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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Giorno della Memoria, cerimonia in Consiglio regionale: "Ricordare per non ripetere"

Nell'aula di via Capruzzi l'incontro al quale hanno preso parte tanti studenti degli istituti baresi, insieme alle massime autorità civili e militari. Il presidente dell'assise regionale Loizzo: "Il rifiuto della violenza va riaffermato ogni giorno"

“Oggi il ricordo è un dovere, ma si dovrebbe riaffermare ogni giorno il rifiuto della violenza dell’uomo contro l’uomo nella forma del genocidio”. Sono le parole con le quali il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, ha aperto il convegno organizzato nell’Aula consiliare in via Capruzzi, alla presenza delle massime autorità civili e militari e di tanti studenti delle scuole cittadine. “È la giornata – ha fatto presente - in cui riflettere è un obbligo morale, per parlare ai giovani e gettare i semi della pace, che spetta a loro far crescere”.

Una legge della Repubblica, n. 211 del 2000, ha istituito il 27 gennaio come Giorno della Memoria, per ricordare lo sterminio del popolo ebraico e la deportazione dei militari e detenuti politici italiani nei campi nazisti. L’olocausto ha ucciso sei milioni di ebrei, la metà di quelli europei, un terzo degli ebrei del mondo. E un milione e mezzo erano bambini. “Ricordare quelle vittime non può essere una semplice abitudine  perché mantenere viva la memoria dello sterminio deve aiutare le nuove generazioni a tenerlo lontano dal loro futuro – sempre il presidente Loizzo – tanto più mentre oggi ci ritroviamo a dover combattere culture razziste e xenofobe che trovano sempre nuovi bersagli, ancora una volta tra la gente innocente”.

Il prefetto di Bari, Carmela Pagano, ha osservato come sia fondamentale l’incontro con i giovani su questi temi, per fare del vissuto doloroso di quegli anni una memoria diffusa e condivisa. Presenti all'incontro anche il questore Antonio De Iesu e, per le Forze Armate e i Corpi dello Stato, il generale della Guardia di Finanza Giuseppe Vicanolo (che ha ricordato il significato della nostra Costituzione “di pace”), i generali Mauro Prezioso (Esercito) e Giovanni Cataldo (Carabinieri), il capitano di vascello Luigi Leotta della Capitaneria di Porto e il colonnello Raimondo D’Andria  delle Scuole AM-Terza Regione Aerea.

I contenuti storici dell’evento, accompagnati da documenti audiovisivi internazionali sui campi profughi in Terra di Bari, sono stati introdotti dalla direttrice del Servizio consiliare biblioteca e comunicazione istituzionale, Daniela Daloiso e affidati all’Istituto per la storia del ‘900, Ipsaic, diretto da Vito Antonio Leuzzi e ospitato presso la biblioteca del Consiglio regionale. Sono interventi anche la direttrice dell’Archivio di Stato di Bari Antonella Pompilio, il presidente dell’Associazione Scuola Italiana (Ansi) Domenico Fracchiolla, la presidente del Parlamento regionale dei giovani Consiglia Ippolito e Rosa Anna Pucciarelli, docente dell’Accademia di Belle Arti di Bari, che ha illustrato e il calendario di tutte le religioni, realizzato dagli studenti di alcune scuole baresi.

“Settantasei anni fa, è scoccata nel nostro continente la scintilla che ha scatenato la seconda guerra mondiale, con tutte le sue conseguenze. Facciamo in modo che dall’Europa si propaghi ora una strategia politica, culturale ed etica di pacificazione. Impegniamoci a fare della memoria il motivo ispiratore di politiche internazionali  concrete, a vantaggio della pace”, ha concluso il presidente Loizzo riassumendo il senso dell'intera giornata commemorativa. 

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE EMILIANO - In occasione del convegno, il presidente della Regione Michele Emiliano ha fatto pervenire il suo messaggio ai partecipanti: “Questa giornata ci richiama il dovere della memoria e dell'impegno in una lotta rigorosa contro ogni forma di antisemitismo. Tocca a ciascuno di noi fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, difendere la verità storica e, soprattutto, educare le giovani generazioni a non rimanere indifferenti. Spesso, davanti a tragedie di proporzioni enormi, si è portati sinistramente a misurare tali sciagure ricorrendo ad una computisteria delle vittime. È come se la parola, davanti alla tragedia della Shoah, perdesse la sua potenza evocativa e delegasse all'aritmetica il compito di spiegare i fatti. Basterebbe perciò ammettere l'uccisione di circa sei milioni di uomini, donne e bambini. Ma questo non è l'atteggiamento più corretto. Occorre non dimenticare ciò che è stato, perché non abbia mai più a ripetersi. Ecco perché la Giornata della Memoria rappresenta un fermo richiamo a vigilare contro ogni rigurgito negazionista e antisemita. Un altro passo verso la faticosa presa di coscienza dei doveri elementari degli esseri umani verso altri esseri umani”.

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