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No alla spending review, basta tagli all'università

Gli studenti di Link contro le decisioni del governo sulla spending review, che potrebbero comportare nuovi tagli all'università e alla scuola pubblica

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Apprendiamo dalle anticipazioni uscite sulla stampa a proposito della spending review quelle che sarebbero le intenzioni del governo: nella prima bozza del testo, che sarà a breve presentata dall'esecutivo, sarebbero presenti tagli all'università per 200 milioni di euro.

Siamo assolutamente contrari a qualsiasi ulteriore taglio all'università e alla scuola pubblica che in questi anni hanno già subito notevoli riduzioni di finanziamento: la legge 133 del 2008 ha tagliato 8 miliardi alle scuole pubbliche e 1,5 miliardi agli atenei in 5 anni. Gli effetti di questi tagli sono stati evidenti: diminuzione dell'offerta formativa, tagli sui servizi agli studenti, aumento delle tasse universitarie e dei contributi familiari nelle scuole, difficoltà nel portare avanti l'amministrazione ordinaria, impossibilità di compiere qualsiasi investimento. In questo quadro ci appare grottesco che ai tagli all'istruzione pubblica si accompagnino invece 200 milioni di finanziamento alle scuole non statali.

Il governo, invece di investire su scuola e università per cercare un'uscita dalla crisi in cui il paese versa, preferisce tagliare i fondi all'università pubblica per investire sulle scuole private. Il ministro Profumo aveva recentemente dichiarato che non ci sarebbero stati nuovi tagli, ma le prime bozze di spending review ci mostrano come questo esecutivo sia in continuità con il precedente e non abbia remore a tagliare gli investimenti sulla conoscenza.

Siamo sconcertati dalla scelta del governo di tagliare sulla formazione pubblica e investire sulle scuole private in questi mesi l'esecutivo ha infatti varato provvedimenti che aumentavano le tasse universitarie e non ha investito sul diritto allo studio. Riteniamo che sia ad oggi prioritario dare una borsa di studio a tutti coloro che ne hanno diritto e non la ricevono, invece di continuare ad investire sulle scuole private.

Questo governo invece di pensare ad investire sul futuro dei giovani ed a ridurre la disoccupazione giovanile (che oggi ha raggiunto il 36%, il dato più alto nella storia), scrive una riforma del lavoro che precarizza ulteriormente il futuro di tanti giovani e taglia i fondi alla formazione pubblica, impedendo così di fatto a tanti studenti di poter aver accesso ad una formazione di qualità, annullando le possibilità di un miglioramento della propria condizione sociale e lavorativa.

Se questi tagli fossero confermati, la spending review si rivelerebbe una vergognosa operazione di tagli al finanziamento al sistema pubblico si riduce drasticamente la spesa sulla formazione, mentre non vengono tagliate le spese militari. Crediamo che queste misure di austerity portino solo ad un peggioramento della crisi nel nostro paese: il governo deve sapere che se confermerà queste misure, gli studenti torneranno in piazza come è accaduto negli ultimi per difendere la scuola e l'università pubblica e per non pagare i costi di una crisi che non hanno creato.

Rete della Conoscenza
(Il network che unisce LINK - coordinamento universitario e l'UDS - Unione degli Studenti)
www.retedellaconoscenza.it

 

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