Sono qui su un foglio bianco chiedendomi quale riflessione si possa fare sulla festa delle donna che non sia troppo retorica. Perché messaggi istituzionali ne arrivano da ogni parte. E gli auguri sono sempre gli stessi: una maggiore emancipazione femminile, la possibilità di occupare posti dirigenziali da sempre destinati agli uomini, un più ampio spazio in politica. In una sola parola: una parità che non sia di facciata ma reale. Dobbiamo però ammettere che, nonostante di strada se ne sia fatta, di discriminazioni ce ne sono ancora molte. Anche se nell'ultima competizione elettorale sono state numerose le donne elette (circa il 28,4% alla Camera e il 27,3% al Senato). Tuttavia, la cronaca racconta, a giorni alterni, episodi che ci fanno rabbrividire: dalla vita familiare, con donne vittime di abusi e soprusi, a quella lavorativa. Ma cosa si fa di concreto? Troppe volte in ambito politico ci si riempie la bocca di belle parole senza mettere in pratica un solo provvedimento che sia capace di favorire l'uguaglianza tra uomini e donne. Non condivido ma accetto i festeggiamenti in tutto il Paese di questa ricorrenza. Ritengo che la "festa della donna" sia utile per ricordare a tutti che ancora c'è davvero tanta strada da percorrere per garantire alle donne l'opportunità di accedere agli stessi ruoli e di raggiungere gli stessi risultati degli uomini sia nel mondo del lavoro che in quello della politica, rimuovendo le cause di discriminazione e di disuguaglianza create e/o perpetrate dalle regole esistenti.

Il mio augurio, quindi, oggi va a tutte le donne impegnate ogni giorno nella "lotta" per le pari opportunità, quelle vere; a tutte quelle mie colleghe, amiche e a tutte le donne che si sono rimboccate da tempo le maniche per affermare i diritti di tutte.

Buon 8 marzo!

Alfonso Pisicchio