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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Emiliano sulla sentenza del Tar: "Parità di genere introdotta da noi nel 2009"

Il sindaco commenta la decisione dei giudici che hanno azzerato i Cda di Amiu e Amgas: "Il motivo dell'annullamento non sta nella mancanza di nomine di donne negli organi direttivi e di controllo, quanto piuttosto nella mancanza di motivazione del perché non siano state inserite donne in alcuni consigli di amministrazione"

"Grazie alla delibera del Comune di Bari del 2009, la sentenza del Tar di Bari introduce una importante novità giurisprudenziale. La lettura delle sentenze che hanno annullato i decreti di nomina nei quali congiuntamente erano stati nominati i consigli di amministrazione e i collegi sindacali delle società municipalizzate, consente agevolmente di comprendere che la ragione dell’annullamento suddetto deriva dalla mancanza di motivazione dei decreti e non tout court dalla violazione della parità di genere".

Così il sindaco Emiliano commenta la sentenza emessa nei giorni scorsi dal Tar Puglia, che ha azzerato i Cda di Amiu e Amgas, annullando con due sentenze altrettanti decreti del 21 luglio 2011 con cui il sindaco di Bari, Michele Emiliano, aveva nominato i componenti dei Consigli di amministrazione e dei collegi sindacali delle due aziende.

Il primo cittadino, però, ha ricordato la norma sulla parità di genere introdotta proprio dalla sua amministrazione nel 2009, ritenendo che la motivazione dell'annullamento da parte dei giudici "non sta nella mancanza di nomine di donne negli organi direttivi e di controllo, quanto piuttosto nella mancanza di motivazione del perché non siano state inserite donne in alcuni consigli di amministrazione, in questo caso solo Amiu ed Amgas, nonostante la nomina in queste società di donne in numero a volte maggioritario nei collegi sindacali. Addirittura nell’Amiu è presente una donna anche nel cda e questa circostanza rende problematica l’applicazione della sentenza suddetta".

"Insomma, - prosegue Emiliano in una nota - si tratta esclusivamente di una diversa interpretazione da parte del Tar di una norma che la stessa Amministrazione comunale aveva introdotto nel 2009, anticipando la tutela della parità di genere introdotta successivamente in Italia dalla riforma del diritto societario. Siamo dunque nella singolare situazione di avere, come Amministrazione Emiliano, varato le norme e di avere consentito al Tar di introdurre l'obbligo di motivazione suddetto, così interpretando, in maniera estensiva, i principi della delibera".

"In ogni caso, - conclude Emiliano - cercheremo di dare esecuzione alla decisione del Tar, che pure appare di non facile applicazione, anche alla luce del mutamento della legge nazionale e della scadenza naturale dei cda. Entro la prossima settimana verranno impartite alle società oggetto della sentenza le necessarie direttive per consentire la immediata prosecuzione dell'attività aziendale".

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