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Nuovo raid fascista a Giurisprudenza, la denuncia degli studenti di Link

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Oggi 9 marzo abbiamo ritrovato la porta dell’auletta della facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche imbrattata: sulla nostra porta da ormai mesi abbiamo affisso una scritta “XII disposizione finale Costituzione: è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.

 

Questo cartellone è una reazione a un grosso gesto di inciviltà e repressione che è ancora visibile sulla nostra porta. Una mattina di dicembre troviamo la porta ricoperta da svastiche e croci celtiche, anche una scritta “lame ai rossi”. Abbiamo deciso di coprire tutta questa violenza con un messaggio di Libertà quale quello che lancia la XII disposizione finale della nostra Costituzione.

Due mesi dopo il cartellone sul quale avevamo scritto lo troviamo “sventrato”: sì perché non è stato staccato, ma le parole sono state rimosse. Abbiamo voluto lasciare i segni di questo gesto e quindi mettere al centro di questa cornice, formatasi dalla violenza, un foglio: “ANTIFASCISMO DOVERE CIVICO”. Abbiamo pensato che ciò non bastasse quindi abbiamo riscritto la XII disposizione della Costituzione.

 

Dopo una settimana, sempre di mattina, apprendiamo che tutto era stato nuovamente rimosso. Di nuovo violenza, di nuovo oppressione.

 

Noi crediamo nella Costituzione, nel sangue e nel dolore da cui è nata, crediamo che dovere dei giovani sia rendere vivo questo testamento di Libertà: abbiamo riscritto di nuovo lo stesso cartellone e l’abbiamo affisso laddove l’avevano rimosso; abbiamo pensato di metterci anche un cartello con su scritto “e ora lo strappate di nuovo?!”.

In effetti questa volta non è stato strappato, anzi alla nostra domanda la risposta è stata “no”, hanno deciso di imbrattare, hanno scelto di stuprare la Costituzione: per ogni “o” della disposizione una croce celtica, per ogni croce celtica una pugnalata alla Libertà e alla Democrazia.

 

A seguito di questa serie di intimidazioni, noi non solo reagiamo con indignazione, ma riteniamo che se certi soggetti si sentono liberi di esercitare il loro modus operandi bestiale e anticostituzionale, le Istituzioni non stanno facendo abbastanza, la società civile non sta facendo abbastanza.

 

Noi pretendiamo indignazione e misure CONCRETE che impediscano l’esercizio di tale violenza!

 

Noi pretendiamo che le Istituzioni si facciano carico di tale situazione e della responsabilità di cui la Costituzione li investe!

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