"La Ianara". Al Teatro Van Westerhout, lo spettacolo di Licia Giaquinto
La stagione di prosa al Teatro Van Westerhout di Mola di Bari, curata dal Centro Diaghilev, nell'ambito del progetto di residenza "Teatri Abitati" sostenuto dalla Regione Puglia-Assessorato al Mediterraneo, Unione Europea, Teatro Pubblico Pugliese, Comune di Mola di Bari, presenta "La Ianara". Lo spettacolo fuori abbonamento, di Licia Giaquinto, riadattamento, regia, interpretazione di Elisabetta Aloia, andrà in scena Mercoledì 12 Febbraio.
Adelina è una donna che nega per l’intera esistenza la sua natura di strega e per buona parte anche quella di donna: “diventare donna significa sangue”. E’ figlia di ianare, il suo destino è segnato. Lei non è come le altre, deve “imparare cose molto più importanti” ereditare il sapere delle erbe, delle viscere, delle voci nascoste…delle cose che non ci sono più.Un giorno decide di fuggire via da tutto. Lascia così la sua vecchia vita per iniziarne una nuova presso il Palazzo di un Conte. Qui può essere libera, vivere senza il marchio di dannata. Ma l’illusione dura poco. E’ costretta a confrontarsi senza volerlo con il suo essere donna, con il suo sentire nuove passioni e sensazioni: rabbia, dolore, amore, possessione spingono Adelina a ricercare in sé la sua vera natura. Ed ecco il ritorno all'essenza.
Una donna anima la scena. Sospesa nel passaggio tra la vita e la morte, tra ciò che era e ciò che sarà. Si muove “come un cane randagio” in uno spazio circoscritto, in cui mescola il racconto a rituali e scongiuri salmodiati. Parla una lingua non definita, una sorta di dialetto creato da una mescolanza di dialetti del meridione. “La ianara” è un salto nel passato, l’istante di un ricordo lontano, che si realizza attraverso la parola, il gesto. E’ una sorta di respiro sospeso tra il passato e il futuro che tocca corde dell'intimità dell'essere umano di sconcertante attualità e verità.
"Gestualità e linguaggio del corpo, parole ora scandite ora sputate come veleno, espressioni forti: tutti questi sono gli ingredienti della formula che la Aloia utilizza per incantare il pubblico, quasi imprigionandolo in un sogno. Alla fine dello spettacolo sembra essere passato poco tempo, ma in realtà l’illusione deriva dalla bravura dell’attrice nel mantenere da sola una scena poverissima e nel passare da un personaggio all’altro solo grazie alle sue espressioni e ai suoi movimenti. Un incantesimo ben riuscito." (Carmela Pugliese - Quarta Parete)