"Tra musica e poesia" con Time Zones all' auditorium Vallisa di Bari
«Le direzioni del racconto» della compagnia Diaghilev proseguono nell’auditorium Vallisa di Bari con tre concerti letterari «Tra musica e poesia» in collaborazione con Time Zones. In tre appuntamenti diversi (7, 8 e 9 novembre) la parola recitata dell’attore Paolo Panaro incontra il suono di altrettanti chitarristi, Christian Lavernier, Paki Zennaro e Pietro Romano Matarrese, per un connubio tra antico e contemporaneo.
Si parte martedì 7 novembre con «Versi italiani dal ‘200 al ‘500», un percorso antologico fra i versi più belli della letteratura italiana, dalle origini agli ultimi anni del XVI secolo. Dalla laude francescana all’invenzione del sonetto, dalla lirica d’amore alla sperimentazione del teatro del ‘500. Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Tasso, ma anche alcuni autori meno frequentati come Sannazaro, Ongaro, Bembo, Aretino, i lirici del ‘500 e la commedia pastorale, l’egloga piscatoria e il nascente melodramma. La più importante tradizione poetica dell’Occidente in un’appassionante percorso scenico affidato alla voce recitante di Paolo Panaro e al contrappunto musicale di Christian Lavenier. Suoni e parole per evocare le tensioni culturali che hanno attraversato la penisola italiana dall’età dei Comuni alla nascita delle Signorie, dalla crisi dell’Impero al concilio di Trento.
Seguirà, mercoledì 8 novembre, «Bacco in Toscana», un viaggio con Panaro e Paki Zennaro nel Ditirambo dell’aretino Francesco Redi, rimasto nei secoli un modello compositivo unico nel suo genere. «Bacco in Toscana» è il più divertente saggio-catalogo del XVII secolo dedicato al vino e alla tradizione enologica della penisola italiana. Il Redi, scienziato e poeta, formatosi negli ambienti accademici di Siena, Pisa e Firenze era, esattamente come Galileo Galilei, il tipico erede dello studioso del Rinascimento, lo scienziato-umanista che riusciva a conciliare l’indagine scientifica all’ispirazione letteraria, il gusto per la catalogazione al gioco linguistico. Il suo è un poemetto giocoso, colto, frizzante, ironico, capace col ritmo della metrica e con le pompose immagini del Barocco di istruire, con un sorriso, sul più ameno degli argomenti: il vino.
Chiusura del trittico, giovedì 9 novembre, con Panaro e Pietro Romano Matarrese in un tributo a «I fiori del male» di Charles Baudelaire, opera che nella storia della poesia rappresenta il punto di svolta verso la modernità. I versi che compongono questo affascinante e struggente capolavoro continuano a proporsi come la sorgente primaria dell’ispirazione poetica dell’uomo contemporaneo. Le sue inesauribili suggestioni sono distillati in versi conturbanti, capaci di esplorare le regioni del sogno e del soprannaturale. Rigore formale ed effervescente invenzione linguistica convivono in una poetica che si avvicina al linguaggio dei mistici. I preziosi versi di Baudelaire sono le tappe di un viaggio dell’anima attraverso l’inferno della vita, il disperato tentativo di sfuggire l’angoscia attraverso l’alcool e gli amori proibiti, i soli in grado di dare l’illusoria speranza di un conforto. Quando anche questi effimeri piaceri vengono a svanire, al poeta non rimane che affrontare l’ultimo viaggio, l’unico, forse, che riuscirà a strapparlo alla noia, la più terribile delle maledizioni.
Info 333.1260425.