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Acqua, tariffe più basse dal 2013. Amati smentisce la vendita della sede Aqp

Firmato il protocollo d'intesa tra Regione, Autorità idrica, Aqp e Anci per gli sgravi in bolletta alle famiglie meno abbienti. Intanto l'assessore alle Opere Pubbliche smentisce la voce di una possibile vendita del palazzo di via Cognetti

Sgravi nelle bollette dell'acqua per le famiglie pugliesi meno abbienti a partire dal 1° gennaio 2013. E' quanto previsto dal protocollo d'intesa firmato ieri da Regione, Autorità idrica, Aqp e Anci. A beneficiare delle agevolazioni saranno all'incirca 370mila nuclei familiari in tutta la regione, suddivisi secondo tre categorie: le famiglie con redditi che non superano i 7.500 euro annui; le famiglie con più di 4 figli e un reddito inferiore ai 20mila euro annui; le famiglie con reddito al di sotto dei 10.000 euro annui e con disagi (componenti del nucleo familiare anziani o portatori di handicap). A garantire la copertura finanziaria dei minori introiti (le agevolazioni comporteranno uno 'sconto' in bolletta fino a 116 euro a famiglia) sarà un investimento aggiuntivo di 120 milioni di euro garantito dalla Regione Puglia.

"L'Italia non e' tutta uguale - ha commentato il governatore Vendola al termine dell'incontro in cui è stata siglata l'intesa -  oggi, mentre Alemanno privatizza l'Acea, la Regione Puglia fa il contrario e interviene sulle tariffe". Poi il governatore si è anche soffermato a commentare le contestazioni delle associazioni sostenitrici della campagna referendaria, che ad un anno dal voto hanno denunciato la mancata applicazione di quanto deciso con il referendum da parte delle società di servizi idrici. "Le associazioni hanno ragioni sacrosante da far valere" - ha detto Vendola -  "L'obiettivo del referendum - ha spiegato Vendola - era impedire la mercificazione dell'acqua: noi in Puglia non siamo dentro questa condizione. Per quello che ci riguarda non lo eravamo neanche prima essendo Aqp una società il cui azionista è interamente pubblico. Tuttavia, qualora accademicamente lo fossiamo, questo protocollo d'intesa ci consente di non esserlo più".

LA VENDITA DEL PALAZZO DI VIA COGNETTI - La firma del protocollo e la presentazione dei nuovi investimenti è stata tuttavia accompagnata da polemiche sulla presunta intenzione, da parte dei manager dell'Aqp d'intesa conla Regione, di mettere in vendita il palazzo di via Cognetti che ospita la sede dell'Aqp per 'fare cassa' e finanziare gli sgravi fiscali. A far partire la discussione è stata un'interrogazione del capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Antonio Decaro, in cui il consigliere chiedeva  "di conoscere se risponda al vero che l'Acquedotto pugliese, come denunciano alcuni organi di informazione dei sindacati regionali, ha avviato procedure per valutare la possibilità di vendere a privati lo storico Palazzo di via Cognetti a Bari, sede dell'Aqp dal 1932". Una richiesta di chiarimenti cui si era poi aggiunta anche la voce dell'opposizione, con il capogruppo del Pdl Rocco Palese: "Ci auguriamo - ha commentato Palese in una nota - da un lato che nessuno stia pensando davvero di vendere lo storico Palazzo dell’Aqp, dall’altro che nessuno pensi di finanziare l’abbassamento della tariffa idrica oggetto del Protocollo firmato oggi (o i futuri e necessari investimenti di AQP) dai proventi della ipotetica, futuribile e a dir poco complessa vendita del Palazzo AQP". Ma in serata è arrivata la secca smentita dell'assessore alle Opere Pubbliche Fabiano Amati: "Il palazzo storico AQP di via Cognetti non potrà mai essere oggetto di alienazione: per noi pugliesi la vendita di Palazzo Cambelotti potrebbe azzardarsi solo dopo aver avuto notizia della vendita congiunta del Colosseo e della Fontana di Trevi. Smentisco dunque, e nella maniera più categorica, tale notizia, pur consapevole che il collega Decaro si è fatto portavoce di informazioni che comunque sono circolate, anche se non riesco a capire in che modo si siano originate". "Faccio inoltre presente, - ha precisato ancora Amati - e solo per fornire ulteriori elementi di tranquillità, che il palazzo di via Cognetti è sottoposto a vincolo culturale, per cui anche l'ipotesi di alienazione dovrebbe essere pubblicamente denunciata, per consentire ad altri enti pubblici l'acquisizione in prelazione".

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