Mario Cresci "site specific e messa in scena nella fotografia contemporanea" al Politecnico
IL MUSEO DELLA FOTOGRAFIA POLITECNICO DI BARI
in collaborazione con l’Associazione Culturale TerraNova e F-Project Fiorito Foto Film – propone:
MARIO CRESCI
"Site specific e messa in scena nella fotografia contemporanea".
15 GENNAIO 2016 ORE 10:00 Aula Magna Attilio Alto Via E. Orabona n. 4 70125 Bari
Intervengono:
Eugenio Di Sciascio - Magnifico Rettore Politecnico di Bari -
Sivio Maselli - Assessore alle Culture Comune di Bari –
Giancarlo Fiorito - Amministratore unico di F-Project Fiorito Foto Cine
Pio Meledandri - Responsabile Artistico Museo Fotografia Politecnico di Bari –
A seguire IL VISIBILE E L' INVISIBILE
Mostra Fotografica di 20 allievi del Workshop di Mario Cresci al Politecnico di Bari (Gennaio 2013) La mostra rimarrà aperta fino al 4 febbraio 2016
orari: 10:00/13:00 14:00/19:00 escluso sabato e domenica
Mario Cresci è tra i grandi autori italiani che hanno costruito molto nel Sud Italia contribuendo e condividendo processi formativi e (r)innovativi della società meridionale.
Le sue proposte metodologiche di trattare la ricerca visuale individuando un Progetto e le linee direttrici su cui muoversi hanno indirizzato ed esaltato le capacità espressive di tanti suoi allievi ed illuminato studiosi ed appassionati di Fotografia.
Il suo stretto rapporto con il Territorio e con l’antropologia dei luoghi parte dall’analisi del passato.
Cresci attua la medesima metodica di studio sia nei lavori fotografici più antichi, come ad esempio quelli realizzati nei vent’anni vissuti a Matera, sia in quelli più recenti sul territorio milanese o in quello bergamasco e siciliano.
La lettura che dobbiamo fare delle immagini di Cresci è quella di un linguaggio fotografico evoluto che ha collegamenti con il vasto mondo dell’arte e dell’espressione visiva. Gli interventi quindi dell’autore sono pensati e visualizzati in un luogo preciso che nell’arte contemporanea viene denominato Site Specific.
Pio Meledandri
"Noi non guardiamo mai una cosa soltanto, ciò che guardiamo è, sempre, il rapporto che esiste tra noi e le cose, la nostra visione è costantemente attiva e costantemente mobile".
Jhon Berger
“Questa breve nota di Berger è l’incipit del mio intervento sugli orientamenti degli artisti che usano la fotografia nella ricerca visiva contemporanea ed è nello stesso tempo l’ennesima riflessione teorica, ma sostanzialmente etica che ha segnato e segna ancora il senso del mio operare e di come io vedo il mondo dopo tanti anni di ricerche e di progetti molto spesso trasversali al linguaggio fotografico.”
Mario Cresci