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‘Bari per Bene’, una sfida che si vince solo nel tempo (insieme ai cittadini)

L'OPINIONE - Il capitolo delle cose da fare sarebbe ampio ma l'amministrazione sta dimostrando quanto meno di aver ingranato la marcia giusta e di puntare sulla leva della coscienza civica. Ora viene il bello: che strumento i cittadini hanno per poter cooperare con l'amministrazione?

Lo diciamo subito per sgombrare il campo da ogni fraintendimento. ‘Bari per Bene’ è una iniziativa bella, importante, ma servirà solo se avrà dentro di sé l’ambizione di seminare una cultura di attenzione e cura nei quartieri non solo per due mesi, ma soprattutto nel lungo periodo. In parte c’è riuscita, anche grazie all’aumento di alcuni numeri che dimostrano come un passo in avanti sia stato fatto (pensiamo all’aumento della differenziata). Ma dopo la festa finale è necessario capire cosa si farà per permettere a persone, gruppi informali e associazioni di attivarsi con il Comune per la sperimentazione di attività capaci di animare gli spazi che si abitano. Se così non sarà, il rischio è quello del puro maquillage politico.

Fermiamoci su Madonnella, oggetto della prima sperimentazione da parte della nuova giunta comunale. Sono state fatte diverse cose, fra cui inaugurare piazza Carabellese dopo quasi due anni. Bene l’operazione dei cestini nuovi con il marchio dell’iniziativa. Bene anche i dispenser per la distribuzione di buste e la raccolta di feci canine. Così come l’allineamento di alcuni pali cadenti o la pulizia di alcuni giardini con le scolaresche.  Le campane del Balilla sono tornate a rintoccare il loro suono e in alcune strade, come via Dieta di Bari, sono stati collocati i bidoni per la carta e la plastica (in un Paese normale questo sarebbe stato considerato una ovvietà, però tant’è). Bene anche il controllo degli agenti per multare quanti imbrattano le strade con le deiezioni dei loro animali domestici. E’ aumentata la differenziata,  anche se non si comprende perché non si riesca ad avviare un percorso di raccolta porta a porta evitando di avere 10 contenitori ogni due isolati.

L’elenco delle cose fare è enorme, ma una cosa che non si comprende è perché alcune azioni attivate non siano state replicate su tutto il quartiere. Dopo il ponte di via Di Vagno  le aree che circoscrivono i bidoni della spazzatura non ci sono. I cestini per le deiezioni canine sono assenti, salvo uno posto all’angolo tra corso Trieste e via Caduti del 28 luglio ’43. Lungo le strade che costeggiano la ferrovia non vi sono contenitori: ciò vale sia per via Dieta e che per viale Traiano, dove i marciapiedi attigui ai binari sono storicamente costellati da deiezioni.

La statua intitolata ad Armando Diaz, e che si trova in uno dei punti più bella della città per prospettiva, è da nove mesi  imbrattata da scritte vandaliche. Da un mese è stata incelofanata all’altezza della stele e non si comprendono i tempi di pulitura della statua. Nel dicembre del 2012 l’allora VII circoscrizione deliberò di assegnare 90mila euro dell’annualità per piantumare alberelli da disporre in alcune strade del quartiere e più specificatamente in via Carulli, corso Sonnino, viale Traiano, via Egnazia, via Corfù, via Giandomenico Petroni, via Spalato e via Dalmazia (nel tratto che va da via Gorizia e via Di Vagno). Nello stesso provvedimento vi era la conversione dell’area beach soccer di ‘Pane e pomodoro’ in un campo di calcetto polifunzionale.  Sono passati due anni e mezzo e di quegli alberelli non vi è  traccia alcuna . Per non parlare del campo.  Poi c’è il capitolo strisce blu della zsr che in varie zone del quartiere (vedasi l’umbertino) vanno rifatte perché sbiadite o del tutto bianche, con buona pace dei residenti che pur avendo pagato il pass, si trovano a non poter far nulla contro coloro i quali parcheggiano senza pagare la sosta. Parliamo di cose “piccole” ma che hanno un impatto enorme sulla qualità di vita dei residenti.

Il capitolo delle cose da fare sarebbe ampio ma l’amministrazione sta dimostrando quanto meno di aver ingranato la marcia giusta e di puntare sulla leva della coscienza civica. Ora viene il bello: che strumento i cittadini hanno per poter cooperare con l’amministrazione? L’app Barisolve è uno strumento utile per segnalare, ma non copre il bacino ampio di attivazione che si potrebbe costruire. Occorre mettere nelle mani dei cittadini degli strumenti che permettano non solo la segnalazione, ma anche l’attivazione per risolvere, innovare, riqualificare. Ovviamente decidendo ogni cosa con l’amministrazione. Concentrarsi su un quartiere per due mesi significa anche mettere quell’area della città nelle condizioni di camminare da sola e di avere i referenti giusti sui problemi e sul lavoro culturale. ‘Bari per Bene’ serve se offre strumenti per cambiare. Speriamo si continui.

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