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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Uffici comunali Patrimonio, il 'balletto' della nuova sede: "Nessuno stop, si va avanti"

Nell'audizione in Commissione Trasparenza l'assessore Galasso conferma che l'avviso pubblico di locazione "non è congelato". Verso l'ipotesi Japigia. Le opposizioni all'attacco: "La Giunta non ha chiaro il futuro della città"

"Allo stato attuale non c'è nulla di congelato e si tratta di un procedimento trasparente e pubblico, i tecnici comunali effettueranno approfondimenti nei prossimi giorni": l'assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Galasso, ha confermato, nel corso dell'audizione di questa mattina, in Commissione Trasparenza a Palazzo di Città, la linea del Comune per il trasferimento della sede della ripartizione Patrimonio (attualmente nell'ex mercato del pesce in piazza del Ferrarese) e di altri uffici dell'Amministrazione cittadina, in un immobile unico da affittare con un bando. La sede probabile dovrebbe essere quella di via Caduti di Tutte le Guerre, al quartiere Japigia. Sull'avviso pubblico, però, le opposizioni hanno interrogato Galasso per capire se siano seguiti regolarmente tutti i passaggi previsti: "Ho chiarito che - spiega l'assessore - si trattava di un'indagine di mercato per due diverse tipologie di intervento richieste. La prima riguardava una disponibilità per 1500 mq, da ottenere subito, per ospitare la Ripartizione Patrimonio. Contemporaneamente abbiamo deciso di unificare anche gli uffici, cercando una soluzione disponibile, in modo da risparmiare canoni, costi e tempi logistici. Per la seconda offerta c'era un unico concorrente, disponibile ad adeguare le infrastrutture per rendere operativi gli uffici". Il Comune potrebbe utilizzare 10800 mq dei 15mila disponibili nel plesso: "Bisogna aspettare qualche giorno - afferma Galasso - ma c'è già stata un'acquisizione di documenti e planimetrie da parte dei tecnici. Stiamo effettuando una indagine conoscitiva e proseguiamo".

Le opposizioni in Consiglio crìticano l'atteggiamento del Comune: "Questa Amministrazione - afferma Irma Melini (scelgoBari) non ha ben chiaro il futuro di questa città ad incominciare dalla sede degli uffici comunali che ci costano centinaia di migliaia di euro l'anno. Nello specifico siamo alla terza indagine di mercato, seconda per questa Amministrazione, per trovare immobili idonei ad ospitare le ripartizioni del Comune. La prima indagine del 2016, molto stringente nei requisiti richiesti, anche a seguito di numerose criticità da me sollevate e oggi confermate da Galasso, viene sospesa e ripresentata con un'altra, non molto diversa, pubblicata solo per 15 giorni e che riceve una sola offerta". Per Melini la possibilità che si svolgano lavori all'interno della palazzina sarebbe "una forzatura che non essendo rispettosa dei principi comunitari della par condicio, del favor partecipationis, e della tutela della concorrenza rischia di esporre il Comune ad altri contenziosi". 

Il centrodestra, inoltre, polemizza sull'ipotesi futura di concentrare gli uffici comunali in un'unica sede, nel palazzo di giustizia di Piazza De Nicola: "Tempi, modi e costi, peró - attacca Melini - saranno definiti solo quando si avrà un progetto per il trasferimento degli uffici giudiziari.  Nel frattempo è evidente che questa amministrazione preferisce procedure poco lineari e locazioni per qualche lustro, le cui risorse, forse, avrebbero consentito addirittura di acquisire un immobile o di recuperarne uno pubblico.

"La giunta - sostiene il consigliere comunale Giuseppe Carrieri (Impegno Civile) -  crea emergenze per risolvere i problemi con procedure poco trasparenti ed oggi ne abbiamo avuto prova durante l'audizione dell'Assessore Galasso. Allucinante la soluzione prospettata per la sede unica degli uffici comunali in uno stabile di proprietà pubblica. Parlare di trasferimento nell'edificio del tribunale di piazza De Nicola senza neanche un progetto di adeguamento dello storico stabile della giustizia a semplici uffici comunali ritengo sia come parlare del nulla. Peggio se a questo si somma la querelle sul futuro degli uffici giudiziari, le cui sorti sono ancora fumose. Se continuano così, forse, nel 2050 avremo la nuova sede. Nel frattempo pagheremo a vuoto qualche locazione e qualche avvocato per difenderci dai ricorsi.

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