"Promise assunzioni in cambio di voti": condannato a 9 mesi di reclusione il consigliere regionale Mazzarano
L'ex assessore regionale allo Sviluppo economico era finito sotto inchiesta dopo un servizio di Striscia la notizia. Stessa condanna inflitta a Emilio Pastore, l'uomo che denunciò alla trasmissione televisiva il presunto scambio di favori durante la campagna elettorale del 2015
Si conclude con una condanna a 9 mesi di reclusione il processo che vede coinvolto il consigliere regionale pugliese del Pd Michele Mazzarano, accusato di corruzione elettorale dopo l'inchiesta nata da un servizio di Striscia la Notizia. Il giudice monocratico del Tribunale di Taranto ha inflitto la stessa condanna a Emilio Pastore, l'uomo che denunciò alla trasmissione televisiva il presunto scambio di favori durante la campagna elettorale del 2015.
Proprio le dichiarazioni rilasciate da Pastore al Tg satirico provocarono le dimissioni di Mazzarano dalla carica di assessore regionale allo Sviluppo economico. Secondo la tesi del procuratore facente funzioni Maurizio Carbone, l'esponente del Pd, candidato alle elezioni regionali del 2015, avrebbe promesso a Emilio Pastore l'assunzione di due figli in una ditta privata in cambio di voti. L'uomo avrebbe concesso a Mazzarano anche un locale di sua proprietà, a titolo gratuito, allestito come comitato elettorale. Stando all'ipotesi investigativa, Mazzarano avrebbe poi effettivamente favorito l'assunzione di uno dei due figli di Pastore presso la ditta Ecologica spa. Il consigliere del Partito Democratico, difeso dagli avvocati Fausto Soggia e Marco Pomes, ha sempre respinto gli addebiti.