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Policlinico: contratti in scadenza, a rischio i dipendenti del Centro Malattie Rare

Sette associazioni di malati chiedono decisioni immediate sulla sorte della struttura pugliese che è diventata un punto di riferimento nazionale per alcune patologie rare

E' un punto di riferimento per migliaia di pazienti in tutta Italia, ma il destino del Centro Sovraziendale delle Malattie Rare attivo presso il Policlinico di Bari resta incerto. Il 17 maggio 2014 infatti gli incarichi al personale di servizio scadranno, mettendo in forse la sorte dei lavoratori e, di conseguenza, quella dei tantissimi malati che si affidano alle cure della struttura.

Una situazione allarmante che ha spinto sette associazioni nazionali e regionali a rivolgersi al Presidente della Regione Vendola, al suo Assessore alla Salute e al Coordinatore del Comitato Regionale Puglia Malattie Rare Giuseppina Annicchiarico. La richiesta è di prendere decisioni immediate e durature sul futuro del Centro e sulla delicata questione della precarietà. L'appello punta a ottenere “urgenti rassicurazioni di un prosieguo di attività del Centro Sovraziendale attraverso un abbandono della precarietà che sino ad ora lo ha caratterizzato a vantaggio di una stabilizzazione strutturale e di un suo ampliamento”.

Se i contratti non dovessero essere rinnovati, infatti, tantissimi malati rischierebbero di rimanere allo sbando. La struttura sovraziendale ho ottenuto risultati importanti, diventando punto di riferimento nazionale per alcune malattie rare. Anzi, sottolineano le associazioni firmatarie, "per alcune patologie, come nel caso della HHT (Teleangiectasia Emorragica Ereditaria), il Centro Sovraziendale non è uno dei centri ma è “il centro di riferimento nazionale”. La cessazione del servizio rappresenterebbe dunque un grave danno per i pazienti che si troverebbero esposti a complicanze anche gravi.

Da non sottovalutare nemmeno l'importanza dell'approccio interdisciplinare sperimentato negli anni dalla struttura. Si tratta di un metodo che si è dimostrato vincente e che "necessita, quanto prima, di essere efficacemente applicato anche ad altri gruppi di patologie rare, ma questo è possibile solo attraverso azioni concrete attivate nel breve periodo", si legge nel comunicato.

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