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Coalizione Digeronimo: "Le primarie? Sono un bluff"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

C’erano una volta le Primarie di Prodi, Bersani, Renzi e compagnia cantando…

Bei tempi…neppure troppo lontani.

La gente in fondo percepiva che andare a votare per le Primarie significava fare parte di una grande messa in scena collettiva, ma alla fin fine partecipava, perché era bello sentirsi coinvolgere, era bello illudersi di contare.

Le Primarie venivano presentate come celebrazione egualitaria, espressione di una democrazia da costruire, magari sognata più che reale, ma si sa che di solito il sogna trascina più della realtà.

Grande operazione di marketing, veicolazione del consenso, il successo alle Primarie costituiva la carta di credito per il vincitore di turno, un’investitura pressoché sacrale al comando.

Ma acqua ne è passata sotto i ponti ed anche le Primarie hanno finito per esaurire il loro fascino. Del resto, anche agli dei può capitare di finire nella polvere.

Le cronache attuali raccontano sempre più di regole disattese e cambiate in corsa, di brogli, di stratagemmi atavicamente italioti per ‘gabbare lo santo’.

Quelle del centrodestra si invocano da tempo, ma non si sono fatte e forse non si faranno mai, a causa della ben nota vocazione monocratica del leader di Arcore e – di conseguenza - dei suoi svariati derivati, figli e figliasti che siano. Quelle del centrosinistra ormai di sinistra non hanno più niente, di regolare altrettanto. Anzi, finiscono per infangare di frequente anche il senso della partecipazione popolare.

Basti pensare a ciò che è successo nel 2011 a Napoli, città nella quale schiere sottopagate di cinesi sono andate a votare alle Primarie, presumibilmente in ragione di logiche camorristiche locali.

Anche a Bari siamo ormai alla frutta, anzi alle casse di birra.

Petruzzelli si è ritirato a Gennaio, ‘prigioniero politico’ del suo Partito e delle sue logiche spartitorie. Decaro accusa da giorni qualcuno di vendersi i voti.

Olivieri, noncurante del vecchio brocardo latino che recita ‘excusatio non petita, accusatio manifesta’, si affretta sui giornali a rispedire la velata accusa al mittente, alludendo a singolari assunzioni avvenute ultimamente all’Amiu, a sms sibillini e a fiumi di birra gentilmente profusi.

Insomma ce ne è per tutti i gusti, fa niente che ci si muova – almeno sulla carta - all’interno del medesimo schieramento politico. Chissà, forse è proprio lì il problema...

Di fronte a questo deprecabile scenario, i Movimenti che sostengono la candidatura di Desirèe Digeronimo a Sindaco di Bari esortano gli esercenti baresi a mantenere aperti i negozi in data 23 febbraio, invitano i cittadini a dedicarsi allo shopping  per dare una spinta propulsiva al commercio e - dunque - a ‘preservare’ il loro voto per la tornata elettorale Comunale - quella autentica - prevista per la primavera, senza lasciarsi abbindolare dalle profferte finalizzate alla compravendita del consenso per delle Primarie che ormai appaiono gravemente farlocche, se non addirittura spregianti i più elementari principi di democrazia.  

Il portavoce dei Movimenti che sostengono la candidatura di Desirèe Digeronimo a Sindaco di Bari.

Roberto Varricchio.

C’erano una volta le Primarie di Prodi, Bersani, Renzi e compagnia cantando…

Bei tempi…neppure troppo lontani.

La gente in fondo percepiva che andare a votare per le Primarie significava fare parte di una grande messa in scena collettiva, ma alla fin fine partecipava, perché era bello sentirsi coinvolgere, era bello illudersi di contare.

Le Primarie venivano presentate come celebrazione egualitaria, espressione di una democrazia da costruire, magari sognata più che reale, ma si sa che di solito il sogna trascina più della realtà.

Grande operazione di marketing, veicolazione del consenso, il successo alle Primarie costituiva la carta di credito per il vincitore di turno, un’investitura pressoché sacrale al comando.

Ma acqua ne è passata sotto i ponti ed anche le Primarie hanno finito per esaurire il loro fascino. Del resto, anche agli dei può capitare di finire nella polvere.

Le cronache attuali raccontano sempre più di regole disattese e cambiate in corsa, di brogli, di stratagemmi atavicamente italioti per ‘gabbare lo santo’.

Quelle del centrodestra si invocano da tempo, ma non si sono fatte e forse non si faranno mai, a causa della ben nota vocazione monocratica del leader di Arcore e – di conseguenza - dei suoi svariati derivati, figli e figliasti che siano. Quelle del centrosinistra ormai di sinistra non hanno più niente, di regolare altrettanto. Anzi, finiscono per infangare di frequente anche il senso della partecipazione popolare.

Basti pensare a ciò che è successo nel 2011 a Napoli, città nella quale schiere sottopagate di cinesi sono andate a votare alle Primarie, presumibilmente in ragione di logiche camorristiche locali.

Anche a Bari siamo ormai alla frutta, anzi alle casse di birra.

Petruzzelli si è ritirato a Gennaio, ‘prigioniero politico’ del suo Partito e delle sue logiche spartitorie. Decaro accusa da giorni qualcuno di vendersi i voti.

Olivieri, noncurante del vecchio brocardo latino che recita ‘excusatio non petita, accusatio manifesta’, si affretta sui giornali a rispedire la velata accusa al mittente, alludendo a singolari assunzioni avvenute ultimamente all’Amiu, a sms sibillini e a fiumi di birra gentilmente profusi.

Insomma ce ne è per tutti i gusti, fa niente che ci si muova – almeno sulla carta - all’interno del medesimo schieramento politico. Chissà, forse è proprio lì il problema...

Di fronte a questo deprecabile scenario, i Movimenti che sostengono la candidatura di Desirèe Digeronimo a Sindaco di Bari esortano gli esercenti baresi a mantenere aperti i negozi in data 23 febbraio, invitano i cittadini a dedicarsi allo shopping  per dare una spinta propulsiva al commercio e - dunque - a ‘preservare’ il loro voto per la tornata elettorale Comunale - quella autentica - prevista per la primavera, senza lasciarsi abbindolare dalle profferte finalizzate alla compravendita del consenso per delle Primarie che ormai appaiono gravemente farlocche, se non addirittura spregianti i più elementari principi di democrazia.  

Il portavoce dei Movimenti che sostengono la candidatura di Desirèe Digeronimo a Sindaco di Bari.

Roberto Varricchio.

C’erano una volta le Primarie di Prodi, Bersani, Renzi e compagnia cantando…

Bei tempi…neppure troppo lontani.

La gente in fondo percepiva che andare a votare per le Primarie significava fare parte di una grande messa in scena collettiva, ma alla fin fine partecipava, perché era bello sentirsi coinvolgere, era bello illudersi di contare.

Le Primarie venivano presentate come celebrazione egualitaria, espressione di una democrazia da costruire, magari sognata più che reale, ma si sa che di solito il sogna trascina più della realtà.

Grande operazione di marketing, veicolazione del consenso, il successo alle Primarie costituiva la carta di credito per il vincitore di turno, un’investitura pressoché sacrale al comando.

Ma acqua ne è passata sotto i ponti ed anche le Primarie hanno finito per esaurire il loro fascino. Del resto, anche agli dei può capitare di finire nella polvere.

Le cronache attuali raccontano sempre più di regole disattese e cambiate in corsa, di brogli, di stratagemmi atavicamente italioti per ‘gabbare lo santo’.

Quelle del centrodestra si invocano da tempo, ma non si sono fatte e forse non si faranno mai, a causa della ben nota vocazione monocratica del leader di Arcore e – di conseguenza - dei suoi svariati derivati, figli e figliasti che siano. Quelle del centrosinistra ormai di sinistra non hanno più niente, di regolare altrettanto. Anzi, finiscono per infangare di frequente anche il senso della partecipazione popolare.

Basti pensare a ciò che è successo nel 2011 a Napoli, città nella quale schiere sottopagate di cinesi sono andate a votare alle Primarie, presumibilmente in ragione di logiche camorristiche locali.

Anche a Bari siamo ormai alla frutta, anzi alle casse di birra.

Petruzzelli si è ritirato a Gennaio, ‘prigioniero politico’ del suo Partito e delle sue logiche spartitorie. Decaro accusa da giorni qualcuno di vendersi i voti.

Olivieri, noncurante del vecchio brocardo latino che recita ‘excusatio non petita, accusatio manifesta’, si affretta sui giornali a rispedire la velata accusa al mittente, alludendo a singolari assunzioni avvenute ultimamente all’Amiu, a sms sibillini e a fiumi di birra gentilmente profusi.

Insomma ce ne è per tutti i gusti, fa niente che ci si muova – almeno sulla carta - all’interno del medesimo schieramento politico. Chissà, forse è proprio lì il problema...

Di fronte a questo deprecabile scenario, i Movimenti che sostengono la candidatura di Desirèe Digeronimo a Sindaco di Bari esortano gli esercenti baresi a mantenere aperti i negozi in data 23 febbraio, invitano i cittadini a dedicarsi allo shopping  per dare una spinta propulsiva al commercio e - dunque - a ‘preservare’ il loro voto per la tornata elettorale Comunale - quella autentica - prevista per la primavera, senza lasciarsi abbindolare dalle profferte finalizzate alla compravendita del consenso per delle Primarie che ormai appaiono gravemente farlocche, se non addirittura spregianti i più elementari principi di democrazia.  

Il portavoce dei Movimenti che sostengono la candidatura di Desirèe Digeronimo a Sindaco di Bari.

Roberto Varricchio.

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