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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Regione, approvato il piano per il diritto allo studio: 8,8 milioni per finanziare servizi agli studenti

Via libera della giunta Emiliano. L'assessore regionale leo: "Risorse saranno distribuite ai Comuni per cofinanziare servizi come le facilitazioni di viaggio, il servizio mensa e il servizio trasporto, nonché l'acquisto di nuovi scuolabus"

La Regione Puglia stanzia i fondi per il diritto allo studio per l'anno 2016. Il via libera della giunta Emiliano è arrivato oggi, con lo stanziamento di 8,8 milioni di euro.

"Grazie a queste risorse - afferma l’assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia Sebastiano Leo –  sosteniamo azioni volte a rendere effettivo il diritto allo studio, programmando interventi diretti a rimuovere gli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale e contribuire a rendere effettivo per tutti il diritto all’istruzione e alla formazione.  Queste risorse – fa sapere l’assessore – saranno trasferite ai Comuni e saranno utili a cofinanziare servizi come le facilitazioni di viaggio, il servizio mensa e il servizio trasporto, nonché l’acquisto di nuovi scuolabus".

In particolare, alla spesa per il servizio mensa, considerato indispensabile sia nella scuola dell’infanzia con orario prolungato e con doppio organico che nella scuola primaria per il tempo prolungato, è assegnato un importo pari a 6.623.837 euro. L’importo globale assegnato per il servizio di trasporto ammonta a 1.871.700 euro ed è erogato sia ai Comuni con scuolabus di proprietà, che ai Comuni che erogano il servizio non direttamente ma a mezzo convenzione con terzi. Per le facilitazioni di viaggio, riservate agli studenti pendolari di Scuola Secondaria appartenenti a famiglie con ISEE inferiore a 10.632,94 euro, vengono assegnate complessivamente risorse pari a 294.480 euro.

Inoltre, dalle economie non spese dai Comuni nell’ambito del Piano Regionale per il Diritto allo Studio 2016, sarà finanziato l’acquisto di nuovi scuolabus sulla base della graduatoria stilata secondo il principio della discriminazione positiva, favorendo cioè quei Comuni che hanno un più alto indice di carenza.

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