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Sabato, 20 Aprile 2024
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Inquinamento atmosferico, a Bari le 'polveri sottili' superano le soglie Oms fino al 150%

I dati sulle emissioni di Co2 e biossido di Azoto nell'aria sono stati analizzati da Legambiente nel dossier 'Mal'Aria 2022': il capoluogo pugliese paga un'insufficiente offerta del servizio di trasporto di massa, oltre ad una circolazione 'libera' di veicoli altamente inquinanti

Cresce la presenza di polveri sottili nell'aria di Bari, a causa di mezzi di trasporto pubblico insufficienti e circolazione incontrollata di mezzi altamente inquinanti. È quanto emerge dal dossier di Legambiente 'Mal’Aria 2022 edizione autunnale, Verso città mobilità emissioni zero' che analizza la presenza di smog nelle principali città italiane. Nessuna delle 13 città monitorate nell’ambito della campagna 'Clean Cities', rispetta i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sia per quanto riguarda il dato delle polveri Pm10 (15 microgrammi/metro cubo) che per le Pm2.5 (5 microgrammi/metro cubo) ed il biossido d'Azoto NO2 (10 microgrammi/metro cubo).

Bari, in particolare, registra un eccedenza del 53% sul valore del Pm10 previsto dall'Oms, mentre supera addirittura del 150% il limite indicato dall'organizzazione internazionale per le polveri sottili riferite al Pm 2.5. Il capoluogo pugliese registra dunque un preoccupante aumento dell'inquinamento atmosferico, ancora lontano dai record poco lusinghieri registrati da Torino, Milano e Padova (indicate nel report in 'codice rosso'), ma in costante crescita. 

Il report di Legambiente indica i parametri urbani su cui intervenire per abbassare i livelli di inquinamento dell'aria: per far calare le emissioni, l'associazione propone la riduzione del limite di velocità sulle autostrade dagli attuali 130 chilometri orari a 100, il potenziamento dell'offerta di pubblica mobilità e del trasporto rapido di massa, oltre allo sviluppo dei servizi di sharing e l'implementazione delle Zone a Traffico limitato nei centri urbani e metropolitani.

Le analisi dei dati riferiti ai trasporti nell'area metropolitana di Bari definiscono 'discreta' l'offerta di trasporto rapido di massa in città, con 24 stazioni ferroviarie, 174 corse giornaliere di treni urbani. Pesa, sul giudizio dei tecnici di Legambiente, l'assenza di tranvie urbane. "Bari si limita al momento alle linee ferroviarie e al recupero parziali di ferrovie locali - si legge nel dossier 'Mal'Aria 2022' - con cadenze ancora insufficienti. Sono previste nuove linee e nuovi treni, in alcuni casi già previsti nei piani di investimento statali. Niente tram, ma in arrivo quattro nuove linee Brt (Bus Rapid Transit), quasi 30 chilometri di corsie preferenziali, 89 fermate nuove di autobus elettrici rapidi su corse riservate: si tratta di fondi Pnrr, quindi speriamo presto disponibili".

Il capoluogo pugliese è, secondo l'analisi di Legamebiente, insufficiente anche sul piano del blocco del traffico inquinante: "La Ztl è limitata al centro storico. Inesistente qualsiasi limitazione alla circolazione di veicoli inquinanti, persino gli 'euro 0' sono autorizzati in qualsiasi giorno ed ora in tutta la città"

"Non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo occuparci della drammatica condizione della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e rendere, al contempo, le nostre città più sicure e vivibili - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - Il preoccupante immobilismo della politica italiana davanti alle emissioni di biossido di azoto, dovute in gran parte al traffico veicolare, ci è costata già una condanna da parte della corte di Giustizia europea. Dopo anni di richiami nessun governo è stato in grado di mettere in atto misure credibili per sanare un problema gravissimo, che ha causato più vittime della pandemia nell’anno 2020 e 2021. È necessario agire su due fronti distinti, ma complementari. Il primo riguarda la formulazione di misure di incentivo che favoriscano la scelta del trasporto pubblico locale e altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi all’utilizzo dell’auto privata. Il secondo è relativo alla formulazione di mobilità alternativa all’automobile. Necessaria, soprattutto, un’accelerazione negli investimenti a sostegno del Traporto Pubblico Locale e delle infrastrutture, come tram e ferrovie urbane".

Il Dossier Mal’aria ricade nell’ambito della 'Clean Cities Campaign', giunta alla sua terza edizione. Un’iniziativa sostenuta da Legambiente insieme ad una coalizione europea di Ong, associazioni ambientaliste, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030. La campagna sostiene la mobilità attiva, condivisa ed elettrica per un futuro urbano più vivibile e sostenibile, inclusa la graduale eliminazione dei veicoli con motore a combustione interna dalle città. 

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