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Martedì, 23 Aprile 2024
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22° anniversario della strage di Capaci, Emiliano: "Il pensiero di Falcone e Borsellino deve guidarci sempre"

Questa mattina, nella strada intitolata ai due magistrati, la cerimonia per ricordare Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, uccisi in un attentato 22 anni fa

"La città di Bari non dimentica", recita così il cartellone affisso nella strada intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in cui campeggia l'immagine dei due magistrati siciliani antimafia.

E questa mattina, in occasione del 22° anniversario della strage di Capaci, quel ricordo è tornato ad accendersi, per tenere la viva la memoria di chi perse la vita in quell'attentato: il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

Alla celebrazione è intervenuto il sindaco Michele Emiliano che, rivolgendosi ai giovani alunni della scuola secondaria di I grado “Tommaso Fiore” presenti, ha ricordato il giorno della strage, la notizia diffusa dalle televisioni che scosse il Paese, l'incredulità, poi seguita dal dolore e dalla rabbia.

"Il pensiero di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, che sarebbe morto il 19 luglio successivo per ragioni simili, ci deve guidare sempre. Noi, oggi, siamo qui perché vorremmo trasmettervi questa memoria. Vorrei che fin da adesso faceste una scelta dentro il vostro cuore e decideste da che parte stare. Ci sono bambini che crescono diversamente, pensando che lo Stato sia il nemico e che loro debbano seguire le scelte dei loro genitori, che sono appunto quelle di aderire e giurare fedeltà non alla Costituzione della Repubblica, come abbiamo fatto noi, ma alla mafia", ha detto Emiliano rivolgendosi agli studenti.

"È quindi molto importante che voi siate qui, che i vostri insegnanti vi abbiano accompagnato e che si prosegua a discutere di queste cose. Nonostante questo dolore, da allora l’Italia ha reagito molto violentemente contro questa gente, ne abbiamo arrestati tanti e oggi sono in galera, soli, abbandonati a se stessi e ridotti a nulla, perché la scelta di aderire alla mafia li ha portati lì".

"È proprio di questi giorni la notizia che un capo della camorra si è pentito. Ciò significa - ha concluso Michele Emiliano - che se noi continueremo a lavorare seriamente, come abbiamo fatto in questi ventidue anni, a parlare con i bambini per raccontare queste storie, a lavorare negli uffici, nelle procure, nelle caserme senza mollare mai neanche un minuto, sino alla fine questa battaglia la vinceremo‎. La stiamo vincendo. Siccome però gli anni passano e io ho tutti i capelli bianchi, adesso c’è bisogno di voi. Dovete studiare molto non solo per avere un bel voto, ma perché vi dovete preparare ad affrontare la vita, senza mai dare spazio alla logica mafiosa".

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