. Attualmente la sedi operative del Museo sono il complesso di Santa Scolastica in via Venezia e la Biblioteca Santa Teresa dei Maschi - de Gemmis in strada Lamberti, 3.

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