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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Goletta Verde, in Puglia bocciate 9 località per inquinamento delle acque

Il risultato peggiore a Trani, a rischio la riserva protetta di Torre Guaceto, a Bari soltanto Pane e Pomodoro. Ma per qualità delle località balneari la Puglia è seconda nella Guida Blu 2011 di Legambiente e Touring Club Italiano

Se Sparta piange, Atene non ride. E 2 millenni e mezzo dopo il posto delle poleis greche è preso dalle regioni meridionali, almeno in termini di inquinamento ambientale. Anche quest’anno i risultati della Goletta Verde di Legambiente sullo stato di salute del mare e delle coste in tutta Italia evidenziano anche in Puglia numerose criticità, più precisamente 9. Circa la metà delle altre grandi regioni meridionali, Calabria, Campania e Sicilia, rispettivamente con 20, 19 e 16 punti critici, ma sempre troppi per una terra che con i suoi 800 chilometri di costa dovrebbe solo averne cura, anche per trarne i maggiori benefici in termini turistici. E sorprende che tra i siti più inquinati ci sia la foce del Canale Reale, che cade all’interno della riserva protetta di Torre Guaceto, vicino San Vito dei Normanni (Brindisi). Al primo posto dei siti pugliesi più inquinati però, meno inaspettatamente, ci sono le acque del lungomare di Trani, in particolare quelle dove si riversa lo scarico fognario nelle vicinanze della Villa Comunale: “Il campione – si legge nel rapporto – riporta valori di inquinamento microbiologico talmente alti da risultare non quantificabili”. Stessa situazione dell’anno scorso, quando il sindaco Giuseppe Tarantini polemizzò a causa  dei risultati analoghi.

A Bari invece, anche qui secondo le previsioni, l’unica area inquinata risulta Pane e Pomodoro, la spiaggia dei Baresi, che, nonostante tutto, ogni domenica continuano a popolarla e a sguazzare tra le onde del mare dove si riversa uno scarico fognario.

A pari merito le province di Foggia e Taranto, rispettivamente con 2 punti critici ciascuna (la foce del torrente Carapelle e Torre Mozza nel primo caso, il Canale dei Cupi o Ostone e la foce del fiume Patemisco nel secondo), mentre Lecce è medaglia d’oro: nessuna criticità. Dall’indagine, condotta in collaborazione con il Consorzio Obbligatorio degli oli Usati, Corepla, Consorzio Ecogas e Novamont, emerge una situazione definita: le zone inquinate coincidono nella maggior parte dei casi con le foci di fiumi, torrenti e canali dove vengono sversati i reflui fognari non depurati dei Comuni dell’entroterra: a 35 anni di distanza dalla legge Merli per la tutela delle acque dall’inquinamento si apprende che 1 italiano su 3 non è servito da un depuratore: per questo l’Italia rischia la procedura di infrazione da parte della Commissione Europea: Proprio in queste settimane scadono i 60 giorni di tempo per adeguarsi alla direttiva, risalente addirittura al 1991 e il cui termine ultimo di adeguamento è scaduto nel 2005, e “se non verrà rispettata – spiega il responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani – la sanzione è certa”. Sono 12 i Comuni pugliesi inadempienti: di questi solo uno è nel Barese, Casamassima.  

Ma non solo criticità. I risultati di Goletta Verde (che analizzano acque non destinate alla balneazione) non incrinano comunque la qualità delle acque balneari pugliesi. Anzi. Anche quest’anno la nostra regione la fa da padrone nella classifica della Guida Blu 2011 stilata da Legambiente e Touring Club Italiano, che premia le migliori località di mare per trascorrere le vacanze e le eccellenze enogastronomiche, paesaggistiche e artistiche: con 36 località e 32 spiagge siamo al secondo posto in Italia, subito dopo la Sardegna: Polignano (4 vele), Monopoli (4 vele) e Giovinazzo (3 vele) i Comuni del Barese premiati.
E, sempre per tutelare al meglio l’ambiente, anche quest’anno viene riproposta la storica campagna di Legambiente per la raccolta degli oli usati, per la prima volta in collaborazione con l’omonimo Consorzio Obbligatorio, che solo l’anno scorso ha recuperato 3.273 tonnellate di oli lubrificanti usati nella sola provincia di Bari.

 

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