rotate-mobile
Regionali Puglia 2015

Regionali, Rossi: "Un modello alternativo di sviluppo per la Puglia"

Intervista al candidato governatore de 'L'Altra Puglia'. Tra le proposte, un piano del lavoro che punti sulle "piccole opere", per un modello capace di coniugare sviluppo, rispetto del territorio e salute. "Noi alternativa per una nuova sinistra, ma per cambiare la Puglia occorre anche cambiare l'Italia e l'Europa"

51 anni, ingegnere e ricercatore dell’Enea, consigliere comunale a Brindisi. Alle spalle un lungo impegno in battaglie per la difesa del territorio. Riccardo Rossi è il candidato alla presidenza della Regione per ‘L’Altra Puglia’. BariToday lo ha intervistato per conoscere più da vicino le sue proposte.

Riccardo Rossi, L’Altra Puglia nasce dall’esperienza della lista Tsipras alle Europee. Come si pone la sua candidatura nel panorama politico pugliese?

"Esatto, la nostra esperienza è cominciata lo scorso anno con L’Altra Europa con Tsipras. Il punto fondamentale da cui si è partiti è che occorre costruire un’alternativa rispetto a quelle politiche del rigore e dell’austerity che vengono decise in Europa e poi applicate dai vari governi, tra cui il governo Renzi. La nostra collocazione non può che essere coerente con questa indicazione. Per questo siamo fuori dal centrosinistra, perché riteniamo che ormai Renzi abbia portato una mutazione genetica del Pd e dello stesso centrosinistra, attuando politiche assolutamente in linea con i voleri dell’Europa: pensiamo a quanto deciso col Job Act, con la totale precarizzazione del mondo del lavoro, con lo Sblocca Italia, oppure con la riforma della Buona scuola. La nostra collocazione è per una nuova sinistra, che possa, come Tsipras in Grecia e come Podemos in Spagna, dare risposte ai cittadini pugliesi e italiani”.

Nasce quindi di qui la scelta di presentarvi da soli, nonostante l’ostacolo rappresentato dallo sbarramento all’8% per le liste che corrono da sole?

"Inizialmente abbiamo anche avanzato una proposta ad altri candidati, come i Verdi, Alternativa comunista, Movimento 5 Stelle, per creare una massa critica sufficiente per contrastare queste larghe intese centrodestra-centrosinistra, che da anni gestiscono il nostro Paese. L’intesa poi non è stata trovata, ma penso che comunque sia importante avviare una proposta chiara di cui oggi in Italia si sente assolutamente la mancanza, in particolare nel centrosinistra. Certo, questa legge elettorale con lo sbarramento all’8 % è una legge liberticida, che sta proprio ad indicare la volontà di cercare di impedire il più possibile la creazione di un’alternativa. Ma non per questo possiamo farci scoraggiare, e penso che, indipendentemente da questa legge elettorale, noi dobbiamo avanzare una proposta che continuerà a vederci presenti anche dopo il 31 maggio, e che penso possa solo crescere in Italia, poiché c'è un’assoluta sintonia col senso comune di tante persone che non condividono molte politiche che vengono attuate oggi in Italia.".

A proposito di proposte, quali sono le vostre priorità  per la Puglia?

“Innanzitutto il lavoro. Crediamo sia necessario intervenire con un reddito di cittadinanza. A noi piace più l’espressione ‘reddito di dignità’, usata da Don Ciotti. I dati sulla disoccupazione in Puglia ci raccontano di un 24% di disoccupazione totale e 58% giovanile. E poi è necessario un piano per il lavoro, che non è quello di Renzi, quello dello Sblocca Italia, delle trivellazioni in mare, di Tempa rossa, degli inceneritori. Quello è il prosieguo di un modello di sviluppo che ha provocato ferite importanti in Puglia: penso a Taranto, a Brindisi.  Occorre invece un piano del lavoro che guardi alle piccole opere, non alle grandi opere: cura del territorio, edilizia scolastica, bonifiche dei siti inquinati. Abbiamo a disposizione importanti risorse, quelle del quadro comunitario 2014-2020, la Puglia è Regione obiettivo 1. Bisogna non frammentare questi fondi, ma inserirli in un quadro organico che possa traghettare la Puglia verso un nuovo modello di sviluppo, che sia assolutamente compatibile con il territorio, con le esigenze di dare lavoro rispettando l’ambiente e la salute".

Parlando di necessità di coniugare lavoro, ambiente e salute, vengono in mente alcune questioni che in questo momento sono centrali per la Puglia, come Tap, Ilva, trivellazioni. Su questi temi qual è la vostra posizione?

“Noi siamo contrari proprio a questo modello di sviluppo. Rifiutiamo il fatto che il nostro mare debba essere utilizzato dalle multinazionali per estrarre petrolio, o che il nostro territorio debba essere transito per un gasdotto. La nostra non è una semplice opposizione a questa o quella opera. Qui siamo di fronte ad un disegno che corrisponde ad una visione autoritaria che il governo Renzi sta attuando. E' un intero modello di gestione del territorio che va respinto, partendo invece da quello che è il nostro slogan, ‘prima le persone’: partecipazione, democrazia, autodeterminazione della Regione Puglia. Le priorità le decideranno i pugliesi, non lo può decidere certo Renzi”.

Un altro settore molto delicato del governo regionale è quello della sanità. Su questo punto quali sono le vostre proposte?

"Sulla sanità c'è una situazione estremamente critica. I dieci anni di Vendola, che si aprono battendo Fitto sul piano del riordino sanitario, sono stati assolutamente deficitari. Ci troviamo con ticket, superticket e liste di attesa infinite. Mancano i presidi territoriali che possano integrare le strutture ospedaliere di primo livello. Bisogna eliminare il superticket, per cominciare a dare un primo segnale, e poi lavorare per ridurre le liste di attesa. E' necessario che il mandato dei dirigenti delle Asl non abbia come unico obiettivo l’equilibrio di bilancio, come fossero dei ragionieri, ma anche e soprattutto le esigenze delle persone".

La campagna elettorale è ormai alla sua conclusione. Qual è il messaggio che volete lanciare ai pugliesi?

"Il messaggio che mandiamo è che bisogna cominciare a cambiare la Puglia, cominciando a cambiare anche l'Italia e l’Europa: le tre prospettive vanno tenute insieme altrimenti illuderemmo i pugliesi di potersi autodeterminare, mentre in questo momento le decisioni vengono prese altrove, dalla Bce e dai mercati finanziari. Proprio in quest’ottica, vorrei sottolineare che il 31 maggio i cittadini pugliesi potranno non solo eleggere il presidente della Puglia e il consiglio regionale, ma potranno anche dare un giudizio sul governo Renzi e sul suo operato in questi 15 mesi. Il valore del voto di domenica prossima è anche il valore di un voto politico. Cioè, se si è contrari a quello che sta succedendo in Italia con Renzi e in Europa, lo si può esprimere anche in queste elezioni regionali. Noi rappresentiamo un’alternativa e l’evidenza di questa alternativa aprirà scenari completamente differenti anche in Italia".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Regionali, Rossi: "Un modello alternativo di sviluppo per la Puglia"

BariToday è in caricamento