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Giovedì, 18 Aprile 2024
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L'OPINIONE - Le primarie che non servivano

C’eravamo abituati a salutare le primarie come una grande festa di partecipazione. In alcuni frangenti si è trattato di incoronazioni annunciate, altre volte hanno sovvertito i pronostici, ma in ogni caso hanno sempre avuto il ruolo di rappresentare un momento di riappacificazione con la politica, una sorta di rito purificatore per serrare le fila e ripartire uniti.

Ieri è accaduto l’esatto opposto. La vittoria di Antonio Decaro è bella perché sofferta, sudata e voluta. Ha vinto il candidato annunciato da mesi e per il quale, a ben vedere, non servivano primarie, data anche l’ampia convergenza del centrosinistra.

Ad uscire sconfitte sono le stesse consultazioni e il modo con cui sono state vissute. E’ bastato spostarsi da un seggio all’altro per comprendere che stava accadendo qualcosa di poco chiaro. Di brutto. Non sapremo mai la verità, ma quello che nei giorni scorsi si era adombrato come uno spettro ha finito per inverarsi e per assumere le forme di un buono spesa di 15 euro o di un rimborso caffè-cornetto. Nei seggi non si è per niente respirato un clima di festa, ma solo di sospetto verso chi si recava a votare, spesso senza sapere per cosa, ma solo per chi. E’ bastato eliminare la ricevuta per far piombare nel panico decine e decine di persone, segno inequivocabile che dietro un ticket c’era ben altro.

Parliamoci chiaro, stavolta le primarie non servivano. Perché queste consultazioni funzionano solo se c’è un ampio riconoscimento dei soggetti in campo. Se si gioca a carte scoperte e si è pronti a siglare un accordo una volta chiuse le urne. Decaro ha vinto perché trascinato da quanti hanno deciso di recarsi al voto nonostante gli ultimi cinque anni di Emiliano per nulla esaltanti. Non solo dai suoi fedelissimi. Non sappiamo ora cosa farà Olivieri, ma è chiaro che il modo con cui sono state vissute queste primarie aumenta a dismisura i sospetti reciproci.  E chissà che il bacino di consensi raccolti dal presidente della Multiservizi (voluto a tutti i costi da Emiliano nel tavolo di centrosinistra) possa spostarsi altrove. Non sarebbe fantapolitica.

Ma le primarie hanno rivelato anche un altro dato. Occorre scegliersi meglio i compagni di viaggio. Perché quello che abbiamo visto domenica, potrebbe rivelarsi in scale più grandi a maggio. Trasparenza e coerenza impongo scelte coraggiose. Occorre davvero recidere quella cortina di malaffare, clientelismo e tornaconti personali che rischia di stritolare il centrosinistra e impedire di dare pieno sviluppo alla  sua proposta. Decaro ha di fronte a sé un compito tanto difficile quanto ambizioso: immaginare il futuro della città nel ruolo di candidato sindaco. Inizi a scegliersi i suoi compagni di viaggio, eviti personalismi, strettoie partitiche e incalzi sui contenuti. E vedrà che il popolo del centrosinistra sarà con lui. Non solo quello che ieri ha festeggiato una fin troppo sudata vittoria.

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