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Cassano abbraccia Alfano e spacca il PdL barese

Il senatore volta le spalle a Raffaele Fitto, entra nel "Nuovo Centrodestra" e chiede le primarie. Di Paola non ne vuole sapere. Nel Popolo della Libertà barese (ora Forza Italia) tira aria di nervosismo. Intanto torna in auge il nome del segretario cittadino D'Ambrosio Lettieri

Tre parlamentari su venti sono entrati a far parte del “Nuovo Centrodestra”. Tra questi c’è il senatore Massimo Cassano, meglio conosciuto come “mister voti” per via del record di preferenze raccolto nelle ultime regionali con il Popolo della Libertà (PdL). Quel partito che però ha deciso di abbandonare insieme al vice premier Angelino Alfano, rifiutando l’invito di Silvio Berlusconi ad avviare il nuovo corso di Forza Italia. Nel corso del voto di fiducia dello scorso 3 ottobre, Cassano era a palazzo Madama accanto al Cavaliere, entusiasta della scelta del leader del partito di confermare la fiducia al governo una volta compreso che i “lealisti” non avevano alcuna voglia di staccare la spina all’esecutivo.

Ora il senatore barese ha sposato questa linea non solo per continuare la sua prima esperienza da senatore ma forse anche per inviare un messaggio chiaro al delfino di Berlusconi in terra di Puglia, Raffaele Fitto. Quest’ultimo si è infatti posto alla testa dei “falchi” e pare abbia assunto un ruolo decisivo nel convincere il Cavaliere a non accettare alcuna mediazione con la proposta delle colombe che da par loro chiedevano di separare la questione della decadenza dalla continuità dell’esecutivo.

Questo strappo per Cassano significa anche la possibilità di diventare il riferimento barese de il ”Nuovo Centrodestra” anche in vista delle amministrative. Cassano infatti invoca le primarie, stessa cosa dicasi per Fratelli d’Italia e per una buona parte dei nuovi forzisti, a partire da Mario Ferorelli che ai nostri microfoni anticipò la scelta di volersi candidare a sindaco qualora Schittulli decidesse di rimettere i remi in barca (cosa avvenuta la settimana scorsa).

A questo punto per Fitto e la segreteria del PdL (ora Forza Italia), si tratta di tessere una tela alquanto complicata. Nelle ultime ore, l’idea prevalente era quella di convergere su Domenico Di Paola, l’ex amministratore unico di Aeroporti di Puglia, che ha avviato la sua campagna elettorale in autonomia e non sembra intenzionato accettare alcun tipo di primarie. Torna in auge il nome del segretario cittadino Luigi D’Ambrosio Lettieri, anche se non sembra convincere tutti.

A questo punto o prevarranno i rapporti di forza o il centrodestra barese è destinato ad una spaccatura che potrà risultare decisiva. Si tratterebbe di un ostacolo duro da superare soprattutto per chi si appresta ad affrontare queste elezioni come un passaggio decisivo. Infatti una terza vittoria del centrosinistra sarebbe digerita come una cesura storica definitiva tra la città e le sue tradizioni conservatrici. Operazioni di eccessiva pretattica potrebbero essere controproducenti. I tempi cambiano, gli uomini pure. A Bari, sussurrano alcuni fedelissimi, “ce ne siamo accorti da parecchio”. 

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