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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Foto in aula vietate ai consiglieri, Melini: "Censura alle opposizioni, farò ricorso al Tar"

L'esponente dell'opposizione sul caso delle riprese 'vietate' nell'aula Dalfino: "Vietare foto e video ai consiglieri non è esempio di trasparenza e garanzia"

"Il Comune di Bari, quindi la Città, è - a parer mio - vittima dell'oscurantismo della politica. Grave che questa polemica sia stata voluta da un Consigliere comunale, evidentemente troppo interessato a nascondere ai baresi ciò che accade durante un Consiglio comunale o, peggio, quando la Maggioranza disserta l'Aula Dalfino".

Così la consigliera di opposizione Irma Melini (ScelgoBari-Misto) interviene sul caso delle riprese foto e video vietate ai consiglieri durante le sedute nell'aula Dalfino.

"Vietare le fotografie e i video ai Consiglieri comunali nell'esercizio delle funzioni all'interno dell'Aula consiliare non è un esempio di trasparenza e garanzia dei diritti della rappresentanza politica, fra i quali annovero anche il diritto di informazione rivolto proprio ai cittadini, rispetto a quanto accade durante le sedute consiliari, che ricordo essere pubbliche. Il parere del Segretario generale, utilizzando un'interpretazione estesa del "Regolamento comunale per le riprese audiovisive del Consiglio comunale", fa emergere l'illegittimità di suddetto regolamento o sua interpretazione, che nega proprio ai rappresentanti dei cittadini, agli eletti, di poter anche solo effettuare una fotografia all'interno dell'Aula consiliare".

"Paradossalmente, un eletto diventa l'oggetto di riprese e immagini autorizzate a “terzi”, ma non può farne di sue. Paradossalmente, se un eletto volesse essere autorizzato a scattare foto o riprese video in Aula consiliare dovrebbe abbandonare l'Aula, andare fra il pubblico, quindi divenire soggetto “terzo” e testimoniare a se stesso o alla città quanto accade, privandosi però – lo ribadisco – del suo status di rappresentante dei cittadini. Per quanto esposto, il regolamento o la sua interpretazione è lesivo – a mio modesto parere – dei diritti dei Consiglieri rispetto ai soggetti autorizzati o autorizzabili. Pertanto, chiederò un parere interpretativo al Ministero dell'Interno e per conoscenza invierò la domanda all'ANCI, perché ritengo il tema importante anche per gli altri Colleghi in Italia, affinché nessuno sia limitato o discriminato, nell'esercizio delle proprie funzioni politiche, quindi anche di cronaca, rispetto a soggetti “terzi”, discrezionalmente autorizzati. A garanzia di quanto accade in queste ore nella città di Bari, proporrò ricorso al TAR Bari affinché accerti l'illegittimità del Regolamento perché lesivo delle prerogative del consigliere comunale nonché per disparità di trattamento rispetto ai cittadini ai quali invece è concessa la possibilità di riprese audio-video, finanche autorizzate".

"D'altronde - conclude Melini - è singolare che le Emittenti televisive private sono autorizzate a fare le riprese per rappresentare i fatti che accadono durante un Consiglio, mentre contestualmente viene censurata una identica immagine solo perché prodotta da un consigliere, o forse solo perché ha un contenuto sfavorevole alla Maggioranza. In questa maniera, si potrebbe concretizzare una censura politica non rivolta all'immagine, bensì alla finalità di cronaca sfavorevole a chi governa e questa, così fatta, non potrebbe più chiamarsi democrazia".

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