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Tassa di soggiorno, il centrodestra 'bacchetta' Decaro: "Sbagliato introdurla, perderemo turisti"

In una nota firmata dai consiglieri Michele Picaro e Giuseppe Carrieri viene criticata la possibilità di far pagare un contributo a chi pernotta a Bari

"Si apprende da organi di stampa, che il sindaco di Bari sarebbe il regista “dell’operazione romana” che ha consentito di inserire nel decreto correttivo dei conti pubblici in approvazione alla Camera un emendamento per sbloccare il divieto per gli enti locali di introdurre nuove tasse/imposte nei loro territori". La nota, firmata dai consiglieri di centrodestra Giuseppe Carrieri e Michele Picaro, si riferisce alla possibilità, paventata dal primo cittadino, di far pagare a chi pernotta in città una tassa di soggiorno

Una scelta che, come ricordano i due politici, non spetta al primo cittadino, ma al Consiglio comunale, dove promettono di dare battaglia sull'introduzione del contributo che, a loro dire, andrebbe a gravare sull'economia del turismo pugliese senza dare effettivi benefici. "I baresi - scrivono nella nota - pagano per  Imu, Tari e addizionale Irpef importi tra i più elevati d’Italia, a fronte peraltro di servizi comunali pessimi e scadenti. In tale situazione, è dunque semplicemente scandaloso che il sindaco Decaro, reiteri l’intenzione di introdurre a Bari l’imposta di soggiorno, sia alla luce dello spaventoso livello tributario cittadino; sia alla luce della relativa modestia degli incassi preventivati (1 milione e mezzo di euro) in rapporto al complicato meccanismo di riscossione dell’imposta di soggiorno per le tante strutture ricettive presenti sul territorio comunale".

E a pagarne le spese per i due consiglieri sarebbero comunque le tasche degli italiani, visto che a Bari "sono minime le percentuali dei pernottamenti
degli stranieri
" commentano. La soluzione paventata sarebbe la riduzione dello 0,5 percento della spesa del Comune, attualmente attestata a 330 milioni di euro l'anno, così da evitare l'introduzione della tassa di soggiorno. "Un tributo che - concludono Carrieri e Picaro - alla fine graverà sugli albergatori, costretti ad abbassare le tariffe, per restare competitivi, oppure comporterà l’emigrazione turistica verso comuni limitrofi che non applicano l’imposta".

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