'Regina madre' in scena al Teatro Abeliano
Regina Madre di Manlio Santanelli
regia Stefano Angelucci Marino
con Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino
maschere BRAT Teatro
scenografia Tibò Gilbert
produzione Teatro Stabile d’Abruzzo
in collaborazione con il Teatro del Sangro
Commedia a due personaggi ambientata ai nostri giorni, “Regina Madre” prende le mosse da un classico ‘ritorno a casa’. Alfredo, grigio cinquantenne segnato dal duplice fallimento di un matrimonio naufragato, che ancora lo coinvolge, e di un’attività giornalistica nella quale non è riuscito ad emergere, un giorno si presenta a casa della madre dichiarandosi deciso a rimanervi per poterla assistere nella malattia. In realtà egli nutre il segreto intento di realizzare uno scoop da cronista senza scrupoli: raccontare gli ultimi mesi e la morte della vecchia signora. Tra i due personaggi in scena si instaura così un teso duello, condotto mediante uno scambio ininterrotto di ricatti e ritorsioni, di menzogne e affabulazioni. A soccombere, alla fine, sarà il figlio. Ma, come sempre accade nelle coppie legate per la vita e per la morte, anche qui non sarà possibile, e neanche legittimo, distinguere il vincitore dal vinto.
“Regina Madre” di Manlio Santanelli Premio Idi nel 1984 è stato rappresentato in tutta Europa, e ha visto negli anni allestimenti importanti realizzati con attori del calibro di Regina Bianchi, Roberto Herlitzka, Isa Danieli, Nello Mascia, Milena Vukotic, Antonello Avallone, per arrivare all’ultima messa in scena fatta da Carlo Cerciello (2018) con Fausto Russo Alesi e Imma Villa. Vale la pena citare quanto scrisse Eugène Ionesco su “Le Figaro”, in occasione di un allestimento di “Regina Madre” al Théâtre de Poche di Parigi, nel novembre del 1987: <<[...] è uno dei più bei testi che ho potuto vedere in questi ultimi anni. Io lo affermo [...] se vi piacciono le scoperte, andate a vedere “Regina Madre” che è una commedia di volta in volta avvincente, tragica, divertente e acuta. Questa commedia ha tutto il divertimento tragico del nuovo teatro [...]>>.
Manlio Santanelli ha dichiarato in una intervista del 2014: “Il teatro deve seguire la realtà ed essere capace di trasfigurarla. Nel teatro del futuro una linea guida molto importante sarà la capacità di intravedere nella realtà che si vuole raccontare l’archetipo. L’archetipo è millenario, può cambiare nelle sue forme. L’archetipo nella sua profondità non finirà mai di raccontare la storia dell’umanità.”