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Fronte comune dei sindaci contro l'inceneritore: da Modugno il 'no' all'impianto Newo

In mattinata una seduta del Consiglio monotematica e aperta ha visto la partecipazione dei primi cittadini dei Comuni interessati, per ribadire la contrarietà all'opera: "La Regione ritiri l'autorizzazione"

Una seduta del Consiglio comunale monotematica - aperta a sindaci, consiglieri regionali, rappresentanti delle associazioni, cittadini - per illustrare e sostenere le ragioni del 'no' all'impianto di ossicombustione della Newo. La battaglia contro l'inceneritore che dovrebbe sorgere alla zona industriale riparte da Modugno, dove i rappresentanti dei Comuni dell'Aro Bari 2 si sono ritrovati per ribadire il 'no' all'impianto.

"Vicenda dalle molte contraddizioni"

In apertura della seduta, il sindaco Magrone ha ringraziato sindaci, consiglieri e rappresentanti di associazioni ambientaliste che hanno accettato l'invito a discutere di "un tema che impone una responsabilità profonda in ciascuno di noi". Assente, "a causa di concomitanti impegni", il governatore Emiliano, che ha inviato sulla vicenda una nota riassuntiva a firma della dirigente del dipartimento Ecologia, Mobilità e Qualità Urbana, Barbara Valenzano. L'assessore all'Ambiente di Modugno, Tina Luciano, ha invece ricordato le "molte contraddizioni" presenti nella vicenda del progetto industriale Newo, "la più grande" delle quali "è quella di voler insediare un inceneritore nel cuore di un contesto virtuoso, l'Aro Ba2 e la provincia di Bari, già molto avanti con la raccolta differenziata spinta e con la chiusura del ciclo dei rifiuti di segno radicalmente opposto all'incenerimento". "Chiediamo quindi al Consiglio Comunale - ha ribadito Luciano - di sostenere con forza il percorso della via giudiziaria che il Comune ha intrapreso facendo ricorso contro l'autorizzazione concessa dalla Regione a Newo".

Il 'no' di amministrazioni locali e associazioni

Nell'aula del Consiglio comunale modugnese si sono avvicendati gli interventi di sindaci, esponenti politici e delle associazioni. Presente anche Antonio Decaro, sindaco di Bari e della Città metropolitana, che ha ribadito il 'no' dell'amministrazione barese all'opera, ripercorrendo - come già fatto in aula Dalfino - le tappe della vicenda e dei suoi interventi per chiedere di bloccare. "La strada maestra - ha ripetuto Decaro - è quella di difendere la comunità dalla decisione sciagurata di investire soldi pubblici in un impianto di incenerimento, che contrasta sia con quanto previsto dal piano regionale dei rifiuti, sia con gli sforzi fatti dalle nostre amministrazioni per la raccolta differenziata porta a porta". Tra gli interventi in aula anche quello di Rossano Ercolini, presidente dell'associazione nazionale 'Zero Waste Italia': "E' una vicenda incredibile - ha detto Ercolini - nessuno è padre di questo impianto. Nessuno lo vuole eppure è stato autorizzato". "Perché fare questo progetto proprio qui, dove si è scelto di andare nella direzione rifiuti zero? Che la richiesta delle istituzioni, delle associazioni e delle comunità tutte sia unanime: l'autorizzazione a quanto impianto va revocata senza se e senza ma".

Il documento approvato dal Consiglio di Modugno

Successivamente, il Consiglio ha proceduto all'approvazione unanime, da parte di maggioranza e opposizione, di un documento che chiede la revoca dell'Autorizzazione Integrata Ambientale concessa dalla Regione al progetto. "Qualora non intervenga la revoca il documento - che approderà negli altri sei consigli comunali dell'Aro Ba2 - impegna i comuni dello stesso Aro a procedere con ricorso al Tar contro l'autorizzazione regionale". "È la logica conclusione di una pagina storica di partecipazione democratica nella quale si è celebrata l'unione dei territori in difesa dell'ambiente contro le aggressioni industriali - ha commentato il sindaco Magrone - Il documento votato in Consiglio è il frutto di un incontro allargato alla società civile svolto all'insegna della riflessione civile, seria e approfondita, per la tutela della salute e per l'equilibrio ecologico di molte comunità. In particolar modo della comunità modugnese già provata da continue aggressioni industriali".

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