Per la festa di Sant’Antonio Abate, la benedizione degli animali a Bari vecchia
Domenica 17 gennaio alle h. 10,30 tutti in piazza Cattedrale con Il Circolo ACLI – DALFINO che organizza, da quasi un ventennio, una specifica visita guidata in compagnia degli animali domestici come cani, gatti, pesciolini, uccellini e dei campanelli di Sant’Antonio Abate. Si percorreranno vicoli e corti di Bari Vecchia, si farà sosta in P.zza Mercantile dove sarà narrata tutta la storia di Sant’Antonio Abate e della sua festa ed infine si raggiungerà la Chiesa di Sant’Anna dove sul Sagrato ci sarà la benedizione degli animali.
IL CULTO DI SANT' ANTONIO ABATE
Il culto di Sant’Antonio Abate è antichissimo, Antonio Abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario (105 anni) nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio. La prima volta per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Dadia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea. Nell’iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo della tentazione) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore. Infatti tra i miracoli più noti vi è quello di aver salvato “a suon di campanello” numerosi animali sparsi in una foresta in fiamme ecco perché è considerato il Santo protettore degli animali! Il primo animale ad essere salvato fu un maialino che è sempre raffigurato nelle immagini del Santo.
A Bari Vecchia, in passato sotto l’Arco di Sant’Antonio Abate vi era un’antica chiesa dedicata al Santo (i cui resti, oggi sono inglobati nelle fabbriche del Fortino che è conosciuto proprio come “Fortino di S. Antonio Abate”) venivano condotti gli animali da lavoro e gli animali domestici perché fossero benedetti.
A sant’Antonio Abate sono attribuite guarigioni di gravi malattie della pelle come la varicella ed in specie dell’herpes zoster ossia il fuoco di Sant’Antonio.
La tradizione vuole che il 17 gennaio si giochi una cinquina relativa al Santo, alla sua storia ed alla sua iconografia: 4 il porcellino, l’8 il fuoco, 17 sand’Andè, 20 la festa, 81 il campanello.
Poi, sempre secondo la tradizione, si vuole che il 17 gennaio cominci il Carnevale perché la festa ha un tocco di allegria.
Festività di SANT’ANTONIO ABATE