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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Manca numero legale, salta ancora il Consiglio comunale. Bagarre tra maggioranza e opposizioni

Solo 18 presenti su 36: ben 8 assenti nelle file dei sostenitori del sindaco Decaro che non ha gradito il flop. il presidente dell'assemblea, Di Rella: "Dal primo cittadino serve risposta politica"

Solo 18 consiglieri in aula alla seconda chiama: il Consiglio comunale di Bari non riesce a insediarsi per la terza volta nelle ultime cinque sedute. Si tratta del flop numero 21 in circa 24-25 mesi di attività amministrativa, in una giornata importante, in cui si sarebbe dovuto affrontare ben 9 debiti fuori bilancio da un ordine del giorno comprendente anche il Documento Unico di Programmazione, atto importante per la gestione strategica e politica del governo cittadino. La débacle odierna ha fatto scatenare il solito rimpallo di responsabilità tra Maggioranza e opposizioni. Nel primo caso erano ben 8 gli assenti, di cui 4 giustificati per impegni istituzionali e personali: "Chiediamo scusa alla città perché questo Consiglio non è stato insediato per motivi tecnici - ha affermato il capogruppo del Pd, Marco Bronzini -. Un paio di consiglieri erano in procinto di arrivare e hanno fatto ritardo per alcuni contrattempi o ritardi", nonostante la seconda convocazione fosse alle 10, mezz'ora dopo la prima. Ne sarebbe bastato uno in più (il sindaco Decaro era presente al suo posto) per far cominciare la seduta. "Da parte dell'opposizione c'è stato uno sgarbo istituzionale - prosegue Bronzini -  e alcuni consiglieri erano all'esterno della sala. Se fossero entrati, il Consiglio si sarebbe tenuto. E' un ostruzionismo di bassa qualità. Avrebbero potuto abbandonare l'aula dopo un'ora se avessero voluto manifestare dissenso, facendo comunque cominciare i lavori. Evidentemente mancano i contenuti e giocano con effetti speciali. La Maggioranza è unita e domattina sarà presente in aula".

Domani, infatti, c'è la seconda convocazione e non dovrebbero esserci problemi, anche perché il primo cittadino avrebbe manifestato direttamente la propria insoddisfazione ai colleghi della maggioranza. Dalle opposizioni arrivano, ovviamente, critiche: "Sgarbo istituzionale?  - domanda ironicamente Giuseppe Carrieri (Impegno Civile) - Cosa dovremmo fare? A questo punto, approviamo tutto, non perdiamo tempo ed è inutile parlare. Il sindaco deve farci sapere se è in condizioni di goverrnare la città e se ha consiglieri che lo seguono. Fin dall'inizio abbiamo offerto la nostra collaborazione ma da lui abbiamo ricevuto schiaffi in faccia e quinai abbiamo deciso di fare un'opposizione seria. Dovrebbe farsi un esame di coscienza. L'ordine del giorno - aggiunge - è arrivato a 67 punti. Tra questi 'c'è il Dup, fondamentale per andare avanti con l'attività amministrativa. Non è stato possibile esaminarlo dal 28 luglio. Quando abbiamo visto che la Maggioranza non aveva i numeri abbiamo deciso di uscire dall'aula al momento dell'appello per dimostrare che non siamo la stampella del sindaco. Ha ben 25 consiglieri di maggioranza su 36".

Rammaricato, per la seduta a vuoto, anche il presidente del Consiglio comunale, Pasquale Di Rella: "Ventuno sedute deserte in 24-25 mesi sono oltre il limite fisiologico - afferma- . Tutto ciò gonfia chi si nutre di antipolitica. Abbiamo il dovere di ridurre al minimo questi incidenti producendo anche atti amministrativi che non giacciano oltre un limite congruo. L'ordine del giorno attuale non fa onore alla città perché ci sono proposte di deliberazione giacenti anche da 8 mesi e atti di indirizzo lì da un anno. Già alcuni giorni fa - prosegue- avevo chiesto a Maggioranza e minoranze di sotterrare l'ascia di guerra. Mi aspettavo che l'una e le altre, e il sindaco, prendessero spunto dal mio intervento per rilanciare il dialogo e la collaborazione. le prossime elezioni sono molto lontane e c'è necessità di concentrarsi su quanto la Maggioranza deve realizzare in termini di programma presentato e premiato dagli elettori e le minoranze in termini di contrasto proficuo alle idee presentate dalla prima. Non credo che con tattiche politiche o escamotage regolamentari si possa offrire ai cittadini una buona immagine della politica".

Di Rella lancia un appello ai colleghi e non solo: "Invito tutti, a partire dal sindaco, fino all'ultimo dei consiglieri che sono io, ad interpretare i restanti 2 anni e mezzo di mandato con uno spirito diverso. Le polemiche le lasciamo agli ultimi 6 mesi della campagna elettorale. I cittadini sono stanchi di pretesti, di giustificazioni e hanno bisogno di segnali chiari di concretezza. Io qualche giorno fa ne ho dato uno, riducendo la mia indennità del 5%. Non pretendo sia seguito. Era una risposta positiva alla provocazione-proposta lanciata dal presidente Emiliano che ribadiva la necessità di ridurre le indennità. E' stato un segnale immediato di disponibilità. Non mi pare sia stato seguito Una città come Bari non può essere gestita e amministrata nell'angusto recinto della maggioranza. Sarò un visionario ma anche a livello nazionale, il presidente del Consiglio lo ha compreso. Domani - conclude Di Rella - le proposte saranno probabilmente approvate ma il problema resterà perché si riprpoone ciclicamente. C'è bisogno di una risposta politica di cui non può non farsi carico il sindaco, rappresentante per eccellenza della Maggioranza. E' lui che deve tendere un ponte per cercare di trovare una mediazione. Il muro contro muro crea danni che non appaiono immediatamente".

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