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Giunta, Paola Romano: "E’ ora che Bari diventi città universitaria"

Intervista al nuovo assessore comunale alle Politiche giovanili: "Quando Decaro mi ha chiesto di far parte della giunta non ci ho pensato due volte". Tra gli obiettivi quello di trasformare la città in centro universitario attrattivo: "Occorrono servizi adeguati e innovativi. Il Comune deve lavorare in sinergia con Ateneo e Politecnico"

Ventotto anni appena compiuti. Nel 2010 si è laureata in giurisprudenza e subito dopo ha ottenuto l'abilitazione alla professione forense. I suoi studi si sono man mano orientati sui campi in cui la scienza giuridica tocca il mondo dell’economia e della finanza. Una passione che la porterà a diventare dottore di ricerca in diritto commerciale e bancario all'Università di Tor Vergata oltre che cultore della materia presso l'Ateneo di Camerino.

Dinamica e ambiziosa. Il neo assessore comunale alle Politiche Giovanili Paola Romano non si nasconde e chiede fiducia per il suo primo mandato.

E' alla sua prima esperienza amministrativa. Che effetto le fa?

"E’ una sensazione bellissima, devo dire anche molto carica di responsabilità, anche perché avverto che la comunità barese che mi ha sostenuta si attende molto da me e io mi sto prodigando per non deludere le aspettative".

La sua nomina ad assessore ha smosso qualche mal di pancia all’interno del Pd…

"Diciamo che nel partito c’è stato un dialogo serrato ma proficuo, dove ognuno ha espresso il suo parere. Io ho accettato la richiesta del Pd di candidarmi al consiglio comunale di Bari. L’ho fatto ben volentieri anche perché, in questi anni, l’esperienza politica mi ha portato ad interessarmi alla città e alla maturazione del progetto politico del partito. Come in ogni comunità, anche nel partito ci possono essere divergenze di vedute, ma quando Antonio Decaro mi ha domandato se avessi voluto accettare l’incarico di entrare nella sua giunta non ci ho pensato due volte".

Che giudizio ha della guida di Emiliano? A suo parere che decennio è stato quello appena trascorso con l’ex pm alla guida di Palazzo di Città?

"Emiliano è stato a mio parere un sindaco capace. A lui va riconosciuto il merito di aver fatto uscire Bari da una stagione scura e di questo gli si deve dare atto".

Non è d’accordo con quanti ritengono che il secondo quinquennio sia stato meno incisivo sul piano della spinta riformatrice?

"Io credo che un amministratore lo si debba giudicare soprattutto da come lascia il bilancio. Bari ha conti in ordine e questo non deve essere dato per scontato. Oggi abbiamo un piano di attività e progetti su cui poter lavorare. Forse negli ultimi cinque anni le sue riforme sono mancate sul piano della visibilità, ma ci lascia comunque un tesoretto importante da cui ripartire".

Che obiettivo personale e politico si è data?

"Per il primo ho voglia di dimostrare con i fatti che le persone che ha scelto Decaro per comporre la sua squadra sono in grado di mantenere le promesse e di lavorare sul programma. In questo senso voglio dimostrare di essere all’altezza. Per quanto riguarda l’obiettivo politico, vorrei essere portavoce dell’attuazione del programma all’interno del mio partito, favorendo il dialogo e la partecipazione  con ogni suo componente".
 
Decaro le ha assegnato la delega alle politiche giovanili. E’ un periodo di studio, ma sta pensando a risultati o azioni che possono essere lanciate fin da subito?

"Allora nel breve periodo vorrei lavorare per il miglioramento dei servizi mense e  trasporto per gli studenti e per l'allungamento dell'orario degli asili. Voglio inoltre stringere una collaborazione forte tra Università, Politecnico e Comune affinché  Bari diventi  una città universitaria a tutti gli effetti, riconosciuta in Puglia e in Italia per la sua capacità di attrarre studenti fornendo loro servizi adeguati e innovativi".
 
Qualche idea anche per chi cerca lavoro e non ha intrapreso la formazione universitaria?

"Su questo c’è da fare un lavoro sul lungo periodo, mettendo in campo politiche attive del lavoro anche grazie alla collaborazione del Governo nazionale e regionale. I ragazzi non devono lasciare la propria terra, spesso lo fanno perché nessuno è in grado di offrigli un contributo concreto. Il Comune e questa giunta faranno la propria parte, stimolando soprattutto l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro in luoghi dedicati. Poi dobbiamo lavorare sui poli per l’innovazione sociale, per cercare stimolare la creatività nella formazione di nuovo opportunità di impiego. Presto faremo delle scelte mirate su questo".

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