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Martedì, 16 Aprile 2024
Comunali Bari 2014

Digeronimo: "Per l'edilizia giudiziaria serve una permuta con la Pizzarotti"

La candidata sindaco al Comune di Bari, Desirèe Digeronimo, interviene sul tema dell'edilizia giudiziaria e sulla questione relativa alla costruzione della Cittadella della Giustizia

La candidata sindaco al Comune di Bari, Desirèe Digeronimo ha partecipato questo pomeriggio al convegno dell'Aiga "Edilizia giudiziaria: i giovani avvocati incontrano i candidati sindaco", rispondendo a due domande.

La prima "La giustizia a Bari ha bisogno di una nuova casa o di nuovi abitanti?"

"La giustizia é il primo problema senza scendere nel caso specifico di Bari. É una emergenza nazionale. Il sistema giudiziario italiano non funziona perché non é efficiente, perché gli strumenti a disposizione dei magistrati non sono adeguati. In questo Paese non si investe nella giustizia, anzi alla giustizia vengono continuamente tagliati i fondi. Quando in una democrazia la giustizia é il primo bene dei cittadini. Il sistema attuale non garantisce autonomia e indipendenza alla magistratura. Basti pensare al Csm che si divide in correnti politiche e dove si attuano gli stessi meccanismi di ripartizione per corrente degli incarichi, che si attuano in altri settori.

Io auspico la riforma della giustizia in Italia che non sia però una riforma punitiva.

Viviamo in un paradosso dove la politica vuole controllare la magistratura e da essa ne subisce il ricatto. Questa é una delle patologie del sistema. In Parlamento giace una legge che prevede che un giudice che decide di scendere in politica non può, una volta terminata l'attività politica, tornare a svolgere attività di magistrato. Ed io sono d'accordo con questa legge e penso sia colpa della politica non legiferare in merito. Tuttavia penso che un magistrato sceso in politica non debba perdere il suo lavoro, ma ritengo debba essere riassorbito in altre funzioni".

La seconda domanda, specifica "Quali soluzioni per l'edilizia giudiziaria a Bari?"

"Innanzitutto ritengo che gli uffici giudiziari vadano accorpati assolutamente, quindi no all'ipotesi Arcipelago della giustizia.

É un diritto dei cittadini evitare che si continui ad andare avanti con contenziosi giudiziari inutili. Le sentenze vanno rispettate e un sindaco non può ignorare gli otto giudizi favorevoli alla impresa Pizzarotti. Io, se fossi sindaco, farei una transazione con l'impresa per mettere al riparo l'amministrazione e i cittadini.

L'unica preoccupazione potrebbe essere il levare vita al quartiere Libertà, ma le cose vanno fatte con criterio e ad esempio, si possono accorpare tutti gli uffici comunali all'interno del palazzo di via Crispi. In periodi di crisi i soldi vanno risparmiati e io ho fatto due conti. Il Comune per il palazzo di via Crispi paga 370mila euro annui di affitto. Per i diciassette immobili degli assessorati spende 1.250.000 euro. Spostando gli assessorati all'interno del palazzo di via Crispi si risparmierebbero soldi e si avrebbe una superficie doppia rispetto a quella attuale. Affitterei inoltre gli uffici di proprietà comunale. Attraverso queste due operazioni si genererebbe un risparmio complessivo di 1.635.000 euro".

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